La guerra ha segnato definitivamente la sorte del prezioso Palazzo Cicogna come per il palazzo Arcimboldi. Il primo un palazzo cinquecentesco che si trovava in via dell’Unione 14 e l’altro un palazzo seicentesco al numero 12 della stessa via.
Palazzo Cicogna era la dimora della famiglia nobiliare, aveva una bellissima facciata in bugnato rustico (ne sopravvive una pila rimasta attaccata al palazzo adiacente). Alto tre piani, presentava sopra il portale d’accesso uno scudo, con le insegne dei Cicogna.
Mentre Palazzo Arcimboldi era anch’esso alto tre piani, si sviluppava attorno a due cortili, dei quali il secondo presentava un notevole porticato con affreschi di storie mitologiche sulle pareti e immagini di Apollo e Diana con putti alati sulle volte. Erano affrescati anche gli ambienti interni, fra cui la cappella con l’Assunzione della Vergine e il teatro. Pregevole lo scalone barocco a quattro rampe, con balaustra in pietra traforata decorata con aquile, putti e altre figure fantastiche. (Wikipedia)

Sotto l’ingresso del palazzo Cicogna e il grande camino in uno dei saloni.
Palazzo Arcimboldi ex Corbella in via Unione 12, l’ingresso e lo scalone.
I due palazzi furono danneggiati gravemente nel corso dei bombardamenti del 14 febbraio 1943. Del palazzo Cicogna si salvò solamente la facciata, che sarebbe stata abbattuta ugualmente nel 1947 per la realizzazione della famosa “Racchetta”, la strada che doveva attraversare il centro di Milano da Corso Europa a Largo Cairoli, distruggendo il vecchio tessuto fatto di palazzi storici e case popolari.
Quel che rimane del palazzo Cicogna.
Negli anni Cinquanta venne realizzato al loro posto il palazzo moderno che ancora vediamo.
Il nuovo palazzo doveva avere la facciata principale sulla nuova via nel tratto Missori – Lupetta – Torino, ma invece si è sempre affacciato sui muri rabberciati dell’ex convento e scuole di Sant’Alessandro, che ora ospitano alcuni istituti dell’Università Statale di Milano.
Al posto della via si trova un orrendo parcheggio e l’accesso – un tempo aperto al percorso pedonale – è interdetto.
Recentemente in via Lupetta è stata ridisegnata la strada (oltre all’aver ricostruito i palazzi ancora distrutti dalla Seconda Guerra Mondiale) e lo slargo che era stato ricavato dall’intervento mai concluso della Racchetta è stato sistemato anch’esso. Peccato che ora la “piazzetta” sia una distesa di pietre senza neanche un albero. Occasione sprecata, che poteva dare vita e dignità migliori a questo pezzo di Milano rattoppato senza criterio.
Noi speravamo anche nell’apertura di un passaggio tra piazza Missori e via Lupetta, ai piedi dell’enorme palazzo moderno costruito negli anni Cinquanta in via degli Arcimboldi 5 e dove si trova anche la Galleria Unione che su questo spazio aveva un’apertura ora chiusa da una cancellata.
Si poteva salvaguardare il parcheggio con una grande cancellata nascosta da una siepe alta e aprire finalmente i negozi chiusi da decenni. Sappiamo che lo spazio è rimasto privato, ma non sarebbe più bello sia per chi abita nel palazzo sia per i cittadini di passaggio?
siete troppo avanti!
se vi candidate vi voto!
La verita’ e’ che bisognerebbe abbattere quella pocheria costruita negli anni 50 che nulla centra con il quartiere ed e’ un vero aborto urbanistico;solo dopo si potrebbe pensare ad opere di sistemazione.