Finalmente ci sono novità per il grande “boulevard” milanese Corso Sempione: il prossimo anno partiranno i lavori per la sistemazione della grande via finanziati dal Comune e dall’Unione Europea.
Per ora non siamo riusciti a scoprire se sarà un progetto rivoluzionario o semplicemente una sistemazione soft del viale alberato, ma come ci ha raccontato l’assessore al Verde Chiara Bisconti nella nostra intervista, finalmente sono arrivati i finanziamenti ministeriali tanto attesi per una radicale riqualificazione del Corso. I lavori dovrebbero partire il prossimo anno con una riconversione del Corso sistemando sia la parte di piste ciclabili che tutti gli impianti semaforici e dunque anche la parte strutturale della strada comprese le aiuole e i parcheggi. Siccome la riqualificazione globale del corso aveva tempi lunghi il Comune ha iniziato del Verde con piccoli interventi per ora nella parte “bassa” del boulevard.
Naturalmente il vecchio progetto di Álvaro Siza che prevedeva la trasformazione del corso in rambla pare accantonato definitivamente.
Peccato per il bel progetto di Siza. Speriamo che il compromesso non sia troppo al ribasso.
Ci sono passato ieri e lo guardavo con attenzione. Sembra la strada di una città di un paese in via di sviluppo. E’ incredibile pensare che possa essere una via importante di una città importante e ricca come Milano. Non fa proprio merito alla città: auto sui marciapiedi, aiule trasandate, pavimentazioni rotte e di bassa qualità, totale assenza di arredo urbano, sporcizia e cartelli, pozzanghere e palta. Mi auguro che facciano un lavoro di riqualificazione progettato da qualche bravo architetto e non dai soliti tecnici comunali che in fatto di “design” certo non brillano per qualità, mi spiace dirlo. Spero sappiano dare unà qualità in funzione di un uso specifico dello spazio e che non rimanga uno spazio di risulta definito da reti plastificate e tristi paletti in legno.
Si ma dove metto la macchina io? 😉
Dubito fortemente che sarà un intervento rivoluzionario. Staremo a vedere
Road diet
From Wikipedia, the free encyclopedia
Road diet in Davis (CA). Four traffic lanes were changed into two traffic lanes plus bike lanes and left-turn lanes
New road distribution in Davis (CA)
A road diet, also called a lane reduction or road rechannelization, is a technique in transportation planning whereby the number of travel lanes and/or effective width of the road is reduced in order to achieve systemic improvements.
Immagini di Road diet – esempi
Benefits
Proponents of road diets generally believe key benefits include lower vehicular speeds, reduced crash rates, and improved pedestrian safety. Other benefits of road diets include promoting better land use, reducing induced traffic, promoting greater driving attentiveness, and promoting cycling through the addition of bicycle lanes. Providing dedicated left turn (in countries that drive on the right-hand side of the road) lanes at intersections can improve vehicular safety and can enable efficiency gains along the roadway.
Researchers have found that road diets can be expected to reduce overall crash frequency by 19% to 43%, with the higher crash reductions occurring in small urban areas than in metropolitan areas.[1]
Grazie del bel contributo molto documentato.
La sistemazione a tre corsie, con una corsia centrale continua per la svolta in entrambe le direzioni, è molto comune negli USA. Ma lì si può fare perché il traffico è moooolto più disciplinato che in Italia.
Te lo immagini da noi?? Con le macchine che svoltano in direzioni opposte a tagliarsi la strada di continuo? E gli automobilisti che si insultano o peggio??
Inoltre non mi sembra questo il problema principale di corso Sempione, dove di spazio per pedoni e ciclisti ce n’è già abbastanza senza restringere le corsie; al massimo si potrebbe ragionare sui controviali. Rispetto ad altre arterie di scorrimento, c.so S. è anzi relativamente poco trafficato. Il vero problema è, come quasi ovunque a Milano, la sosta selvaggia.
Basterebbe un buon arredo urbano “dissuasivo” e soprattutto accurata manutenzione (secondo me il punto più debole in Italia). A mio parere, il modello più adatto è l’Avinguda Diagonal di Barcellona, che ha una struttura molto simile (tram incluso). Comunque aspettiamo di vedere il progetto, poi commenteremo (senza pietà come sempre… LOL).
Concordo con chi ha detto che debba essere affidato a un architetto perché gli uffici tecnici comunali, purtroppo, sono con tutta evidenza digiuni degli ultimi sviluppi in fatto di urbanistica e immagine urbana strategica e coordinata.
Si, infatti mi sono accorto subito dopo averlo postato che per C.so Sempione forse era un pò fuori luogo. Si applica principalmente laddove i vogliono istituire delle piste ciclabili spendendo 0 (zero), utilizzando proprio come risorsa a protezione della pista ciclabile disegnata sulla(nella) carreggiata il parcheggio degli autotalebani.
Si disegna la pista nella corsia più esterna e la si divide dalle corsie veiocolari con una fila di parcheggi disegnati a protezione della pista ciclbile.In pratica le amcchien parcheggiano tra la pista e le corsie di scorrimento.
QUal’è il vantaggio? che se qualcuno parcheggia SULLA ciclabile viene chiuso e bloccato dal parcheggio “regolare” sui parcheggi disegnati subito a lato.Si utilizano le stesse auto come difesa per la pista ciclabile. E funziona…!
Comunque ero fuori tema..;)
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Quello che mi paice è proprio il concetto di Road Diet, ossia una riduzione dello spazio veicolare per recuperare una sorta di “Rambla” o “Boulevard” parigino.
Ottimo discuitamo quando avremo il progetto..
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Visto che sono i tecnici comunali a fare un pò di confusione sarebbe anceh il caso di fare dei corsi di aggioranmento e di arredo urbano nella prossima amministrazione…anceh con viaggi all’estero. In modo tale da allevare una generazione di tecnici comunali aggiornata e cosmopolita.
Sarebbe un investimento ceh rende per il futuro.
Ps. Ma l’avenida non è un pò troppo “asfalteggiante” e trafficata?
Che brividi… temo una sistemazione al risparmio come Buenos Aires, con semafori ovunque come XXIV Maggio e con materaili scadenti come in Darsena. Vi prego lanciamo una petizione per affidare questi lavori a una gara internazionale con studi di architettura e NON i tecnici del comune
Ragione.
Però pian piano bisogna formare i tecnici che ci teniamo perchè alla fine della fiera saranno quelli che per decenni prenderanno decisioni urbanistiche sotto ogni diversa bandiera politica.
Investire in aggiornamenti sarebbe un ritorno per il futuro di Milano.