Milano | Cordusio – Le gallerie di Milano: La galleria Trieste che unisce le vie Orefici-Mercanti

Come abbiamo detto nel precedente articolo, ad esempio, le gallerie o passaggi a Parigi sono una vera istituzione, molto belle e pittoresche. In Italia la prima galleria, la storica Galleria De Cristoforis, fu costruita nel 1832 proprio qui a Milano e poi demolita nel 1931 per far posto ai nuovi palazzi di piazza San Babila.

Una grande perdita secondo noi.

Nella nostra città esistono parecchie gallerie, sparse un po’ ovunque e sorte a partire dalla fine dell’Ottocento sino ai nostri giorni.

A parte la Galleria Vittorio Emanuele II, famosa in tutto il mondo, le altre giacciono purtroppo in uno stato quasi di totale abbandono sia pubbliche che private.

Dopo avervi mostrato la stupenda e triste Galleria Meravigli, qui rimaniamo in zona Cordusio e vi mostriamo una galleria che speriamo venga migliorata dopo l’avvio del cantiere per la riqualificazione del palazzo Generali. La Galleria o passaggio a dire il vero non pare avere neppure un nome preciso. Si tratta della Galleria Mercanti.

Al numero 26 di via Orefici troviamo un’anonima e piccola galleria moderna: la Galleria Triste (conosciuta anche come Galleria Mercanti, visto che non vi sono targhe la gente si è dimenticata il vero nome), che ha l’altro ingresso al numero 21 della via omonima è un passaggio pedonale più simile ad un corridoio che ad una vera galleria. La sua nascita risale al periodo 1961-1967, nell’ambito di un piano di ampliamento della sede delle Assicurazioni Generali di piazza Cordusio. Tra la fine degli anni Cinquanta e il 1960, la società di assicurazioni decide di riqualificare il Palazzo Venezia, progettato da Luca Beltrami alla fine dell’Ottocento e costruito tra il 1897 e il 1901, al numero 2 di piazza di Cordusio, restaurare l’antico Casa dei Panigarola che si affaccia su piazza Mercanti e demolire la Casa Guenzati che si trova tra i due palazzi, in modo da ampliare la propria sede. A progettare questa soluzione architettonica non facile, che oltretutto comporta un lavoro a stretto contatto con la Sovrintendenza ai beni architettonici, viene chiamato l’architetto Antonio Cassi Ramelli. Si decide di creare un passaggio che unisca le due vie centrali, Mercanti e Orefici. Il percorso della galleria attraverserà il nuovo palazzo, che sostituirà l’ex casa Guenzati, creando uno spazio di pubblico passaggio con negozi e attività commerciali.

L’architetto progetta un elegante edificio all’angolo con via Mercanti, rispettoso dei volumi della casa demolita e molto attendo al contesto in cui sarà inserito. All’ingresso su via Mercanti si trova un caffè, come da tradizione dei passage, seguono poi una ventina di luci di negozi ormai quasi tutte chiuse. Il passaggio termina in via Orefici attraversando l’edificio preesistente, quello del Beltrami, utilizzando uno dei due vecchi accessi all’edificio, dando l’impressione di entrare in una galleria di inizio Novecento, purtroppo con sorpresa alquanto deludente. Alcune vetrine sono chiuse da tantissimo tempo, da qualche mese ha chiuso lo storico ristorate Mercanti (che si è trasferito in piazza Pio XI davanti all’Ambrosiana) e molti altri punti vendita dell’edificio.

Il passaggio era stato riqualificato una ventina d’anni fa, ma oggi, con il trasferimento degli uffici Generali, nella nuova torre di CityLife, Palazzo Venezia, verrà riqualificato nuovamente, e sicuramente anche la galleria subirà una trasformazione. Staremo a vedere come.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Cordusio – Le gallerie di Milano: La galleria Trieste che unisce le vie Orefici-Mercanti”

  1. L effetto multinazionale in centro , ormai i negozietti non sono più comoetitivi , le tanto sbandierate assunzioni delle grandi catene , fa da contro altare con la moria dii posti di lavoro nella piccola distribuzione , sarà sempre peggio , pochi che guadagnano tanto , tanti che guadagnano poco

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  2. Sarebbe bello se gli architetti riuscissero a dare vita a questa galleria.

    Bisogna chiamare gli esperti di illuminotecnica e partire dalle luci giuste.

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  3. Architetti , luci , ma se le saracinesche rimangono chiuse non c è niente da fare , cosa puoi aprire L ennesimo caffè ? Con starbacks dietro L angolo

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    • Guarda che spesso l’effetto Starbucks funziona come richiamo per chi vuole sedersi a consumare bere e cibo…

      molta più gente attirata in centro da Starbucks.
      Ma se i ristoratori e i bar sono rimasti agli anni ottanta non riescono a intercettare questa offerta secondaria…

      Ossia se ne possono avvantaggiare anche i bar concorrenti se sono furbi e offrono da sedersi con una esperienza simile…

      Tutti quelli che trovano la fila poi vanno in posti simili attigui (il vero problema è ceh i posti simili attigui non ce ne sono…ndr)

      Ci sono i soliti #caffeè-in-piedi-calcinculo-e-vattene-via-veloce

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