Snodo molto importante, comparso persino in un film con Celentano (Lui è peggio di me), crocevia fra luoghi di grande o crescente interesse (ad est si va verso Porta Garibaldi, Corso Como e il nuovo complesso di Porta Nuova, passando per quella che sarà la Fondazione Feltrinelli; a nord si va al Cimitero Monumentale, che si “apre” sul piazzale attraverso un magnifico cannocchiale prospettico; a ovest si passa per la bella e riqualificata via Paolo Sarpi del Quartiere Cinese; a sud si passa fra i caselli di Porta Volta e si va verso Moscova, Lanza, Duomo). In prospettiva, Piazzale Baiamonti diventerà ancora più importante: quando la stazione M5 Monumentale sarà inaugurata, i lavori alla limitrofa Fondazione Feltrinelli completati così come quelli del vicino Progetto ex Enel. Il piazzale, oggi di fondamentale importanza per i flussi di trasporti (direttrice stradale, da cui passano anche tram e autobus) e del turismo, diventerà sempre più centrale e protagonista del nuovo quadrante.
Ad oggi, tuttavia, il piazzale versa in uno stato deprecabile. Ne abbiamo parlato più volte, oggi proponiamo alcune foto nuove e lanciamo l’ennesimo campanello d’allarme: con Expo alle porte, tenere il piazzale nel suo stato attuale è una macchia bella grossa su un’area (Porta Volta / Sarpi / Garibaldi / Monumentale) molto appetibile. Per garantire un itinerario impeccabile e gradevole per turisti e cittadini, il piazzale deve essere risistemato. Non occorrono investimenti ingenti, solo l’adozione di misure di minimo decoro.
Sono un abitante della zona.
Molto bravo!! Ottima descrizione. Approvo tutto!
Le ricordo anche un’altra citazione del piazzale Baiamonti, molto più datata (l’anno in cui si svolge l’episodio descritto dovrebbe essere il 1931). E’ di un poeta dialettale milanese, Delio Tessa. La poesia in cui si trova, piuttosto celebre, per quanto forse non così conosciuta ai più, si chiama “De là del mur”. In una fiacca domenica mattina, solo la voglia di provare una nuova bicicletta trascina l’autore ad avventurarsi fuori porta a zonzo. L’arrivo, sul percorso, in un paese che ospita il manicomio, favorisce alcune divagazioni mentali sul significato dell’essere matti. Porta Volta interviene nel finale, come meta d’arrivo, nella stanchezza del turbinoso rientro serale, e come sede di uno strano incontro che finisce con l’assumere un dirompente significato simbolico. L’incontro è con uno struzzo, in carne ed ossa, del tutto estraneo e spaesato su quel selciato cittadino, cui l’autore si trova improvvisamente faccia a faccia, utilizzato, spiega, a rinforzo della pubblicità per un film d’avventura uscito nelle sale cinematografiche in quel momento, il cui cartellone campeggia poco sopra. La poesia si conclude semplicemente con l’autore che urla semplicemente la sua sorpresa di quell’incontro, ma la successione suggerita sembra essere “chi è matto? chi è dentro o chi è fuori dal manicomio?”, “traffico enorme in città che cresce”, “incontro con creatura spaesata che diventa specchio e metafora per l’autore/ciclista/cittadino altrettanto frastornato”. Ecco, a seguire, l’ultima parte della poesia con la descrizione del traffico del rientro e dello strano incontro, davanti a Porta Volta, nell’oggi deprecabimente trascurato, eppure in sè molto bello pure in quella sua vocazione di snodo di traffico, piazzale Baiamonti. A mio avviso, la descrizione del luogo e del contesto, nell’impareggiabile espressività musicale del dialetto, incarna ancora così bene l’anima della piazza che, nella sua ristrutturazione eventuale (se mai avverrà), vedrei ben inserita, magari scolpita su una lastra a terra, la rappresentazione del simbolico struzzo, accanto al ricordo/citazione della poesia.
La saluto cordialmente,
Francesco Scomazzoni
Vundes chilometritt al dazi… ona mezz’ora e ghe semm… «vott… sett…mora!!» somenza de lumitt, de ciaritt per la piana intorna… intorna… albor che monta là… s’ciaror della Cittaa lontana… Camïons… side-car … macchin… macchin… sott… sott che se rusen adoss!… rómben e in quell caldar piómben de tutt i part! Ùlulen e con questi rivi, tant che me pesti a la contra qui ciar. Rivi… ghe sont… e lì, scolta mo, cossa vedi! Matta puttana! Vedi on struzz a porta Volta! Reclam del Trader-horn del Film-miracol, chì tra duu tram, incazzii troeuvi on struzz… t’ee capii?! Sotta a on barocc-reclam gh’è on struzz viv, che me guarda!!
TRADUZIONE: Undici chilometrucci al dazio… una mezz’ora e ci siamo… «… otto… sette… morra!!» semenzaio di lumini, di lucine nella pianura tutt’intorno… albore che monta di laggiú… chiarore di città lontana… Camion… side-car… macchine… macchine… sotto… sotto… che si spingono addosso! rombano e in quel calderone piombano da tutte le parti! Ululano, e con essi arrivo, tanto che mi trovo di colpo contro a quelle luci. Arrivo… ci sono… e lí, ascolta mo’, cosa vedo! Matta puttana! vedo uno struzzo a porta Volta! Reclame del Trader-horn, del film-miracolo, qui, tra due tram, incazzito, trovo uno struzzo… hai capito?! Sotto a un baroccio-réclame c’è uno struzzo vivo, che mi guarda!!