Accedendo alle banchine del passante ferroviario e delle stazioni delle linee S è comune trovare dei totem informativi con indicazione delle linee transitanti, il loro codice, le direzioni e il binario di riferimento. Ottima strategia informativa. Peccato che tali totem si riferiscano alla situazione di qualche anno fa. Come si può vedere nelle foto la S1 è indicata a Rogoredo e invece procede verso Lodi città, la S6 anch’essa a Rogoredo e invece si dirige a Treviglio e la S5 a Pioltello-Limito mentre si attesta a Treviglio. Addirittura è presente anche la soppressa S10 Rogoredo-Bovisa sostituita dalla S13 Bovisa-Pavia.
Lodevole l’idea di dare maggiori indicazioni agli utenti ma tali indicazioni devono essere corrette e aggiornate altrimenti si creano solo confusione, errori e disaffezione all’utilizzo dell’infrastruttura.
Le indicazioni nel passante
Riccardo Barindelli
Il progetto delle paline con i grafi di linea e dei totem di stazione infatti risalgono al 2004, anno di inaugurazione del passante ferroviario di
Milano e fotografano la situazione della rete all’epoca. Il nostro studio ne curò la progettazione, con le solite buone intenzioni e dispiace che in 14 anni nessuno si sia premurato di proporre gli aggiornamenti evidentemente necessari.
Senza fare nomi e cognomi, ci può almeo dire chi è reponsabile di questa situazione grottesca? Il Comune? Atm? FS? Nonna Papera? Winnie the Pooh?
Voglio dire: una situazione così potrebbe andar bene a Roma o a Napoli. Ma non a Milano
Sorvolando su facili sciovinismi, la situazione fu resa possibile dalla collaborazione tra RFI, Compartimento di Milano, Terminale Viaggiatori e Merci, nella figura dell’ ing. V. Chinnici, all’epoca direttore e la Regione Lombardia, quale ente approvante le progettazioni. Ora non saprei dire con esattezza chi abbia in carico l’infrastruttura in questo momento e dunque a chi spetterebbe ogni tipo di manutenzione. Se fosse ancora RFI, viene il sospetto è che alcune riorganizzazioni societarie, che tra l’altro hanno soppresso il TVM, non siano state troppo favorevoli allo sviluppo delle programma di rinnovamento delle piccole stazioni in genere, sia lombarde che italiane. Perciò, oltre che alle endemica scarsità delle risorse disponibili, problema pure estremamente concreto, penso esista anche un vuoto organizzativo dentro RFI perché si possa innescare una procedura, all’apparenza banale, dove però, molti interlocutori hanno facoltà di veto. I nomi, salvo Nonna Papera e Winnie the Pooh, li ha già indicati lei. Ci aggiunga Regione Lombardia e mi sembra che il quadro sia completo