Al centro del quartiere di Rogoredo, quartiere sorto nei pressi di un’antica cascina all’inizio del ‘900, si trova sommersa dalle automobili la graziosa parrocchia in stile eclettico della Sacra Famiglia.
Qui di seguito tre immagini durante i restauri avvenuti nel gennaio 2017.
Rogoredo all’inizio del 1900 si stava sviluppando e, dove vi erano solo campi, alcune cascine, canali e rogge, stava sorgendo una nuova città.
I primi insediamenti industriali nella zona e l’apertura della stazione ferroviaria portarono migliaia di persone a scegliere di stanziarsi in questa periferia estrema. Con l’aumento della popolazione si rese necessario costruire un nuovo luogo di culto più vicino, visto che le parrocchie confinanti erano troppo lontane.
L’iniziativa fu presa dal prevosto di San Donato Milanese, don Luigi Martinenghi, che trovò nel card. Ferrari grande supporto. Lo stesso arcivescovo nominò una commissione, aprì la sottoscrizione con una generosa offerta e già il 12 novembre 1905 si pose la prima pietra della nuova chiesa.
L’edificio, progettato dall’arch. Oreste Benedetti e dall’ing. Antonio Casati, autori anche della chiesa cittadina di San Pietro in Sala, con la quale questa ha notevoli analogie, venne aperto parzialmente al culto nel 1907, condotto a termine nel 1911 e dotato del campanile solo nel 1921.
La cura d’anime, iniziata nel 1911 in forma di delegazione arcivescovile, divenne parrocchia a pieno titolo per decreto del card. Ferrari in data 1° luglio 1915, con giurisdizione su un territorio stralciato da San Donato Milanese, da Chiaravalle e dalle parrocchie cittadine di San Luigi, S. Maria del Suffragio e S. Lorenzo in Monluè.
In seguito all’aggregazione del comune di Chiaravalle a quello di Milano, avvenuta nel 1923, la parrocchia ottenne titolo e dignità di prepositurale con decreto del card. Tosi in data 12 gennaio 1923, pur continuando ad appartenere al vicariato foraneo di San Donato fino al 1930, quando fu annoverata tra le parrocchie cittadine del settore di Porta Romana. Appartiene ora al decanato Vigentino.
Il tempio venne consacrato dal card. Schuster il 13 dicembre 1931.
La chiesa, dal punto di vista architettonico non è nulla di che. Non riproduce né una chiesa antica – qual era forse l’intenzione dell’epoca – né un edificio originale, quasi si trattasse di un compitino lezioso di un giovane architetto. Comunque il risultato è indubbiamente solenne e dignitoso per una chiesa di periferia.
Anzitutto una segnalazione e una nostra speranza: abbiamo visto con rammarico che la chiesa ha un sagrato formato dall’incrocio delle vie Monte Cengio e Monte Peralba; il sagrato che è utilizzato come parcheggio. Possibile che non si possa risolvere in qualche modo anche questo luogo e dargli una connotazione più appropriata? Noi abbiamo provato a rendere la piazza semi pedonale, con passaggio carrabile per chi vi abita e abbiamo sistemato alcune alberature ai lati in modo da renderlo più gradevole.
L’elegante edificio eclettico è stato recentemente sottoposto ad un restauro conservativo e strutturale. Le parti in materiale lapideo artificiale (le parti grigie), composto da legante, sabbia e aggreganti con inerti a granulometria che riproducesse la pietra, come si usava all’epoca, erano in forte degrado, con vistose crepe che rischiavano di frantumarsi rischiando anche di cadere sui passanti. Oggi è tornata come nuova, dopo un secolo dalla sua realizzazione.
Anche l’interno ha subito un totale restauro effettuato tempo fa. I risultati sono evidenti e mostrano le decorazioni di inizio Novecento distribuite su ogni superficie.
Di seguito alcune immagini del retro e del campaniletto alto e snello.