Dopo tanto tempo – a quanto pare – ci si occuperà finalmente di una riqualificazione del corso “nobile“, Corso Venezia.
Infatti è in programma la trasformazione in area 30 (la zona 30 è una forma di intervento urbanistico per la moderazione del traffico nella viabilità urbana) del corso, da piazza San Babila a via Senato.
Al fine di completare il lungo serpentone pedonale o in prevalenza dedicato ai pedoni, che va dall’Arco della Pace, passando dal Parco Sempione, dal Castello e via Dante, dal Cordusio al Duomo per giungere a San Babila ora pare arrivato il momento di intervenire su Corso Venezia. Per il tratto iniziale del corso, fino a via Senato, sono previsti l’allargamento dei marciapiedi, la riduzione dello spazio per le auto, nuove piste ciclabili e soprattutto nuovo arredo urbano.
Noi speriamo sempre che sull’arredo urbano prima o poi si faccia una seria riflessione generale e che sia coerente col contesto in cui viene collocato.
Ad esempio per questa via noi speriamo sempre nel ritorno dei vecchi lampioni, come all’inizio del Novecento, l’eliminazione dei semafori a ponte (siamo in una via monumentale, fatta di palazzi d’epoca e non lungo la tangenziale). Qualche razionalizzazione dei cartelli e dei pali: ora pare una foresta metallica in alcuni punti. Poi, magari, anche i marciapiedi in pietra e qualche aiuola. Ci auguriamo che i tecnici del Comune possano in parte sposare questa visione, che restituirebbe a Milano una classe e una dignità oramai perduta e che possiamo trovare in altre città.
Ne avevamo parlato già mille volte, nel 2012, a dicembre del 2012, nel 2013 e nuovamente nel 2016.
Finalmente! E’ una via potenzialmente bellissima ma che ora fa pena.
Spero che si abbia il coraggio di mettere anche aiuole con alberi a bassa fusto.
Personalmente avrei dato la priorità a rendere più civile, vivibile ed Europeo Corso Buenos Aires o Corso Vercelli, ma mi rendo conto che la lobby del lusso del quadrilatero e gli investitori del Centro possono indirizzare le scelte del Comune molto di più di quanto possa io 😉
Purtroppo il compito di migliorare C.so Buenos Aires è spettato alla Moratti ed i risultati mediocri sono sotto gli occhi di tutti, temo che ci vorrà qualche altro lustro prima che qualcuno pensi di mettere mano seriamente a questa strada importantissima.
Vero.
Però se corso Venezia diventa un bel viale monumentale gradevole a piedi allora miglioreranno anche le condizioni per un cambio di mentalità di corso Buenos Aires, ossia la bruttezza e i suoi limiti saranno ancora più evidenti.
Ci saranno sempre meno alibi, la puzza di auto si noterà sempre più, etc, i cittadini chiederanno sempre più fortemente un cambiamento.
Quindi benissimo che si rifaccia la via che unisce un’area già fortemente pedonale (corso Vittorio Emanuele) con l’autostrada puzzolente di corso Buenos Aires (o puzzolente Aires, come la chiamo io).
La carreggiata delle auto va ristretta assolutamente, questo fa sì che la strada acquista una dimensione e soprattutto delle proporzioni pedonali da viale monumentale.
È un arricchimento economico anche in chiave turistica.
Perché si crea una passeggiata piacevole tra due luoghi da connettere e terraformare, ossia san Babila con tutto il centro con piazza oberdan e corso Buenos Aires.
Finalmente.
Decisamente un intervento fondamentale nonché strategico
Che bella notizia! Speriamo in marciapiedi larghi, fioriere, e una partnership pubblico-privata che finanzi il progetto.
D’accordo con Robertoq per quanto riguarda corso Buenos Aires e Vercelli!
La notizia circolava già da un po’ ed è una ottima notizia, il problema come sempre a Milano e sul come le cose verranno realizzate.
Basta guardare il vostro rendering per capire come la via potrebbe cambiare radicalmente aspetto con pochi e semplicissimi accorgimenti, eliminazione totale della sosta di auto e moto, restringimento della carreggiata stradale ad una sola corsia per senso di marcia, marciapiedi in pietra (magari usando il pavè?!), eliminazione dell’illuminazione aerea e ripristino dei bellissimi lampioni d’epoca, eliminazione di tutti i manufatti brutti e superflui.
Purtroppo ho paura di vedere come questo lodevole intervento sarà realizzato.
Come volevasi dimostrare!
Dimentichiamoci del vostro bellissimo rendering e teniamoci ancora una volta un giusto intervento realizzato però nel modo sbagliato, ho ritrovato un articolo del corriere della sera (24/03/2014!!!) in cui si parlava della zona 30 e della nuova ciclabile, copio fedelmente:
Si partirà proprio dalle piste ciclabili: saranno due, in «sede protetta», e si riuniranno all’attraversamento di via Senato. Lo spazio per le biciclette verrà ricavato in parte dalla strada, in parte (minore) dai marciapiedi. L’intero spazio tra San Babila e via Senato, inoltre, sarà trasformato in una «Zona 30» (limite di velocità per le auto), con l’allargamento dei marciapiedi che saranno completamente rifatti, con una nuova pavimentazione. Da Palazzo Marino assicurano che saranno comunque conservate sia le aree per la sosta, sia quelle per il carico e scarico delle merci.
Insomma.. mia aspetto una schifezza alla Viale Tunisia!!
Tremo alla sola idea che il progetto sia nelle mani dell’Ufficio Tecnico del Comune, praticamente una certezza che non ne uscirà niente di decente.
Mi chiedo se questi signori facciano mai dei corsi di aggiornamento, vadano mai ai convegni e alle fiere di settore, se il Comune non paghi loro l’abbonamento alle riviste specializzate….
o se più semplicemente non girino in Internet a guardarsi i tanti portali esistenti (a partire da questo, ma ce n’è anche di molto più tecnici) o non vadano mai a farsi un weekend lungo in una qualsiasi città europea guardandosi in giro un po’, come facciamo noi da semplici appassionati…………
………PERCHE’ DA COME LAVORANO SI DIREBBE PROPRIO DI NO!!!!
Viale Tunisia era un progetto vecchio di dieci anni ereditato dalla Giunta precedente. Adesso siamo nel 2016 e spero che il progetto di Corso Venezia sia aggiornato di conseguenza.
Ad esempio vedo con piacere che si parla di istituire la zona 30 (una cosa SACROSANTA di cui 10 anni fa non si parlava nemmeno).
MA se fai la zona 30 non devi anche fare le piste ciclabili corazzate larghe 3 metri col muro di Berlino di fianco (tipo lo strazio del mozzicone di pista in Via Verdi), perché il razionale alla base delle zone 30 (serie) è che pedoni, bici e (poco) traffico veicolare possano convivere armoniosamente e civilmente con meno separazioni possibili – ma ovviamente con uno studio delle carreggiate apposito.
Altrimenti non è una zona 30 ma una strada come le altre col cartello “30”, giusto perché fa figo dire che abbiamo la “zona 30” come quelli “all’estero”
Auto pedoni e bici non potranno MAI convivere civilmente. MAI. Un’esperienza simile di “spazio condiviso” è stata fatta quest’anno a Berlino lungo una strada un poco più larga del nostro Corso Venezia, la Maaßenstraße. Il risultato è stato un pasticcio urbanistico come pochi, che ha portato benefici NULLI per ciclisti & pedoni, i quali hanno continuato ad usare i marciapiedi preesistenti.
Per l’intersezione con via Senato bisogna studiare attentamente tutti i flussi per scegliere una soluzione che permetta di passeggiare dignitosamente e in sicurezza
Non sarei così apodittico sull’impossibilità di convivenza pacifica tra traffico (limitato) auto e pedoni nelle zone 30. Ci sono esperienze e prove in giro per l’Europa, perché le separazioni troppo rigide – specie nelle zone 30 – sono controproducenti perché non costringono al rispetto reciproco tra i differenti tipi di utenti.
Il razionale è lo stesso che vale per altri fenomeni: Cordoli, muri, muraglie, barriere, filo spinato (mine antiuomo ecc) a prima vista sembrano la soluzione migliore, ma in realtà non lo sono – almeno nel medio periodo.
Dipende. Ci sono casi e casi.
Sempre in viale Tunisia la realizzazione della pista ciclabile ha portato alla cancellazione dei posti auto presenti, lasciando una sola corsia libera per il transito delle auto, e riservando due corsie centrali per il tram, distente dalla strada tramite segnaletica per terra. Il risultato? Com’era prevedibile, tutti coloro che prima parcheggiavano negli spazi poi presi dalla ciclabile hanno cominciato a parcheggiare tranquillamente sulle uniche corsie rimaste per il traffico, col risultato che quest’ultimo si è perennemente trasferito sulla corsia tram, incasinando completamente la regolarità dei tram 5 e 33.
Se al posto di una striscia per terra ci fosse stato un cordolo, a quest’ora non avremmo nè parcheggi alla Milanese Imbruttito nè tram congestionati nel traffico.
Il cordolo è brutto? Si sporca? Va sostituito? Bene! Allora togliamo l’asfalto dove passano i tram e mettiamo l’erba, come nell’attiguo viale Regina Giovanna.
Quindi, per concludere, cosa è meglio?
Bisogna valutare attentamente la situazione. Perché se è vero che non ci sono mezzi e il traffico è relativamente poco grazie all’area C, bisogna notare come il corso si restringa progressivamente prima di incontrare la cerchia dei navigli, rendendo complicato già oggi la sopravvivenza di auto e pedoni. Ribadisco la necessità di uno studio sui flussi presenti e sulle interferenze che essi generano, prima di prendere qualsiasi decisione sul futuro assetto della strada. Ragionare per casi isolati è il modo peggiore per fare le cose
Vedo dalle risposte che c’è molta confusione su cosa sia una zona 30.
È difficile spiegarlo a chi non si è imbattuto con la propria auto.
Intanto smettiamola di parlare di “ESPERIENZE, perché le zone 30 ci sono da almeno 30 anni in europa0,solide, funzionano e sono una realtà assodata.
La zona 30 quando ti imbatti con l’auto cambia completamente l’aspetto della strada, l’auto rallenta perché spesso è lastricata, cambia i colori della strada, ci sono le persone in mezzo, diventa pericoloso procedere veloci, c’è gente con attività, si devono scansare momentaneamente per farti passare, la carreggiata si restringe, sebbene non ci sia carreggiata ma solo differenza di colore, spesso l’area è rialzata come un’isola per sottolineare che è un’area quasi off limits per le auto.
Questo volevo dire che le zone 30 con l’auto creano disagio a chi le percorre, sono lente e sono solo l’ultima soluzione se proprio ci devi passare con la macchina. Ti scoraggiano a usarle, anche perché non è bello che i pedoni ti guardano storto quando invadi il loro spazio.
Insomma si lascia la possibilità proprio se sei costretto a andare al numero civico oppure proprio non puoi fare a meno di attraversare quel pezzettino di strada. Ovviamente NON È CONSENTITO parcheggiare un attimino lungo la carreggiata.
Solo attraversamento. O scaricare una persona al volo.
Tutto questo per dire che il faro con il quale una zona 30 deve essere costruita sta proprio in uno scoraggiamento fisico ma psicologico dellattraversarla in auto. Qualcosa che faccia passare la voglia di guadagnare tempo nel tagliare e risparmiare spazio come una scorciatoia. Far diventare una brutta esperienza l’ingresso con l’auto.
Pur tuttavia permettendo per le emergenze l’ingresso dell’auto.
In Francia ne è pieno, non serve scomodare Berlino.
Il senso della zona 30 è chiarissimo, una zona dei pedoni con le auto una eccezione e degli intrusi.
Assolutamente d’accordo.
Andrebbe però spiegato a chi vive nel magico mondo incantato dell’Ufficio Tecnico del Comune (e simili).
Ho paura che nelle loro sapienti mani la “zona 30” in Corso Venezia si limiti alla solita selva di cartelli “30” montati su palo di ordinanza, pista ciclabile oversize cordonata a zig zag in corrispondenza fermate ATM e ripavimentazione marciapiede.
Che è sicuramente “meglio di niente” e soprattutto “meglio di prima”, ma certo niente di innovativo e entusiasmante.
Verissimo.
Diciamo che per corso Venezia se si limitano a restringere l’autostrada che è oggi a solo una carreggiata stretta quanto una automobile (vedi Francia) che impedisca la sosta a margine (poiché bloccherebbe le auto dietro impossibilitate a superare l’auto ferma).
E aggiungono solamente dei piloncini bassi spacca carter auto su bordo limite dei nuovi marciapiedi, in modo da impedire il parcheggio 2gomme su e due gomme giù, allora…
Chissenefrega di pali, cartelli, targhe, lampioni, etc.
Questi 2 accorgimenti bastano e avanzano.
I cartelli 30 possono metterseli nell… ufficio tecnico.
3.ci sarebbe un’altra best practice da poter implementare, ossia la modifica da rettilineo a chicane, sfasamento carreggiata, per impedire l’allungo di accelerazione e rendere più scomodo il percorso automobilistico….
Io temo fortemente che alla fine sarà una roba del genere. Un palo e un disegno per terra e via.
Intendiamoci, pure io voglio un centro a misura di pedone, finalmente liberato dalle troppe auto presenti a Milano. Il problema principale è la permanenza delle auto sul tracciato della cerchia dei navigli. Finché la Cerchia resterà aperta al traffico, un intervento serio e ben fatto di Zona 30 porterebbe più danni che guadagni. Ricordiamoci che nel weekend Area C non c’è, e che l’asse Corso Venezia-Buenos Aires-Monza è storicamente uno dei più trafficati della città (e difatti la prima linea del metrò fu costruita proprio sotto questi viali).
Se passerà il referendum sulla riapertura dei navigili, è doveroso cogliere la palla al balzo per dare il via ad una risistemazione del centro a misura di pedone/ciclista/TPL. Allora sì che si potranno fare delle zone 30 serie e decenti.
Se non si agisce sull’insieme, son soldi buttati.
Magari anche no, dai.
Secondo me GR ha perfettamente ragione.
Se non ripensi la viabilità in centro completamente e sul serio, “zona 30” serve solo perché l’Assessore di turno possa farsi bello al Convegno dicendo che ha “incrementato le zone 30”, ma all’atto pratico – a parte qualche palo e cartello in più – non cambia nulla.
I
Io trovo che l’illuminazione aerea sia molto pratica, perche’ riduce il numero dei pali.
Sì ma in compenso i fili tirati sono inguardabili. Non parliamone poi quando nella via passano anche i tram o i filobus e i cavi sono doppi e spesso incrociati a casaccio.
Per ridurre il numero di pali basta mettere segnali stradali e anche semafori sui pali della luce come fanno, ad esempio, a Barcellona (ma anche in tante altre città europee).
Come dice Claudio, se si riesce ad utilizzare un solo palo per più funzioni (illuminazione, segnali stradali, semaforo, sostegno per i cavi del tram, ecc.) il numero di pali si ridurrebbe drasticamente.
Inoltre penso che un bel palo in stile 800′ nel giusto contesto non solo non sia di troppo ma anzi dia alla strada un aspetto più curato e ‘storico’ contribuendo ad arredarla. I fili appesi fanno sempre e comunque schifo, dove se ne può fare a meno vanno assolutamente evitati.
A proposito di fili e pali, invito i ragazzi di urbanfile a fare un servizio sul prima e dopo relativo all’illuminazione di Viale Monza (rifatta durante la giunta Moratti). Chi ha firmato il progetto andrebbe arrestato!! Come aggiungere brutto al brutto.
concordo con articolo!! Giusto!
Io preferirei un intervento come quello di G. Armani. Pavimentazione larga in pietra con l’aggiunta di una bella pista ciclabile (non quelle che vediamo di solito a Milano) e se é possibile del verde,
allora alcune mie note personali:
– se pista ciclabile deve essere, togliamo lo spazio alle automobili non ai pedoni (vedi insulso viale Tunisia);
– cerchiamo di raddrizzare per quanto possibile carreggiata e marciapiedi (vedi insulso Corso Buenos Aires);
– eliminiamo l’uscita della metropolitana troppo vicina agli edifici (via Palestro, Corso Venezia);
– zona 30: non basta mettere un cartello (vedi insulsa zona Lazzaretto);
aggiungo: eliminare le grate (piene zeppe di tappi non so bene di cosa, siringhe per farsi di eroina?)…
Quelle grate servono alla linea metropolitana che scorre sottostante, dubito che possano essere eliminate tout-court
La Best Practice “chicane” la eviterei. Dovesse mai servire la strada per delle emergenze. Capitano.
Infatti all’estero tutti morti.
massì, dai …… mi hai persuaso. Tipo Lombard Street però.
Comunque il vostro renderering mi piace al punto tale che fare un bel copia e incolla e realizzerei la stessa soluzione anche in:
Via Manzoni
Corso Genova
Viale Gorizia
Via Vigevano
Per le vie in cui passa il tram il palo in stile dovrebbe fungere contestualmente anche da supporto per i fili del tram.
Ps. Dimenticavo Corso Colombo e Corso Vercelli e probabilmente qualche altra strada.. 🙂
Non capisco questa moda di eliminare o stringere al massimo le corsie per le auto, incastrare le piste ciclabili da per tutto anche dove non c’e lo spazio per i marciapiedi (tipo viale tunisia) in una città che ha 1 millione di abitanti. Devono realmente guardare alle cose e di riqualificare pesantemente principali viali con distribuzione ragionevole dello spazio pedoni, biciclette, auto, parcheggi e il verde.