Milano | Le interviste di Urbanfile: il candidato Sindaco Stefano Parisi

Continuano gli incontri di Urbanfile con i candidati alla carica di Sindaco di Milano su alcuni dei temi inseriti nel nostro  #Manifestourbanfile 

Pubblichiamo oggi l’intervista con Stefano Parisi

Stefano_Parisi 

Urbanfile: Uno dei temi inseriti nel nostro Manifesto riguarda la rigenerazione urbana e lo sviluppo verticale. Ci interesserebbe conoscere la Sua opinione

Stefano Parisi: credo si debba partire da una visione di lungo periodo; non bisogna pensare a come sia oggi Milano ma a come sarà tra vent’anni e a quali siano i grandi trend di una città di questo genere.

Il primo grande trend che sta riguardando tutto il Mondo è la ripopolazione delle città: io credo che questo trend vada favorito perchè una città densa è una città più viva e con maggiori opportunità e risorse anche in termini di qualità della vita. Enrico Moretti nel suo libro “La nuova geografia del lavoro”– partendo da casi empirici degli Stati Uniti – dimostra che laddove esista un concentrato di capacità scientifiche esiste ricchezza; laddove intorno alle Università  si sono generate quelle che qualche anno fa erano start up e oggi sono i più importanti gruppi economici (penso a Google, Apple, ecc), questo ha generato ricchezza in tutto il territorio; si genera una densità urbana di qualità che porta a una serie di grandi benefici.

Ecco, io ritengo che questo sia il primo trend verso il quale dobbiamo puntare perchè porta a una visione del futuro della città.

2015_11_22_Torre_Isozaki_Panorama_32

Il secondo trend riguarda la grande trasformazione digitale che a Milano è appena accennata e che invece sta profondamente cambiando la nostra vita impattando su sicurezza, mobilità. Questa grande trasformazione digitale deve essere sostenuta e accompagnata in maniera che non siano più i cittadini ad andare verso i servizi ma siano invece i servizi a “muoversi” per favorire i cittadini.

Il terzo trend riguarda l’impatto ambientale: il mondo dell’automotive si sta già muovendo verso la riduzione dell’impatto ambientale dei veicoli, bisogna sostenere e implementare la riduzione dell’impatto ambientale dell’housing. Un di cui di questo trend è il tema della mobilità: avremo sempre meno auto e questo ci deve portare a guardare alla mobilità in maniera differente.

L’ultimo trend è quello della fortissima pressione migratoria che è destinato ad aumentare molto nei prossimi dieci anni.

Ho fatto questa premessa perchè ritengo che qualsiasi tema inerente la rigenerazione urbana non possa prescindere da questi trend che ho indicato.

Io credo che la rigenerazione del tessuto urbano debba essere una priorità per una serie di motivi: innanzitutto perchè attrae investimenti e genera sviluppo; poi perchè migliora la qualità della vita. Se prendiamo ad esempio la Torre Unicredit scopriamo che la sua entrata in funzione ha tolto dalla strada cinquantamila machine (le automobili che i 18 uffici di Unicredit facevano girare tra clienti, dipendenti, ecc). Nel tessuto urbano del lavoro il miglior mezzo di trasporto è l’ascensore; dunque una città che cresce in verticale è il miglior modo per preservare la qualità della vita urbana e rendere densa la città.

Noi vorremmo innanzitutto e in tempi molto rapidi ricreare le condizioni perchè tutto ciò di cui stiamo parlando avvenga; tutte le normative (Piano di Governo del Territorio e Regolamento Edilizio) come sono state trasformate dalla Giunta Pisapia non rendono possibile tutto ciò. Vogliamo tornare all’ultima proposta Moratti/Masseroli aggiornata alle nuove esigenze. La logica di base è quella di agevolare lo sviluppo, semplificare le norme in campo edilizio per dare stabilità e certezza del diritto per chi vuole investire e soprattutto riducendo molto l’impatto della burocrazia e non concentrando l’azione dell’amministrazione unicamente nella fase di permessi e concessioni, ma continuando poi a monitorare dal punto di vista paesaggistico e di qualità il lavoro che viene fatto successivamente.

Prima delle elezioni vogliamo fare in modo che i futuri Consiglieri Comunali si impegnino ad approvare entro 12 mesi dall’avvio della Giunta un nuovo testo del PGT per poi impegnare i successive quattro anni a mettere a frutto i passaggi successivi.

Sarà poi necessaria una grande riorganizzazione della macchina comunale che veda il Comune non più strutturato secondo una logica verticale, bensì secondo una logica orizzontale. Ciò vuol dire che dovrebbe esistere una banca dati integrata tra i vari uffici che possa ottimizzare e sburocratizzare il processo amministrativo.

Pensiamo a un ufficio Grandi Progetti che possa lavorare in modo da avere in un unico atto le azioni che riguardano i progetti strutturati

Questo tipo di approccio ovviamente non riguarda soltanto i progetti edilizi o di rigenerazione ma è invece una trasformazione radicale che cambia il modo di concepire il ruolo del Comune. Prendo ad esempio la disabilità: se confiniamo questo tema nell’ambito dei servizi sociali non affrontiamo realmente il problema della disabilità. Gestire la disabilità implica assistenza ma anche mobilità, educazione, verde, lavoro, lavori pubblici: la nostra idea è quella di fare in modo che lavorando orizzontalmente si possano gestire in maniera rapida ed efficiente tutte le questioni inerenti i grandi temi della città, garantendo al contempo un risparmio consistente e una maggiore trasparenza.

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Urbanfile: Cosa ne pensa del progetto post Expo Human Technopole?

Stefano Parisi: il progetto Human Technopole è molto valido, quel che non mi piace è come sia arrivato.

In sostanza è stato tutto deciso fuori da Milano; credo che le qualità scientifiche per guidare il progetto ci fossero anche a Milano e forse non era necessario cercarle altrove.

L’idea di base è buona, ma l’approccio attuale non è corretto. Non si può ragionare su una iniziativa come questa nel modo in cui il Governo sta facendo ora.

Credo che Milano debba riappropriarsi della propria capacità di pensare al proprio sviluppo: l’area Expo deve diventare un’area ad alta densità; non può limitarsi a diventare un’area in cui siano presenti soltanto I dipendenti IBM e quelli dello Human Technopole; dobbiamo portare in quella zona un’alta concentrazione di qualità scientifica facendo in modo che in quello spazio aziende come Google decidano di stabilire la propria sede non perchè gli viene richiesto da Renzi, ma perchè considerano quella un’area in cui sia bello far lavorare i propri dipendenti. Le sedi di Google in giro per il mondo sono in zone estremamente vivaci e curate, dove accanto al luogo di lavoro esistono ristorante, biblioteche, campi sportivi, insomma dove esiste la possibilità di un’alta qualità della vita.

Ritengo che sia necessario posizionare in quello spazio il campus universitario, l’Università Statale, i parchi tecnologici, verde, impianti sportivi, ovvero tutto ciò che possa attirare talenti. E’ questo il modo di concepire il nuovo sviluppo urbano; quello precedente era incentrato su grandi piattaforme commerciali che però la sera si spengono; quello verso cui tendere è invece incentrato su grandi piattaforme tecnologiche e scientifiche che possano generare ricchezza e interesse, che invoglino le persone a studiare e lavorare in quel luogo.

Il compito del Comune deve essere quello di favorire e accompagnare questo tipo di sviluppo.

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Urbanfile: Lei ha parlato di Campus Universitari all’avanguardia. Parliamo anche della fascia più giovane della popolazione studentesca: Milano ha un patrimonio di edilizia scolastica che richiede necessariamente un adeguamento. Quali sono le sue idee in merito?

 Stefano Parisi: concordo sul fatto che ci sia moltissimo da fare.

Le scuole devono essere riqualificate seguendo due direttrici: una, per quanto possibile, attraverso le risorse pubbliche e l’altra attraverso la possibilità di utilizzare anche le risorse private di soggetti che devono essere liberi di decidere dove investire. Oggi è complicatissimo per i private finanziare anche solo piccoli ma necessari interventi. Dobbiamo fare in modo che sia possibile farlo.

E’ poi necessario lavorare nella direzione di una ottimizzazione degli spazi: deve esistere la possibilità di sfruttare spazi non utilizzati (anche privati).

Il mercato immobiliare al momento è piuttosto depresso; esistono molti spazi inutilizzati all’interno della città che possono essere messi a disposizione di servizi (come la scuola) in cambio di cubature che possono essere sviluppate in altre aree.

La scuola è il tessuto su cui si sviluppa la ricchezza dei nostri ragazzi: è fondamentale investire in questo campo.

Il tema dell’edilizia scolastica va affrontato in senso più ampio includendo anche il tema dello sport.

Non possiamo più accettare che sia tanto difficile per i bambini e i ragazzi milanesi praticare sport per mancanza di impianti adeguati.

 

2014-04-23 Piazza Castello 1

Urbanfile: una delle sue prime esternazioni da candidato Sindaco riguarda Piazza Castello e la volontà di eliminare l’isola pedonale. Può spiegarci meglio cosa intende?

Stefano Parisi: la Giunta Pisapia ha fatto molta ideologia (cito ad esempio le piste ciclabili non utilizzate che hanno tolto aree di fluidificazione del traffico costando tra l’altro cifre esagerate)

Penso che si debba guardare alla gestione del tessuto urbano in una logica funzionale e non ideologica.

La Darsena funziona perchè è viva, esistono locali, punti di ritrovo.

Piazza Castello è un deserto e ha generato un problema di mobilità nelle strade limitrofe.

Credo che si debba ragionare in maniera diversa. Il futuro della mobilità a Milano non può essere soltanto muoversi a piedi o in bici perchè esistono varie tipologie di esigenze e di possibilità.

Non bisogna disincentivare l’uso del mezzo privato, bisogna incentivare l’uso del mezzo pubblico, considerando come mezzo pubblico non soltanto le linee di superficie o la metropolitana ma anche il car sharing, il bike sharing, i taxi. Un taxi senza traffico costa la metà di un taxi con il traffico, idem per il car sharing: dobbiamo lavorare in modo da rendere più fluido il traffico facendo in modo che la circolazione sia rapida, eliminando la seconda fila e guardando ai percorsi di mobilità nell’ottica di ridurre il tempo di permanenza delle auto su strada.

Le isole pedonali si possono e si devono realizzare, ma in luoghi in cui possano essere animate e vivaci.

Anche laddove esistono già, le isole pedonali devono essere rivitalizzate: penso a Piazza Duomo o Corso Vittorio Emanuele che dopo una certa ora risultano drammaticamente vuote e pericolose.

Piazza Castello 1

Mappa Scali Ferroiari

Urbanfile: che ne sarà degli Scali Ferroviari?

Stefano Parisi: è un tema che va affrontato in tempi molto rapidi.

Abbiamo perso un treno che dobbiamo recuperare in fretta anche perchè, tornando al tema della mobilità, potremmo recuperare un’idea che era già presente nel PGT della Moratti, ovvero la Circle Line.

La Circle Line, insieme all’integrazione delle line metropolitane con il passante e all’aumento delle frequenze dei mezzi pubblici nei prossimi cinque anni potrebbe, realisticamente, essere realizzata con vantaggi non indifferenti in termini di mobilità.

Museo_Novecento_900

Urbanfile: quali sono i progetti nel campo della cultura?

Milano è la città che può e deve tornare a essere un centro di produzione di arte contemporanea; dobbiamo mettere in rete e valorizzare quel che già esiste. Purtroppo finora si è ragionato per compartimenti stagni, invece bisogna cercare di arrivare a un marketing del territorio che promuova e incentivi la fruizione del patrimonio esistente nella sua totalità.

Ci sono molti spazi non utilizzati o non valorizzati e ci sono delle straordinarie collezioni private che non vengono esposte. E’ su questo che bisogna lavorare con tenacia.

Bisogna poi fare in modo che si sviluppino progetti di cultura diffusa; dobbiamo fare in modo che nelle aree di maggiore fragilità economica, sociale e culturale in cui è più forte la pressione migratoria si sviluppino iniziative che portino a una reale integrazione attraverso la conoscenza e il rispetto delle differenti radici culturali.

Dobbiamo portare la cultura per tutta la città attraverso l’utilizzo di spazi non centrali come le biblioteche, i teatri, le piazze rigenerate che attraverso una gestione sociale possano diventare luoghi di aggregazione e di sviluppo culturale.

Infine bisogna fare in modo che iniziative come quelle legate al Salone del Mobile o alla Moda possano non essere limitate ad alcuni periodi dell’anno ma, invece, essere presenti continuamente sul territorio.

 

Intervista raccolta da Claudio Nelli e Letizia Paratore

 

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

29 commenti su “Milano | Le interviste di Urbanfile: il candidato Sindaco Stefano Parisi”

  1. Serve una città “più densa”… suona molto come: costruiamo di più!
    Preoccupante, Milano è fin troppo densa, basta spazio ai palazzinari!

    La pedonalizzazione di P.za Castello è stata fatta male… ma non concordo sul tornare al passato, anche perchè di ripercussioni sul traffico non mi pare proprio che ce ne siano (se non positive).

    Nessuna domanda su Area C?

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  2. Beh, almeno parla chiaro! Certo l’idea di rendere la città più densa è da brivido. Trattasi di banale favore ai costruttori. La nostra città di tutto ha bisogno fuorché di una nuova valanga di cemento.

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  3. >>> Stefano Parisi: la Giunta Pisapia ha fatto molta ideologia (cito ad esempio le piste ciclabili non utilizzate che hanno tolto aree di fluidificazione del traffico costando tra l’altro cifre esagerate)

    >>> Non bisogna disincentivare l’uso del mezzo privato, bisogna incentivare l’uso del mezzo pubblico, considerando come mezzo pubblico non soltanto le linee di superficie o la metropolitana ma anche il car sharing, il bike sharing,

    Ho detto tutto

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  4. Inzomma. Evasivo sugli scali ferroviari. Vaghissimo sulla cultura.
    Molto chiaro invece sull’edilizia: vuole tornare al piano Masseroli/Moratti. I costruttori si fregano le mani.
    Peccato l’assenza di domande sui parcheggi selvaggi.

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  5. Facciamo la traduzione:
    – città densa = più cemento
    – piste ciclabili che tolgo aree di fluidificazione del traffico = più spazio per le auto meno per le bici
    – Piazza Castello ha generato un problema di mobilità = più auto meno spazi vivibili
    – il mondo dell’automotive si sta già muovendo verso la riduzione dell’impatto ambientale dei veicoli = il problema inquinamento lo devono risolvere altri, le auto sono pulite
    -Oggi è complicatissimo per i privati finanziare anche solo piccoli ma necessari interventi = diamo impulso alle varianti selvagge (vedi i sopralzi)

    Una visione anni ’60\’70… quella che ha imbruttito la città.
    Molto triste.

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  6. Vago su temi importanti, però molto chiaro su idee che non condivido affatto. Viva le piste ciclabili, e meno strade ci sono meno macchine ci saranno, come hanno scoperto negli stati uniti. Peccato non abbiate parlato dei navigli, poteva rivalutarsi

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  7. In realtà su alcuni temi può avere risposto anche bene…sul sito expo è condivisibile…sarebbe bello divenisse un luogo attrattivo e dove è bello lavorare e vivere e la città può anche essere più densa…dipende dove creiamo la densità. Qualche metro cubo in più rispetto a quanto previsto dalla giunta pisapia lo avrei messo pure io allo Scalo Farini.
    Diverso è “densificare” il tessuto storico cittadino.
    Però la visione di base mi sembra sbagliata…milano diviene attrattiva se è bello viverci e quindi dobbiamo dare il giusto spazio alla Milano “tranquilla” della mobilità dolce, del recupero del verde etc. Riaprire Piazza Castello va proprio nella direzione opposta…certo va valorizzata, non come ora.
    Anche sulla riapertura dei Navigli (non citata nell’intervista) su cui Parisi è contrario credo che partire con una proposta concreta sia andare nella giusta direzione di cui Milano ha bisogno. Investire 400 milioni per cambiare il volto di una città è l’investimento a maggior rendimento che Milano possa fare.

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  8. Sostanzialmente non ha nessuna idea di sviluppo della città se non quelli di Masseroli -Moratti . Bel candidato complimenti.

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  9. Questo candidato non capisce una cippa di mobilità e di urbanistica e non ha un’idea valida che sia una per il futuro della città: solo cemento inutile per far fare profitti agli amici degli amici.
    Nelle città di tutto il mondo il traffico motorizzato privato viene disincentivato eccome: senza se e senza ma. E questo semplicemente perché non c’è spazio abbastanza, in nessuna città del mondo: le auto in movimento e in sosta a Milano si devono ridurre di almeno un terzo, il che vuol dire ai livelli di Londra e non di Zermatt.
    Che Piazza del Duomo sia pericolosa a certe ore è una considerazione fuori dalla realtà. Forse ha degli amici che vogliono piazzare chioschi con il pretesto di “rivitalizzarla oppure vuole riportare le auto anche lì.
    Che le piste ciclabili realizzate costino troppo è una affermazione gratuita, totalmente priva di fondamenti concreti.
    Che abbiano tolto “fluidità” al traffico è un’altra chiacchiera da bar priva di fondamento.
    L’unico intervento che davvero ha limitato la capacità della rete stradale è stata la pedonalizzazione di piazza Castello. Tuttavia non è successo nulla di drammatico. Vero è che prima di pedonalizzare bisognava aver chiaro cosa fare dello spazio tolto alle auto.

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  10. come al solito partono a razzo quelli delle colate di cemento , delle speculazioni…città più densa significa meno costruzioni meno sprawl urbano , significa meno inquinamento.

    visioni che su un sito come urbanfile non dovrebbero esistere…documentatevi prima di stracciarvi le vesti

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  11. Piazza castello nuovamente un’autostrada?? Ma questo non sa di cosa parla e non c’è mai stato. Allora perché non riaprire corso Vittorio Emanuele alle auto o far riparcheggiare in piazza duomo? Avanti con piste ciclabili e pedonalizzazioni, le auto in città sono il passato e vanno rallentate, non fluidificate! vanno già troppo veloci

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  12. I commenti precedenti sono solo pieni di ideologia e di preconcetti che sinceramente non mi sarei mai aspettato di trovare in un forum come Urbanfile.
    Prima di tutto ovviamente in una intervista del genere non poteva andare molto nel dettaglio, in questa occasione può solo dire della sua idea di città, non poteva andare nel dettaglio punto per punto di come realizzarla, altrimenti l’intervista sarebbe stata lunga 100 pagine!.
    Poi “densificare” non vuol dire fare palazzi stile Ligresti uno accanto all’altro, vuol dire evitare ulteriore crescita dello sprawl urbano che in Italia non possiamo permetterci e per cui abbiamo distrutto molto del nostro
    territorio
    Poi non ho letto da nessuna parte che vuole far diventare Piazza Castello una grande via di comunicazione o “autostrada”. Semplicemente ha detto che le isole pedonali vanno fatte ma pensate in zone che siano vive, come altre zone pedonali della città, non mi pare che abbia detto che vuole eliminare le isole pedonali della città
    Poi credere che la città del futuro sia senz’auto è una grande cazzata. Le città del futuro saranno un misto di diversi mezzi di trasporto favorendo il trasporto pubblico, ma non rendere impossibile il mezzo privato.
    Le persone possono aver bisogno di andare in auto per mille motivi, forse chi denigra il mezzo privato senza se e senza ma sono ventenni non sposati che non hanno una mazza da fare oppure che hanno la fortuna di vivere e lavorare in zone ben servite da mezzi pubblici. A questi l’idea che qualcuno possa avere problemi motori o ha bisogno di accompagnare persone con problemi fisici o semplicemente che devono prendere i figli a scuola dopo il lavoro (che magari lavorano nell’hinterland) o deve trovare clienti in punti diversi in orari ristretti ecc… ecc… ecc… non passa in mente. Personalmente tendo a prendere mezzi pubblici ma spesso mi capita che per un motivo o altro devo muovermi con il mezzo privato, ed una città che vuole tenere alto un livello di qualità della vita deve consentirmelo di farlo senza dover pagare cifre stratosferiche di parcheggi o vietandomi il traffico dappertutto.

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    • Ligresti ha fatto successo con le giunte e con i politici che sostengono Parisi, non puoi dire che ci sono persone ideologiche qui dentro. Sono solo realiste e sanno fare 1+1.

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      • Ligresti ha fatto fortuna con tutti i politici che sono esistiti a Milano per 40 anni! non solo Forza Italia, ma anche DC, socialisti e comunisti che governavano, a fasi alterne, in quel periodo. Ligresti non ha fatto più nulla perchè, grazia a dio, è fallito.

        Rispondi
        • Le trattative con Ligresti per i vari casini che ha fatto però le ha fatte la DE Cesaris, che ha dato una discontinuità netta all’andazzo passato.
          Tra le aeree d’oro in Ripamonti, il rasoio, e molto altro ancora, Ligresti e suoi successori han dato da fare e c’è ancora da ripristinare ai loro disastri.
          Per fortuna le patrie galere vogliono acoclgiere la famiglia.

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  13. La visione di una Milano (comune) più densa quindi con più residenti non è possibile nei modi pensati dal duo Moratti – Masseroli.
    La nostra area urbana è da tanto tempo policentrica e quindi gli obiettivi di sviluppo sia tecnologici che economici e riduzione del traffico, andrebbero indirizzati verso la grande Milano e non la piccola Milano.Capisco che le elezioni sono nel capoluogo ma il sindaco eletto sarà anche colui che siederà sulla poltrona della città metropolitana e quindi inevitabilmente le visioni future dovranno essere volte in questo senso.

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    • Si effettivamente andrebbe considerata Milano come area urbana
      Ma grazie alla riforma alla c.d.c. fatta da Del Rio, il sindaco di Milano che sarà anche sindaco della Città Metropolitana sarà eletto solo con i voti dei residenti nel comune, ed il suo messaggio politico sarà indirizzato sopratutto a questi ultimi.
      Comunque Milano 20 anni fa aveva 400.000 abitanti in più, con meno linee metropolitane, meno mezzi pubblici in generale, quindi in realtà tornale a quel livello di popolazione è fattibile.

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  14. Parisi ha detto chiaro e tondo che vuole eliminare l’isola pedonale del Castello Sforzesco.
    Le chiacchiere stanno a zero.
    Che NON vuole disincentivare le automobili nel centro delle città.

    Cose che ci rendono differenti dalle altre capitali europee in fatto di mobilità.
    Non sono le città del futuro a essere a “forte limitazione delle auto con forti balzelli economici come disincentivo”.
    Sono el CITTA’ DEL PRESENTE.

    Ecco perchè Parisi è un uomo del passato.
    Vive negli anni ’80 quando Boldi e De sica parcehggiavano l’alfasud davanti al Duomo NON anchroa pedonalizato…
    Fate un pò voi.
    Vecchio arnese del passato vecchie ricette fallimentari.
    Sempre quelle dai solityi suggeritori, Santanchè, De corato, Confocommercio.

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    • Esatto Wf, l’ha detto più volte chiaro e tondo. E davvero non credo sia possibile non riuscire a capire che se dai spazi all’auto questi saranno occupati da sempre più auto. Se dai spazio a bici e mezzi pubblici questi saranno sempre meno marginali ma cruciali per una città mediamente piccola, compatta e piatta come Milano. Le auto devono essere limitate, ne va della qualità della vita di tutti, anche di chi l’auto la dovrà usare per necessità. Il castello è il secondo simbolo di Milano, è ormai impensabile tornare allo schifo di prima!

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      • Parisi è una foglia di fico.
        In realtà dietro di lui c’è la Milano di de Corato, Santanchè, la russa e Ligresti.
        Stesse vecchie ricette per dare spazio e far man bassa di Milano da parte dei palazzinari e costruttori.
        Hanno messo una faccia nuova e pulita per riportare il vecchio e sporco che abbiamo sperimentato già abbondantemente.
        Non dico altro.

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  15. Quando Parisi ha detto che vuole eliminare l’isola pedonale davanti al Castello ha detto che vuole eliminare l’isola pedonale davanti al Castello e NON ha detto che vuole eliminare le isole pedonali a Milano e che a lui piacerebbe la Milano degli anni 80 OK?
    Quando Parisi ha detto che non vuole disincetivare l’auto nel centro città NON ha detto che aprirà il centro della città alle auto in piena libertà, nessuno potrà “sgassare” un alfa davanti al duomo. D’altro canto l’Ecopass lo ha creato il CDX!
    I vostri commeti sono del tipo come se, quando Sala ha detto che voleva togliere il pavè in Via Torino perchè pericoloso, io dicessi che Sala vorrebbe togliere i pavè da tutta Milano e che potremmo rivedere l’asfalto vicino alla galleria, davanti al duomo e davanti alla scala. Rendetevi conto, questi sono i livelli dei vostri commeti. Commenti solo pieni di preconcetti ed ideologizzati.
    Per vostra informazione Ligresti è fallito, quindi non potrà mai avere un ruolo di influenza in una giunta di CDX.
    Poi parlate sempre di Ligresti, ma tutta la MERXX costruita negli anni 50/60, sopratutto le case popolari, da “architetti” vicini al pensiero unico? non avete nulla da dire?
    Ma poi, last but not least, DOVE CAZ….. ERA SALA NELLE GIUNTE “ORRIBILI” CON I VARI LA RUSSA, LIGRESTI, DE CORATO? ERA ALLE MALDIVE O ERA AL COMUNE?

    Rispondi
    • Non c’è nessuna ideologia. Se Parisi vuole riportare l’area pedonale del castello allo schifo di prima si definisce in primis se stesso e rappresenta chiarissimamente la sua e non mia idea di città.
      Sono fatti.
      La sua visione è ben chiara.
      La sua è una lasciata di pelo ai conservatori che abitano la zona e a chi vuole poter arrivare ovunque anche fin davanti al castello in macchina.

      Quindi sono fatti che implicano una visione retro datata di futuro.

      Poi la bufala del si le isole pedonali dove non rompono il c… che non mi devono impedire di usare l’auto dove voglio?
      Ma dove siamo?
      Queste sono argomentazioni da botte piena e moglie ubriaca.
      Furbe perché si vogliono ammansuire le persone cui piacciono le isole pedonali ma nei fatti col cavolo che incidono veramente per cambiare il volto della città.
      Fatte per non pestare i piedi a chi vuole poi costruire parcheggi, case che restano vuote e poi diventano luoghi degradati case della morte dei barboni,
      sopralzi selvaggi, villaggi coppola in zona Porta vittoria abbandonati con sterpaglie.

      Ripeto riconsegnare Milano ai la russa amici dei Ligresti, Santanchè, de Corato, confcommercio, costruttori di parcheggi interrati, piano parcheggi della Moratti di cui ancora paghiamo le cicatrici.

      Parisi è il vecchio. Una foglia di fico.
      Formule di città anni 80 ormai abbandonate da tute le città europee che non a caso hanno uno sviluppo dell’economia cittadina moderno e a 2 cifre.

      Ma poi dice tutto la sincerità sulla mobilità sostenibile il fatto che si fa i selfie sulla metro per dire vedete bello il mezzo pubblico, e sono uno come voi e poi come un furbone anni 80 si fa seguire e venire a prendere dall’auto con autista all’uscita del metro.
      Ma dai.
      Ma credi che siamo così scemi?

      Rispondi
  16. Si mi hai convinto, dopo che Parisi ha detto che vuole togliere l’Isola pedonale in Piazza Castello (problema assolutamente più importante di Milano, anzi l’unico) per analisi logica è ovvio che:
    1. via alla area C, noi Milanesi potremmo andare liberamente in auto e parcheggiarla sino al Sagrato, come si usava durante la giunta Moratti;
    2. in una area piena di vuoti urbani come il centro, vai con Ligrestate all’infinito, forse butteranno giù la galleria Vittorio Emanuele e ci faranno un parcheggio multipiano, ho sentito qualcosa del genere;
    3. Soppalchi a volontà;
    4. Non solo lasceremo vuoti tutti gli appartementi in centro, ma ne costuiremmo tantissimi così rimangono vuoti, perchè ai costruttori piace costruire all’infinità senza vendere…. a loro piace solo costruire ed a nessuno frega di vendere (questo è un dettaglio che interessa solo ai Komunisti);
    5. dopo anni che non vediamo un auto parcheggiata sui marciapiedi e a doppia fila, finalmente vedremmo auto parcheggiate alla c.d.c. che a Milano non si vedono da quando c’era la Moratti;
    6. I gay saranno tutti deportati e saranno chiusi tutti i locali etnici, avremmo solo osterie milanes come negli anni 70;
    7. Gli annunci della metro saranno in italiano e bergamasco (inglese assolutamente no);
    8. Si toglieranno i cancelli ai parchi e saranno zone off-limits pieni di cocainomani;
    9. Avremmo anche la nebbia e le nevicate degli anni 80

    Non avevo pensato a tutto questo, per carità si Voto Sala.

    Rispondi
  17. Ma per caso tutti quelli che gridano “Spekulazzzzzione!!!”, sono gli stessi che lo facevano anche con Porta Nuova e Citylife?
    Se le “speculazioni dei palazzinari” saranno come questi due progetti, allora avanti tutta con la speculazione!!!

    Poi molti non capiscono che una città più densa è una città più amica dell’ambiente:
    Più densità= meno strade, meno campi agricoli sottratti all’agricoltura, spostamenti più ristretti e quindi meno inquinamento, minori investimenti sul TPL con il massimo della resa, più possibilità di trovare posti di lavoro (se uno per andare a lavorare deve fare 20Km o 5Km cambia), ecc…

    Rispondi
  18. Sì amica dell’ambiente della finanza.
    Speculazione è un termine che vuol dire riempire quartieri saturi di costruito con del costruito di infima qualità solo per massimo profitto del costruttore e non migliorare la vita di chi abita il quartiere.

    Esempio giuste simili Parisi.?
    porta vittoria pesante limitrofo
    area degradata costruttore coppola.
    Palazzoni con mattonelle del cesso come materiale di cortina.

    Altro esempio
    la darsena della Moratti
    fatta costruire ai realizzatori del mega parcheggio sotto la darsena
    risultato
    una fogna a cielo aperto con i ratti e lontre bloccata per anni per accontentare l’interesse dei costruttori.
    Ci è voluta la giunta Pisapia per dare un calcio nel sedere a questi signori e riprendere le cose in mano per ricostruire la darsena ex novo.

    Ci vuole controllo e indirizzo per gestire le cose secondo l’interesse dei cittadini che ci vivono.
    Non lasciar fare come è quanto piace per mettersi in tasca i dane.
    Poi chi ci vive chissenefrega.

    Porei fare decine di altri esempi.
    Facce nuove vecchi arnesi.
    Qui il komunismo non c’entra un belin.
    Basta leggere e informarsi senza il salame sugli occhi.
    Armata Brancaleone anche con passera.
    Il top.
    Saluti

    Rispondi
    • Ma chi ha parlato di comunismo???
      Sto solo facendo constatare che i grandi progetti hanno sempre avuto molta gente contro, salvo poi alla fine essere goduti da tutti (compresi quelli che remavano contro).
      Cerchiamo di non scrivere commenti ideologizzati e politicizzati. Ci si confronta meglio.
      Io sono stato contento sia della Moratti, sia di Pisapia perchè la prima ha dato grande slancio internazionale a Milano, mentre il secondo ha reso Milano una città umanamente più vivibile.
      Quello che contesto al Sindaco uscente è il non aver saputo progettare opere per il futuro, cosa che la Moratti invece è riuscita a fare e di cui ci accorgiamo solo adesso a progetti realizzati.

      Rispondi
      • Non sono contrario alle opere per il futuro, anzi.
        Le ritengo necessarie per Milano.
        Ecco perché non mi piace Parisi, perché è un uomo del passato.
        Con ricette già nate vecchie.
        Per il futuro è la riapertura del naviglio,
        le Smart cities,
        l’apertura internazionale
        non certo i parcheggi interrati o la riapertura al traffico del castello.

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