Milano | Sempione – Vogliamo fermare questa moda?

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La moda di imbrattare pareti e qualsiasi superficie oramai sta dilagando così tanto che, come ci è stato segnalato da un nostro lettore Filippo Bruno (che ringraziamo), anche i bianchi marmi dell’Arco della Pace sono stati “personalizzati” con la firma di un imbrattamuri.

Probabilmente a livello locale e centrale le Istituzioni dovrebbero attivarsi per fermare questo scempio altrimenti tra qualche anno non avremo più una parete libera da tag nelle nostre città.

Siamo consapevoli che esistano questioni forse più urgenti da risolvere, ma è anche da queste cose che si giudica il grado di civiltà e di vivibilità di un Paese.

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Recentemente avevamo già visto lo scempio alle colonne della chiesa di San Tomaso, alla Fontana del Tritone, sul muro della chiesa di Sant’Alessandro, la croce in ricordo di un piccolo partigiano ucciso alla fine della Seconda Guerra Mondiale, o la poco amata scultura in piazza Einaudi. Per dirne solo alcuni…

 

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

12 commenti su “Milano | Sempione – Vogliamo fermare questa moda?”

  1. Avete fatto bene a mettere il disclaimer “Siamo consapevoli che esistano questioni forse più urgenti da risolvere” perché altrimenti il diluvio di commenti dei benealtristi sarebbe stato inarrestabile (e sono convinto che qualcuno ci sarà lo stesso).

    Inutile spiegare a questi maestri del sillogismo non valido (vedere su Wikipedia, per chi non sappia che cos’è un sillogismo non valido) che non siamo in un villaggio del paleolitico dove c’è il vecchio capo del villaggio che deve pensare a tutto lui, ma in una società complessa articolata in diverse funzioni, dove c’è chi si occupa, per esempio, della pubblica sicurezza, chi dei servizi sociali e chi, perfino, del decoro urbano. Ovvero, in parole povere, non è che dedicare le persone e risorse appositamente preposte al decoro urbano a risolvere il problema delle tag distragga persone e risorse preposte ad altri problemi.

    Inutile spiegare anche che, a parte il caso di un meteorite di dimensioni maggiori che si schianti sul pianeta cancellando dalla faccia della terra noi e la maggior parte delle specie attualmente viventi (cosa che, statisticamente, prima o poi accadrà), dato un qualsiasi argomento X sarà SEMPRE possibile trovarne uno Y che, per questa o quell’altra categoria, sia più serio, urgente o pressante.

    In poche parole, quella che ci sono problemi più importanti da risolvere è solo la scusa di chi non risolve mai NESSUN problema.

    Fatta questa lunga premessa e tornando al tema graffiti… e sempre a proposito di “ci sono problemi più importanti”… Non sarà un caso se il mitico Rudy Giuliani inserì nella sua politica di contrasto alla criminalità “Zero tolerance” anche la lotta ai graffiti…

    Anche quando non è direttamente emanazione di bande e pandillas varie, il graffitismo vandalico è sempre più spesso associato a comportamenti o di vandalismo pesante (ne ha parlato il Corriere qualche giorno fa) o addirittura di vera e propria criminalità (recente il caso dei membri della crew WCA arrestati per spaccio di droga… e alcuni di loro sono associati anche al caso del pestaggio di un ragazzo in corso Garibaldi per un parcheggio, qualche mese fa).

    Senza contare che la presenza pesante e diffusa di tag vandaliche trasmette una sensazione generale di insicurezza, incuria e mancanza di controllo del territorio che a sua volta stimola altri comportamenti antisociali (ci sono tonnellate di studi al riguardo, a cominciare dalla famosa Teoria della Finestra Rotta).

    Sono stato a NY pochi mesi fa e in tutta Lower Manhattan non ho visto UN SOLO graffito sui muri. Se ci sono riusciti a NY dove i graffiti li hanno inventati, non vedo perché non possiamo riuscirci a Milano… Certo, negli USA la giustizia è una cosa seria e per uno starnuto fuori posto passi la notte in cella… ma forse anche in Italia possiamo trovare altri metodi di dissuasione.

    Da citare il caso di successo dell’ATM che con la vigilanza e le denunce ha ridotto tantissimo l’incidenza delle tag vandaliche sui treni.

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  2. Invece di tante chiacchere perchè non contattate il Nucleo Decoro Urbano -Comando di Polizia locale di via Cusani?.
    Pulce è uno che è stato al Beccaria (cliccate Pulce Beccaria) e evidentemente ora è uscito e continua a far danni.Il Comando Polizia Locale di via Cusani ha i database delle tag e può confrontare la tag che pubblicate con la grafia di Pulce e denunciarlo di nuovo.
    Lo fate o no?

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    • @Fabrizio: non siamo ridicoli. Il reato di Deturpamento e imbrattamento cose altrui (art 639) prevede la procedibilità d’ufficio (su beni immobili e – ovviamente – su monumenti).

      Ergo il Cittadino, oltre a sorbirsi lo schifo dei muri di questa città lercia, non è tenuto a sbattersi pure per andare a far denuncia, perché se a qualcuno gliene fregasse qualcosa, interverrebbero d’ufficio autonomamente. (Le tag le vedo io come chiunque altro, Pm, giudice, forza dell’ordine che sia).
      Se ho tempo da perdere vado a pulire, non certo a fare denuncia…

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  3. Nel normale funzionamento di una società civile una scritta del genere su un monumento simbolo della città non dovrebbe durare più di alcune ore. Giustificazioni per l’immobilismo delle istituzioni non ce ne possono essere. Poi, ovviamente, i responsabili vanno identificati e chiamati a risarcire la comunità per il danno causato ma prima, subito, la pulizia.

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  4. Devo fare una critica a UF (che vale per tutti i media..).
    I vandali come il suddetto Pulce, trovano la loro realizzazione quando il loro scarabocchio è visibile e pubblicizzato. I rete lo scarabocchio resta, anche dopo che sarà pulito nella realtà.

    E’ giusto denunciare questi eventi (in rete o al Comune), ma non serve mostrare così bene il danno.
    Perchè non sfuocate l’immagine (tipo volti e targhe su StreetView)? Per noi lettori, fa poca differenza, per il cretino con bomboletta è un favore in meno.
    Se poi il Comune è rapido e pulire, il cretino resta nell’oblio.

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