Milano | Casoretto – Scuola = incuria? Il caso Caterina da Siena

Come abbiamo visto in altri casi, a Porta Genova, in Piazzale Cantore dove si trova istituto Emit Feltrinelli, sporco e abbandonato, oppure in via Benedetto Marcello dove si trova il palazzo, primo Novecento, del Liceo Scientifico Statale Alessandro Volta, imbrattato dalle solite scritte. Oppure ancora in Piazzale Ascoli, dove un altro istituto, il Liceo Virgilio, è terribilmente degradato all’esterno dai soliti scarabocchi degli imbrattamuri.

Qui siamo al Caterina da Siena, in Viale Lombardia, dove nessuno pare preoccuparsi e mantenere puliti i muri dell’edificio scolastico, anzi, qui addirittura i ragazzini sono “costretti” ad imbrattare anche gli alberi, visto che i muri sono oramai completamente scarabocchiati. Possibile che chi dovrebbe dare esempio per un modo di vivere più educato e civile se ne freghi altamente?

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5 commenti su “Milano | Casoretto – Scuola = incuria? Il caso Caterina da Siena”

  1. Questa giunta (più delle altre) ha ignorato completamente il problema delle tags, semplicemente per questa giunta è un NON PROBLEMA
    Basterebbe avere i muri puliti in città per cambiare completamente la percezione della stessa, ma come ribadito è un NON PROBLEMA.
    Il bello che le tags le vediamo dappertutto, anche lungo viali batutti da turisti. Uno degli esempi più lampanti (oltre i navigli) è il viale che da Linate porta in centro. Un continuuum di tags che parte dal primo muro appena superato il parco Forlanini fino a pieno centro, ma non esagero, non c’è un MQ libero! VERGOGNA

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  2. per forza, ha pure autorizzato la bomboletta sugli stessi muri pubblici che erano stati appena ristrutturati e ritinteggiati dopo le situazioni di degrado….
    Se si potesse fare un time-lapse di 20anni, sarebbe un continuo fare-cancellare-fare-cancellare-ecc…
    Bah….

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  3. Le scuole non hanno neanche i soldi per la carta igienica, figuriamoci se ce li hanno per pulire i muri. Certo, il fatto che siano moooolto più sporche della media, fa pensare… Che siano gli stessi studenti a imbrattare. Quindi magari un po’ più di sorveglianza e magari ogni tanto far pulire agli studenti stessi…

    Sono d’accordo che a Milano questo problema sia troppo sottovalutato. Ormai noi ci siamo abituati. Ma i nostri visitatori no: quando ho a che fare con degli stranieri, è sempre una delle prime cose che mi fanno notare… “Milano? Bella, peccato per tutte quelle tag…”… All’estero, specie negli USA, le tag sono associate a periferie derelitte e dominio delle gang. Una presenza così diffusa dà ai turisti stranieri l’immagine di una città in preda all’illegalità diffusa.

    Altri esempi di luoghi di grande passaggio di turisti che sono in stato pietoso: via Vitruvio, via Vittor Pisani, le stazioni del Passante.

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  4. Non sono questi i problemi principali di Milano. è evidente inoltre che c’è una sproporzione tra i costi che si devono sostenere per contrastare questo fenomeno e i benefici effettivi che se ne ricavano dal risolverlo. Il degrado quello vero prescinde dalla presenza di tags e scritte sui muri e deriva da fattori di ben altra rilevanza.

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  5. Farei fare un concorso agli studenti x il miglior progetto di pittura del piano terra nn murales ma stile classico anche con colori vivaci o stile pompeiano .La foto della porta : l’azzurro in basso e’ ok .
    Non so se la dirigenza scolastica abbia voglia di darsi una mossa

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