Milano | Lazzaretto – Il San Carlino restaurato

La Chiesa di San Carlo al Lazzaretto è un monumento ottogonale ricco di storia, reso famoso da Alessandro Manzoni, che qui ambientò le cupe vicende narrate nel 36esimo capitolo de «I Promessi Sposi», ambientato nel lazzaretto.

La chiesetta di largo Bellintani è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico dopo un anno e mezzo di lavori esterni e interni.

All’epoca della costruzione del Lazzaretto di Milano, edificato da Lazzaro Palazzi dal 1489 al 1509, al termine della grave pestilenza che colpì Milano negli anni 1484-90, inizialmente vi era un altare di modeste dimensioni al centro del porticato, in modo tale che le funzioni officiate potessero essere agevolmente viste e sentite dai malati presenti in qualsiasi punto del sanatorio.

A seguito della grande epidemia di peste del 1576, l’arcivescovo Carlo Borromeo diede incarico al proprio architetto di fiducia, Pellegrino Tibaldi, di costruire un nuovo edificio di culto sul luogo del precedente. Così venne costruito il presente edificio al centro dell’immenso piazzale, un’edicola a pianta centrale, di forma ottagonale, aperta su tutti i lati. La chiesa e il lazzaretto continuarono a svolgere la loro funzione sino al 1797, quando, a seguito della conquista francese del ducato di Milano, il lazzaretto fu destinato a scopi militari.

Fu durante il periodo in cui Milano divenne capitale della Repubblica Cisalpina che venne chiesto a Giuseppe Piermarini, architetto di corte, di trasformare la chiesa nel Tempio della Patria.

Così il Piermarini fece chiudere le pareti laterali, lasciando un unico ingresso posto a meridione, e rifece completamente la cupola, forse già compromessa.

Il destino del Lazzaretto era già segnato all’inizio del 1800, quando venne utilizzato come magazzino, abitazioni e nella parte centrale ad usi agricoli.

A metà del secolo il passaggio della ferrovia sancì definitivamente il suo destino, anche a seguito dell’acquisto da parte della Banca di Credito Italiano, la quale ne decise la demolizione e la sua lottizzazione. Venne risparmiata la chiesetta ottagonale e una piccola porzione in via San Gregorio. Così il piccolo tempio fu restaurato e riaperto al culto nel 1884 con la dedica attuale al Santo che ne volle la costruzione.

I guai per la piccola chiesa si protrassero anche nel XX Secolo: dapprima la vicinanza con la vecchia ferrovia, eliminata nel 1931, ma non solo; perché negli anni Ottanta venne scavato un grande pozzo proprio dietro la chiesetta, per gli scavi nel sottosuolo per il passante ferroviario sotto viale Tunisia. Questo cantiere provocò al piccolo tempio seri danni strutturali, specie al tiburio-cupola. Fu subito oggetto di studi ingegneristici per rinforzarne la struttura.

Come al solito, vi furono grandi difficoltà per recuperare i soldi per un totale restauro, ma la chiesa poi è stata oggetto di un restauro completo finanziato dalla Fondazione Rocca in ricordo di Roberto Rocca. L’obbiettivo era di utilizzarla sia come luogo di culto che come sala di concerti. A tal fine i locali aggiunti alla fine del 1800 per ospitare la sacrestia e l’alloggio del parroco sul lato nord sono stati trasformati in spogliatoi, bagni, sala prova e alloggi per i concertisti. Gli altari laterali sono stati eliminati (onestamente non ne abbiamo capito il motivo, anche se erano addizioni di fine Ottocento) mentre l’altare centrale, che consisteva in una balaustra in marmo, è stato eliminato ed è stato spostato verso la parete per avere maggiore spazio per i concerti.

Persino il parroco di Santa Francesca Romana (la stessa che si occupa del San Carlino) aveva provato un crowdfunding nel quartiere, ma con risultati insufficienti.
Sotto tre immagini di com’erano gli interni della chiesetta prima dei restauri
I lavori finalmente vennero iniziati all’interno, nel settembre 2015, e furono completati nel giugno 2017. Il progetto architettonico è stato redatto dallo Studio 02 Arch, il consolidamento statico è stato seguito dallo Studio Associato Brambilla Ferrari, il restauro è stato effettuato da Naos Restauri. È stato installato un nuovo organo con 1800 canne, progettato da Martino Lurani Cernuschi con impostazione romantico-sinfonica.
La chiesa è stata inaugurata dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini il 3 novembre 2017 alle 20.30 con una messa.
Il piccolo luogo di culto  è aperto tutti i giorni, dalle 9 alle 12, e si tengono due messe, il mercoledì e il venerdì alle 10 del mattino.

Il Comune ha completato nel 2016 il progetto di pedonalizzazione di Largo Bellintani intorno alla chiesa, che elimina il passaggio delle auto da via Lecco a viale Tunisia, lasciandolo invece lungo via Palazzi. Il progetto è dell’arch. Loredana Brambilla del Comune di Milano.

 

Foto Urbanfile e di Thomas Villa

 

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