Una Milano dei giovani, che dia spazio alla creatività e alla musica, che sia prevalentemente carfree e favorisca l’utilizzo della bicicletta e del trasporto su rotaie, dove il verde sia considerato una vera e propria infrastruttura. In pochi aggettivi, innovativa, sostenibile ed equa.
E’ questa la città del futuro, secondo gli oltre duemila milanesi che hanno partecipato alla tre giorni di workshop e dibattito “Dagli Scali, la nuova città”, l’iniziativa promossa da FS Sistemi Urbani in collaborazione con il Comune di Milano e il patrocinio di Regione Lombardia conclusasi stamattina allo scalo Farini.
“Impegno e determinazione ci guideranno in questa grande sfida, vogliamo trasformare i sogni in progetti, in cantieri. Questa tre giorni ha saputo aprire le finestre alla città, questo grande coinvolgimento e la partecipazione internazionale sono un fatto storico. Ora è importante seguire con la stessa determinazione il percorso futuro che ci porterà all’accordo e poi alla riqualificazione delle aree”, dice la vicesindaco Anna Scavuzzo.
“Sono stati giorni intensi e fantastici – ha detto l’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran -. Questa città ha bisogno di discutere e confrontarsi sulla Milano del futuro per prendere le decisioni migliori sulla rinascita di queste grandi aree. Abbiamo un’ottima delibera di consiglio comunale condivisa anche dall’opposizione, ed è questo che chiediamo ai cittadini: partecipare e dare il proprio contributo, perché da queste aree passa il futuro della città di Milano. Ora dobbiamo subito pensare agli usi temporanei: vogliamo che i giovani tra i 18 e i 24 anni siano i soggetti principali coinvolti fin da subito nel riutilizzo di queste aree perché le vendano vive”.
“E’ un momento di grande orgoglio per questa città – ha sottolineato Gioia Ghezzi presidente del Gruppo FS Italiane -, Ferrovie dello Stato continuerà ad esserci, lavorando per una mobilità integrata e per la valorizzazione degli scali insieme a tutte le istituzioni, per i cittadini e l’immagine dell’Italia nel mondo”
Soddisfatto per il livello di partecipazione di questi tre giorni Renato Mazzoncini, Amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Ferrovie dello Stato. “Devo dire grazie alle istituzioni e a Carlo De Vito – ha commentato – che hanno lavorato per rendere possibile questo evento. Dobbiamo pensare a Milano come Città Metropolitana da 10 milioni di abitanti, garantire un’infrastruttura di trasporto pubblico competitiva a livello europeo, fare in modo che le persone si muovano con i treni. Milano in questo, ancora una volta, sarà locomotiva del Paese. Grazie a tutti quelli che contribuiranno con idee e proposte a questo grande e ambizioso progetto”.
“Gli scali ferroviari di Milano – ha aggiunto Carlo De Vito, ad di FS Sistemi Urbani – sono un asset di grande valore non più funzionali alle attività ferroviarie, la cui riqualificazione ha effetti anche sul futuro sviluppo della città stessa, perché posizionati in contesti urbani strategici. Un esempio è lo scalo Farini, situato nel cuore del tessuto urbano della città, a due passi dalle vie della moda e dei principali musei e monumenti. cittadini, I tre giorni di workshop – ha concluso De Vito – sono stati una vera e propria performance innovativa nel modo di affrontare l’urbanistica in Italia e per immaginare la Milano del futuro fra 20 o 30 anni.”
Per Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati “Nessun’altra città avrebbe la forza di coniugare volontà politica, senso civile, disponibilità economiche. L’anima di Milano – ha detto l’onorevole – è un dato importante per la realizzazione di questo progetto, che dovrà fare i conti con i cambiamenti climatici, le nuove tecnologie, la sostenibilità, le comunità e dimostrare di essere un paese in grado di sfidare il futuro. Milano sarà in grado di rifare onore all’Italia”.
“Siamo una regione attiva nonostante la crisi economica, Milano è la capitale delle idee – ha detto Alessandro Sorte, assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia -. Vogliamo chiudere l’Accordo di Programma velocemente, e per farlo ci sarà forte collaborazione tra tutte le istituzioni”.
A tirare le fila sono stati anche i 5 architetti di altrettanti studi internazionali – Benedetta Tagliabue (EMBT), Francine Houben (Mecanoo), Stefano Boeri (studio SBA), Ma Yansong( MAD Architects) e Cino Zucchi (CZA) – che hanno preso parte ai tavoli. Hanno parlato dell’importanza di valorizzare l’unicità di Milano, pur nell’obiettivo di renderla sempre più internazionale e competitiva in termini di sostenibilità, offerta culturale, e qualità della vita. Gli scali riqualificati dovranno essere luoghi di generazione di innovazione, che valorizzino e diano senso allo sviluppo di tutta la città, dove le funzioni siano integrate all’interno dei quartieri ma anche all’interno di ogni singolo edificio.
Umanità, mobilità integrata, creatività, felicità, natura, futurismo, permeabilità dei piani terra, cura di sè sono alcuni dei concetti emersi e su cui gli architetti lavoreranno per dare vita a cinque possibili scenari per la città di domani che aiuteranno il Comune di Milano, FS Italiane e Regione Lombardia nella definizione dell’accordo.
Visioni possibili, frutto del grande lavoro di centinaia di milanesi, che verranno presentate alla cittadinanza il prossimo marzo.
Intanto già da gennaio continueranno gli incontri pubblici e le occasioni di dibattito e confronto, a partire dalle Commissioni Comunali che, come ha ricordato Carlo Monguzzi, Presidente della Commissione Mobilità, Trasporti, Politiche Ambientali, Energia, Protezione Civile, Animali e Verde del Comune di Milano, saranno convocate ogni 15 giorni per garantire la massima partecipazione pubblica dei cittadini. “Siamo la prima città in Italia in cui la rinascita di un milione e 250mila mq la fanno i cittadini e le loro forme di rappresentanza associazionistica e sociale, – ha detto Monguzzi – stiamo costruendo un pezzo d’Europa”.
Shopping e isole pedonali, il caso Buenos Aires scatena la guerra tra i commerciantiShopping e isole pedonali, il caso Buenos Aires scatena la guerra tra i commercianti
Netta spaccatura tra i favorevoli alla domenica a piedi e chi contesta la scelta della data. “La maggior parte dei commercianti è favorevole alla chiusura della strada”
Come il progetto per la pedonalizzazione in via Vigevano, anche la chiusura al traffico di corso Buenos Aires di domenica diventa terreno di scontro tra commercianti. Se da una parte ci sono l’associazione Ascobaires e la Confcommercio che si scagliano contro l'”Isola pedonale dei sapori” della Coldiretti, dall’altra c’è l’associazione Buenos Aires Futura e il Comitato cittadino Venezia-Buenos Aires che invece si schierano a favore della chiusura alle auto: “Non è vero che la maggioranza dei commercianti è contro la chiusura, anzi noi siamo completamente favorevoli – dice Paolo Uguccioni, proprietario di diverse vetrine nella zona e iscritto alle associazioni -. Recentemente abbiamo fatto un sondaggio tra i negozianti, da cui si è capito che la maggior parte sono favorevoli a queste chiusure perché portano un grande afflusso di persone. Noi siamo favorevoli alla pedonalizzazione e chiederemo di estenderla”.
Il tema sollevato dalla Confcommercio e da Ascobaires era economico: secondo loro la chiusura la domenica prima di Natale rappresenta un danno per lo shopping dei regali. “Sono disgustato – ha detto Gabriel Meghnagi di Ascobaires – da questo approccio nei confronti dei commercianti. Lo voglio dire chiaramente, perché da domenica mi troverò contro 190 associati infuriati. È inaudito chiudere al traffico corso Buenos Aires la domenica prima di Natale per mettere delle bancarelle con il cotechino e le salamelle”.
A stretto giro è arrivata la risposta dei commercianti favorevoli
alla domenica a piedi. È quindi sempre più evidente la scollatura tra le due anime del commercio milanese: una più tradizionale, legata all’equazione “più traffico uguale più soldi”, e un’altra legata a una sensibilità crescente che vede nelle pedonalizzazioni e nella razionalizzazione della viabilità cittadina un potenziale vantaggio economico proprio per gli esercenti, come avvenuto in passato per via Dante e via Sarpi.