Milano | Porta Ticinese – Cantiere PAN-Parco Amphitheatrum Naturae: novità e altro…

Milano, Porta Ticinese.

Novembre 2025. Più che un semplice aggiornamento dal cantiere, questa volta possiamo finalmente raccontare qualcosa di concreto sul progetto del PAN, Parco Amphitheatrum Naturae, il nuovo parco archeologico che sta sorgendo dove un tempo si trovava l’antico  Anfiteatro Romano di Milano, tra via Arena e via Conca del Naviglio, a Porta Ticinese.

Avviato nel 2019, il progetto ha attraversato sei anni di lavori, rallentamenti e ritardi. Oggi, finalmente, si intravede la meta: l’apertura della parte centrale è prevista per maggio 2026. Gli ostacoli non sono mancati — problemi di finanziamento e importanti ritrovamenti archeologici hanno più volte imposto pause e revisioni — ma il sogno sta prendendo forma.

Abbiamo incontrato l’architetto Attilio Stocchi, anima e guida del progetto, che da anni lavora con passione per restituire a Milano un luogo unico: un vero parco archeologico immerso nella natura, destinato a diventare una delle meraviglie della città.


Le origini del progetto

Il cuore del PAN sarà l’area ovale dell’antico anfiteatro (151 x 121 metri), che accoglierà i visitatori a partire dal 2026. In una fase successiva, ancora in attesa di fondi, verranno realizzati gli interventi di riqualificazione del verde e il recupero dei due edifici di edilizia popolare del XVIII-XIX secolo in via Conca del Naviglio 17 e 21, oggi in stato di abbandono.

L’area ha una storia affascinante: dopo lo smontaggio pezzo per pezzo dell’anfiteatro romano, avvenuto intorno al V secolo d.C., il sito fu occupato da orti, da un monastero e dalla celebre Torre del Sale, una fortificazione costruita al di fuori delle mura medievali. Proprio il mantenimento nei secoli di parte degli orti ha permesso la conservazione delle fondamenta del grande edificio romano, di cui per secoli si perse memoria — restò solo il nome “Viarenna”, che indica la via adiacente e la conca del naviglio di vinciana memoria.

I resti dell’anfiteatro furono riscoperti solo nel 1936 grazie all’intuito dell’archeologa Alda Levi. Successive campagne di scavo (1937–39 e 1973) portarono alla luce nuovi elementi, ma fu solo nel 2019 che si decise di restituire al pubblico ciò che restava di questo monumento attraverso la creazione di un parco archeologico.


Un anfiteatro di natura e memoria

L’idea di Stocchi, come ci ha raccontato, nasce da un’immagine: i dipinti antichi del Colosseo coperto di vegetazione, quando la natura ne aveva rioccupato gli spazi, prima dei restauri ottocenteschi. Così, il Parco Amphitheatrum Naturae ricrea una “versione naturale” dell’anfiteatro milanese, dove piante e architettura dialogano per evocare la grandezza perduta.

Il cantiere è stato complesso: nel 2021 sono stati rinvenuti reperti delicatissimi, come l’impronta delle piastre che un tempo rivestivano i corridoi sotterranei. Per preservarle, sono state ricoperte.
Grande attenzione è stata dedicata anche alla salvaguardia delle alberature storiche presenti al centro del sito: il bagolaro è stato trapiantato, mentre il monumentale platano è stato sollevato e riposizionato più in basso, dopo uno scavo di tre metri, per ricreare la “conca” dell’arena. È stato salvato anche l’antico glicine che abbraccia il “pendio” dell’anfiteatro.

Tra le scoperte più importanti figura un corridoio romano con pavimentazione originale in cotto: era il percorso dei gladiatori vittoriosi verso la via triumphalis, l’attuale Corso di Porta Ticinese. Le pareti mostrano ancora i diversi conglomerati usati dai Romani per reggere archi e mura di pesi differenti.


Il progetto architettonico

Il PAN prevede la ricostruzione simbolica dell’arena con una raggiera di otto “vomitoria” (i percorsi radiali che portano all’anello superiore). Tra questi percorsi vi erano i 4 principali che consentivano accesso o deflusso all’anfiteatro. Verso corso di Porta Ticinese vi era l’arco triumphalis, dove passavano i gladiatori vincitori. A Nord, verso via De Amicis, vi era l’arco imperiale. Verso Ovest e al tramonto, in via Conca del Naviglio, vi era il passaggio dei morti. Mentre a Sud vi era il passaggio principale del popolo.

Per evitare allagamenti nella parte centrale, scavata per ricreare la cavea, è stato realizzato un complesso sistema drenante con ghiaia e materiali porosi, che consente oggi un perfetto deflusso delle acque.

In corso anche la pavimentazione dell’arena: un’area di 2.200 m² realizzata con oltre 60.000 ciocchi di robinia, che fungeranno da superficie fonoassorbente per i concerti. Al centro è stata prevista una buca orchestrale, destinata ad accogliere eventi musicali, tra cui collaborazioni con l’Orchestra del Teatro alla Scala.

Lungo il perimetro superiore dell’arena si stanno installando pali metallici verdi che richiamano il primo ordine dell’antico edificio: serviranno per illuminare il parco e l’arena con un effetto scenografico.

L’idea iniziale di ricreare il perimetro coi cipressi è stata bocciata dalla Sovrintendenza, perché non si possono piantare alberature nei pressi di siti archeologici (a meno che non ci fossero in precedenza) perché le radici comprometterebbero i manufatti antichi.


Lo Zodiaco e la connessione con la città

Intorno all’arena sorgerà lo Zodiaco“, una “corona” esterna concepita come giardino simbolico e cromatico. Sarà composta da 84 setti (7×12) divisi in dodici settori, ciascuno dedicato a uno dei dodici animali un tempo esibiti e uccisi nell’arena romana.

Nello stesso settore, verso via Arena, è già stato rimontato il muro medievale realizzato con pietre originali dell’anfiteatro, recuperate durante gli scavi della stazione M4 De Amicis. Il muro si allinea con via Vetere, creando una continuità visiva e ideale con il vicino Parco delle Basiliche.


Uno sguardo al futuro

Se tutto procederà senza ulteriori intoppi, il nuovo Parco dell’Anfiteatro Romano aprirà al pubblico nel maggio 2026.
In seguito, verrà completato il recupero dei palazzi di via Conca del Naviglio 17 e 21, destinati a diventare una dépendance del Museo Archeologico di Milano, dedicata ai reperti dell’anfiteatro e alle testimonianze qui rinvenute che spaziano dai Celti al Medioevo.

Per ora, non resta che attendere — e accontentarsi delle immagini del cantiere — in attesa di poter camminare finalmente nel cuore verde e antico del nuovo Parco Amphitheatrum Naturae.

  • Riferimenti fotografici: Roberto Arsuffi, Architetto Attilio Stocchi
  • Ringraziamo l’Architetto Attilio Stocchi per foto e informazioni, veramente preziose
  • Parco Amphitheatrum Naturae (PAN), Anfiteatro Romano di Mediolanum, Porta Ticinese, Sovrintendenza, Parco

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

12 commenti su “Milano | Porta Ticinese – Cantiere PAN-Parco Amphitheatrum Naturae: novità e altro…”

  1. Urbanfile merita sempre la massima stima, per l’ egregio lavoro di documentazione sulla città, tuttavia, in questo articolo, manca qualcosa…ovvero, com’ era la zona in questione PRIMA dell’ attuale disastro interminabile? Mancano le relative fotografie, documentative; chi passava dalla via limitrofa, infatti, poteva scorgere, tra i cancelli condominiali, una bella area verde, un prato, libero, incredibilmente in mezzo al centro di Milano; certo se vogliamo non era curato, ma è proprio questo il paradosso, perchè spendere tanti soldi, devastare un luogo con i soliti tempi, biblici, di cantieri eterni stile Milano attuale? Semplicemente, bastava realizzare un giardino e aprire al pubblico, proteggere l’ area archeologica come in altre situazioni già fatto, senza gettare tanti soldi e senza inseguire l’ ennesimo ghiribizzo dell’ ennesimo architetto.

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    • Questo intervento è servito anche per studiare l’area archeologica, oltre a restituire un luogo importante per la città con un bel progetto.
      Siamo una grande città, ci possiamo permettere due lire per interventi importanti e ben studiati, anche se richiedono tempo.

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  2. Che capolavoro.

    Milano avrà una nuova oasi di pace e natura proprio nel mezzo del kaos cittadino e isolata dal kaos automobilistico.

    Pace, silenzio, natura, armonia.

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    • Eh no, troppo comodo svicolare così, mettendo in mezzo la pace e la natura; in altre parole, l’ hai visto com’ era quel luogo, prima? Si, prima c’era, l’ armonia della natura, solo da rendere disponibile (fruibile), ora avremo la solita “pace” stile cimiteriale, secondo la tendenza attuale di Milano, come a porta vittoria/via Cena, o alla ex fiera.
      Se uno degli attuali progettisti avesse avuto l’ incarico di progettare l’ attuale parco Sempione, cosa ne sarebbe venuto fuori? C’è da rabbrividire, almeno quello è un VERO parco pubblico e non la mera rappresentazione di individuali teorie pseudostoriche e sopratutto pseudoestetiche.
      Se vai al parco Sempione, esci che stai meglio di prima, in questi nuovi parchi milanesi ti aumenta l’ angoscia urbana.

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  3. Un gran bel progetto che rende onore alle radici della città con una spettacolare reinterpretazione contemporanea delle suggestioni del passato che fu.

    Sicuramente sarà un nuovo punto di riferimento per turisti e cittadini un’oasi di tranquillità alle spalle del caos Quotidiano

    Sono ammirato

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  4. Bellissima l’idea di “ricostruire’ il perimetro con i cipressi, poi e’ arrivata la soprintendenza e….niente il solito deserto assolato.
    Una volta che Milano ne stava facendo una buona, invece niente, soldi a vuoto, solo pietre spostate e pali.
    Non ne fanno una giusta!

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  5. I due edifici di edilizia popolare sono abbandonati da decenni. Cosa fa il Comune? Aspetta di avere i fondi per trasformarli in case popolari? In pieno centro a Milano? Li mettesse all’asta magari evitando di far demolire e costruire due grattacieli di 40 piani con la SCIA.

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  6. Ma poi quei fondi di robinia all’aria aperta quanto reggeranno? Ed i colori fuori dall’area…una spianata con quattro alberi esistenti sopravvissuti. Se la davano a 4 palazzinari veniva meglio.
    Non si vede nessun parco, solo uno spazio spoglio con rovine erette su un piedistallo che le umilia

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