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Milano | Porta Volta – La recinzione per il Giardino Comunitario Lea Garofalo

Al Giardino Comunitario Lea Garofalo, lo spazio verde di Porta Volta tra i bastioni e viale Montello, sono in corso i lavori per recintare l’area e renderla più sicura.

Lo spazio urbano doveva ospitare in origine un parcheggio interrato ed è rimasto per decenni terra di nessuno pur essendo in centro città.

Attraverso il progetto “Giardini Condivisi”, che rappresenta un modo innovativo di recupero e di gestione di aree pubbliche abbandonate, qui è stato creato il Giardino intitolato a Lea Garofalo.

Finalmente dopo la recinzione quest’area inizierà ad avere un aspetto più sicuro, anche se, a nostro parere, ci sono ancora parecchi ruderi delle case abbattute che, secondo noi, hanno un aspetto un po’ pericolante.

Un nostro articolo precedente.




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


2 thoughts on “Milano | Porta Volta – La recinzione per il Giardino Comunitario Lea Garofalo

  1. ocia87

    Ma se il pubblico non ha interesse o non riesce a gestirlo, perché non lo vende? Il Comune organizza annualmente bandi per l’alienazione delle sue proprietà.

    1. Anonimo

      Credo il giardino sia stato dato dal Comune in uso ad una Associazione con un bando.

      A me piacerebbe che appena scaduta la concessione il Comune lo riprenda e lo gestisca direttamente (oggettivamente potrebbe essere valorizzato molto ma molto meglio), anche considerato che tutta la zona ha avuto un grosso sviluppo in questi anni.
      Immagino però che non ci siano i soldi e poi se il privato/associazione riesce a fornire un servizio accettabile è giusto e sacrosanto (come principio di massima) che il pubblico se ne stia alla larga e intervenga dove invece non c’è alternativa.

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