Milano | Cordusio – Altro palazzo in rinnovo in via Orefici

Ed ecco un ennesimo edificio in rinnovo nei pressi del Cordusio, si tratta del complesso formato da due edifici risalenti alla fine del XIX Secolo che sorgono all’angolo tra via Orefici e via Cantù.
Gli edifici in questione fanno parte di un complesso che occupa quasi un intero isolato, costruito alla fine dell’Ottocento quando venne allargata via Orefici. Sono in stile eclettico neo-rinascimentale, diviso in tre blocchi separati dalla via semi-pedonale del Passaggio Centrale. I palazzi sono uniti da due terrazzi poggianti su un arco a tutto sesto sorretto da quattro colone. Gli edifici che saranno riqualificati sono i due che affacciano su via Orefici.

L’edificio d’angolo ha una corte quadrata ed è di 5 piani ad uso uffici, come i piani superiori dell’altro edificio, che ha però 6 piani, dove invece al piano terra si trovano esercizi commerciali. Entrambi hanno tetti piani in sommità, utilizzati in parte come terrazzi. Tra il 2001 e il 2011 gli edifici hanno subito varie trasformazioni dovute a passaggi di proprietà, in particolare migliorie strutturali, risistemazione degli accessi e degli affacci con vetrine su strada, l’installazione di una piscina e della zona fitness in uno dei due piani interrati dell’edificio a corte.
Il progetto di riqualificazione prevede interventi circoscritti mirati a migliorare la vivibilità dei due edifici, senza stravolgerne l’identità. Ai piani terra, primo e primo interrato sono previste tre attività commerciali, delle quali una avrà uso esclusivo della corte, che verrà coperta, divenendo un ambiente caldo a doppia altezza con una copertura in acciaio e vetro volumetricamente complessa. Gli allineamenti degli elementi strutturali sono stati ripresi dal passo delle aperture, già coordinati nell’esistente con il disegno della pavimentazione della corte. Tutte le strutture principali della copertura sono dotate di carter in alluminio per l’alloggiamento di condotte e illuminazione, per integrare i terminali impiantistici in un disegno pulito e minimale. Le specchiature trasparenti sono di 3 tipi differenti di vetro extra chiaro stratificato selettivo con la stessa resa estetica. Per minimizzare l’impatto della struttura sulle murature esistenti, si sono previsti solo 6 punti di ancoraggio ai maschi murari. Ai piani superiori si insedieranno uffici con lobby di ingresso dedicate al piano terreno, e magazzini al piano secondo interrato.
Il progetto prevede anche la completa demolizione della copertura del collegamento tra gli edifici (oggi vi è un tunnel coperto in metallo e policarbonato), sostituita da una struttura in metallo con elementi dalle proporzioni affilate verniciati, e con parziali tamponamenti in vetro multistrato. Grazie all’espediente strutturale di ancorare le due travi portanti ai maschi murari dei due edifici, i lati della copertura possono essere tamponati a piacimento, mantenendo una certa distanza tra le lastre in vetro e i carter in metallo. La tettoia continuerà ad essere aperta sui due lati, solo in parte protetta dai vetri. La rampa di connessione viene spostata all’interno dell’edificio per permettere la fruizione del terrazzo. La percezione dell’edificio d’angolo dalla strada si alleggerirà molto, poichè le vetrine vengono tutte riaperte, a tutta altezza, con infissi di 5 cm riproposti anche al piano superiore, con specchiature ad anta unica al posto delle attuali tripartite. Sul tetto, il sopralzo aggiunto nel 2002 viene modificato per adattare lo spazio interno ad uso uffici: viene sostituita la facciata esistente con una trasparente, vetrata con elementi strutturali metallici esterni scansionati secondo le aperture della corte esistenti. Anche la balaustra viene ridisegnata con un ritmo di bacchette verticali e orizzontali. Verrà in ogni caso mantenuta la sporgenza della falda esistente verso lo spazio centrale, convertita in uno stretto balconcino per migliorare la vivibilità del piano. Per rendere utilizzabile il terrazzo per eventi privati, viene prolungato uno degli ascensori esistenti fino alla copertura. Il volume in copertura dell’altro edificio invece, ora dedicato a macchinari impiantistici, verrà occupato da una zona per sale riunioni dirigenziali.
Il progetto adotta il protocollo LEED, e da una prima analisi si propone come obiettivo raggiungibile il livello GOLD; presenta impianto fotovoltaico in copertura, e sfrutta le pompe geotermiche già presenti per sopperire alle necessità energetiche dell’edificio.

Il progetto è a cura di Barreca & La Varra

Di seguito alcune immagini della via pedonale del Passaggio Centrale (che potrebbe esser chiamato: passaggio Hemingway, visto che il noto scrittore venne ricoverato proprio qui, essendo il palazzo durante la guerra del 1915-18, utilizzato come come ospedale)

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

17 commenti su “Milano | Cordusio – Altro palazzo in rinnovo in via Orefici”

  1. @Wf, non credo che una ristrutturazione così onerosa la fai solo per sfizio estetico… e se chi ha i soldi spende in vestiti e gioielli…

    Sarebbe auspicabile un bel rifacimento dei marciapiedi. Ora anche il “passaggio Hemingway” segue la logica invertita: sanpietrini per le auto, asfalto per i pedoni.
    Basta con queste schifezze!

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    • Così il centro si desertifica.
      Diventa mono prodotto, come se non ci fossero abbastanza vestiti e gioielli e banche e profumi tra cairoli e San Babila.

      Che ci facciano profitto va bene ma un po di diversificazione merceologica non tradsformerebbe il centro in un ghetto di lusso…

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      • Visto che ormai tutti comprano tutto su Amazon, che cosa proponi come negozio alternativo che possa sostenere il canone di affitto di quella zona?

        L’ennesimo bar/enoteca/pizzeria/paninoteca/ristorantino col tavolino fuori ed il buttadentro che ti porge il menù?

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        • Una bella libreria in stile new York, Feltrinelli, mondadori, o westfield non ci starebbe male.

          Certo che se lo mettiamo sul piano economico allora mettiamo esclusivamente negozi di mutande di 4a categoria ma vendute al 1700% del costo di produzione.

          Anche un market di media gamma che mancano in centro.
          Sono un uomo semplice..

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          • Mah…Le librerie sono in crisi totale, pensa solo alla miserrima Feltrinelli al piano terra della fondazione che ha 4 scaffali in croce. E comunque nel raggio di 800 metri ci son già Mondadori in Duomo, Feltrinelli e Rizzoli in Galleria e la Hoepli.
            Il market di media gamma poi non credo esista neanche più, UPIM è praticamente sparito inglobato da OVS (che è li di fianco), Standa scomparso ecc ecc. Se invece intendi l’alimentare, credo che se volessero, potrebbero trovare altre occasioni ben meno costose nelle viette limitrofe.
            Forse ci starebbe una catena tipo Pret a manger, ma è pur sempre una catena di fast food anche se un po’ più evoluta… Non saprei.

            Forse un esercizio indipendente un po’ diverso ci potrebbe stare se il Comune imponesse che parte degli spazi commerciali fossero affittati a canone concordato, ma non succederà mai…

          • Westfield è una catena di centri commerciali di lusso, non di librerie… a Londra io ne conosco due, uno a White City e uno a Stratford. A Milano pare che aprirà a Segrate.

            Forse intendevi Blackwell’s?

          • Intendevo proprio il centro commerciale di lusso, anche se lho messo in fila alle librerie ma il concetto che volevo esprimere è quello di un centro storico non appiattito su 4 categorie merceologiche e un solo tipo di negozio.
            Sennò diventa tutto sterile.
            Ci vuole la alto e ci vuole il basso.
            La libreria stile centro commerciale alla londinese oppure il mix market e consumo.
            Insomma non il solito negozio per bausciato 2.0…
            Forse non mi spiego abbastanza…

            A ogni modo il solo fatto che si ristrutturi e si offra a nuovo è positivo però via Dante sta diventando come corso v e.
            Va bilanciato.

      • “Così il centro si desertifica.”
        Ma se siete stati voi ciclotalebani a desertificare il centro impedendo il sistematico utilizzo dell’auto, che si sa chi ha una famiglia con figli ne ha assoluto bisogno.

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  2. Le parole d’ordine per un Nuovo Ordine Urbano in Piazza Cordusio sono:
    1) Multinazionalizzare: più multinazionali in piazza Cordusio (come per es. le recenti Tiffany, Apple, Starbucks in centro), perchè queste portano ordine, normalizzano, e c’è meno degrado e di questo ne beneficiano anche i piccoli negozianti che hanno il negozio vicino a loro. Un pò come quei pesciolini che stanno sul dorso della balena come si vede nei documentari.
    2) Pedonalizzare: pedonalizzare tutta Piazza Cordusio. Prenderei anche in cosiderazione di estendere la Galleria Vittorio Emanuele, cioè estendere la copertura e la pavimentazione (con lo stile originale in entrambi i casi) anche in via Grossi e via Berchet (ah che bello, sento già i troll rosicare, i loro denti che stridono…). In particolare si potrebbe estendere la copertura della galleria per tutta via Grossi fino a piazza Cordusio, così da aprire un “secondo fronte” della Galleria dopo piazza Duomo, così da soddisfare “lo spazio vitale” dello shopping milanese e delle multinazionali (sentite le otturazioni dei troll come saltano…). Ci sarebbe solo da spostare da via Grossi a via Protaso i binari dei tram. Sarebbe un progetto fantastico, verrebbe fuori una Super Galleria.
    3) Tavolinizzare: vanno aumentati i tavolini all’aperto in Piazza Cordusio e tutto il centro di Milano. Andate per es. nel centro di Verona e resterete impressionati dalla quantità di tavolini all’aperto che ci sono rispetto a Milano.
    Riassumendo, le parole d’ordine per Piazza Cordusio sono: Multinazionalizzare, Pedonalizzare e Tavolinizzare!

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  3. “Fossi nel Comune inoltre prenderei in considerazione l’idea di creare una municipalizzata (come Sea e Atm) per gestire le vie principali di Milano come dei veri e propri centri commerciali, quindi anche con la possibilità di gestire la sicurezza, l’arredo urbano, la possibilità di costruire parcheggi sotterranei convenzionati con i negozi, iniziative di intrattenimento, addirittura realizzare coperture delle vie ecc. Anche i negozi sia del piccolo negoziante che delle multinazionali si potrebbero affiliare come i negozi dei centri commerciali. Questo anche per diminuire la pressione competitiva dei centri commerciali e dell’ecommerce nei confronti dei piccoli negozianti. Poi in futuro la stessa municipalizzata potrebbe essere privatizzata. Se non si vuole creare una municipalizzata ad hoc si potrebbe indire una gara per dare in gestione le vie alle società che già gestiscono i centri commerciali. Questo anche eviterebbe la realizzazione di nuovi inutili centri commerciali, dal momento che le stesse vie principali di Milano diventerebbero dei centri commerciali: Corso Vittorio Emanuele, la Galleria, Via Dante, Piazza Cordusio, Piazza San Babila, via Montenapoleone, Corso Buenos Aires, Corso Vercelli ecc. Questo anche consentirebbe al capitale mondialista, internazionalista, avido e famelico, sempre alla ricerca di nuove possibilità di investimento quindi di succosi guadagni, di avere una valvola di sfogo, senza dover necessariamente distruggere i piccoli negozianti.”

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