Milano | Municipio 3: un progetto per misurare la felicità dei cittadini

Il tema della felicità collettiva è molto antico e contemporaneamente molto moderno.

Fino a pochi anni fa la “ricchezza” di una nazione veniva misurata esclusivamente attraverso il PIL (Prodotto Interno Lordo), indicatore importante del livello di benessere economico.

Milano si pone ancora una volta in maniera innovativa: infatti il Municipio 3 è una fra le pochissime istituzioni al mondo a possedere un esplicito orientamento alla felicità collettiva, testimoniato anche dalla presenza di un “Assessore con delega alla Felicità”.

Orientamento alla felicità significa possedere valori morali, conoscenze e specifici strumenti di intervento nel sociale finalizzati al perseguimento del benessere collettivo, al di là della misurazione del benessere economico, indice che appare troppo riduttivo per analizzare il fenomeno.

In Italia la felicità pubblica è misurata dall’ISTAT attraverso il BES (Benessere Equo e Sostenibile) che raggruppa 134 indicatori di benessere in 12 fattori. I fattori sono: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi.

Il Municipio 3 adotta l’impianto del BES per approfondire, diffondere, progettare e attuare le pratiche capaci di migliorare la felicità in questa parte della città.

Con Associazione Manuia il Municipio 3 organizza un tour per raccontare il progetto; la prossima sarà il 12 dicembre presso la Sala di via Sansovino 9.

 

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1 commento su “Milano | Municipio 3: un progetto per misurare la felicità dei cittadini”

  1. Come sempre in queste cose, c’è la speranza che pragmaticamente tra i tanti indicatori se ne prenda uno, si faccia qualcosa di concreto e si misuri l’effetto.

    Tipo, metti le luci in un parchetto, sistemi un’area conciata, istituisci una portineria di vicinato, metti un vigile di quartiere o uno spazio studio per i ragazzi della zona e poi vai a vedere nel circondario come cambiano i parametri del BES. Proiettato su scala cittadina ti da una proposta concreta, misurabile e misurata e con la valutazione costi/benefici su come investire in certe cose aumenta “la felicità”. E facendone più di una in parallelo scopri anche quali hanno l’impatto migliore.

    Invece dibattiti in sociologhese e le grandi ricerche teoriche che producono la bella relazione finale ben scritta, mi lasciano più freddo (visto che i soldi per i progetti già son pochi) ma immagino chi abbia organizzato il tutto abbia la sua di idea su come è meglio procedere (e magari ha ragione lui o lei 🙂 )

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