Con Amsterdam, Barcellona, Copenaghen, Eindhoven, Amburgo, Helmond, Helsinki, Istanbul, Monaco, Praga, Stoccolma e Tel Aviv per lo sviluppo di idee e modelli che migliorino la mobilità urbana in termini di sostenibilità, efficienza e inclusione sociale. In collaborazione con Amat e Fondazione Politecnico
Il Comune di Milano con Amat e la Fondazione Politecnico di Milano, è tra i 48 partner del consorzio che l’Unione europea, tramite EIT (Istituto europeo di innovazione tecnologica) ha riconosciuto come player per l’attuazione delle politiche di mobilità urbana del futuro.
Milano sarà l’unica città italiana a bordo di MOBiLus (Mobility for Liveable Urban Spaces) che guiderà l’innovazione tecnologica per il futuro delle città.
A disposizione 1,6 miliardi di euro per creare nuovi spazi urbani nelle città europee, favorire la mobilità integrata e incrementare la competitività dei mercati europei. L’obiettivo di MOBiLus è ridisegnare la mobilità urbana collettiva e individuale dei grandi centri e delle piccole realtà locali favorendo l’inclusione sociale e utilizzando le sfide tecnologiche del futuro.
“Essere dentro MOBiLus ci rende orgogliosi – dichiara Marco Granelli assessore all’Ambiente e Mobilità –. È sempre un successo entrare in un progetto europeo e confrontarsi con città partner allo scopo di migliorare la vita dei cittadini. L’Europa è un interlocutore privilegiato e grazie ai fondi che mette a disposizione delle città è possibile realizzare idee innovative. Grazie anche a Fondazione Politecnico il cui contributo in idee e attenzione è fondamentale”.
“La partecipazione a questa iniziativa rappresenta, per Fondazione Politecnico e tutto il suo network, una grande opportunità per entrare in contatto con le eccellenze a livello europeo in ambito smart cities – dichiara Eugenio Gatti Direttore Generale Fondazione Politecnico di Milano –. Rappresenta inoltre un ulteriore tassello della collaborazione di successo con il Comune di Milano, già sperimentata insieme in altri grandi progetti europei, che mettono al centro lo sviluppo delle città”.
MOBiLus andrà infatti a sommarsi agli altri progetti finanziati dall’Unione europea (Sharing Cities, OpenAgri, CLEVER cities) sui temi della rigenerazione urbana, smart cities e politiche di innovazione imprenditoriale che il Comune di Milano sta portando avanti in sinergia con il territorio e a beneficio dei cittadini.
Si tratta della KIC Urban Mobility dell’Istituto europeo di innovazione tecnologica EIT, che dispone di un budget di 1,6 miliardi di euro. I primi risultati sono attesi per il 2020.
Le altre città del consorzio sono Amsterdam, Barcellona, Copenaghen, Eindhoven, Amburgo, Helmond, Helsinki, Istanbul, Monaco, Praga, Stoccolma e Tel Aviv.
Università e centri di ricerca coinvolti
Aalto University, Amsterdam Institute for Advanced Metropolitan Solutions, Budapest University of Technology and Economics, CARNET, CTAG, Czech Technical University, ENEA, École Polytechnique Fédérale de Lausanne, Eindhoven University of Technology, Fraunhofer Society, Institute of Information Theory and Automation, KTH Royal Institute of Technology, NFF, Polytechnic University of Catalonia, Technical University of Denmark, Technical University of Munich, Technion – Israel Institute of Technology, University College London.
Partner industriali
Achmea, Altran, Amadeus, BMW, Colruyt Group, E.ON, MOL, Oracle, SEAT, Siemens, Skoda Auto, TASS International, TomTom, Tractebel, UnternehmerTUM, Volkswagen Truck & Bus, Zone Cluster.
1.6 mio è una bella cifra anche se divisa tra più città. Sarebbe bello capire come Milano intende usare questi soldi, sperando che li usi bene ed in fretta.
Urgono interventi urgentu sulla rete di superficie,gestita in modo assai discutibile.Interventi che non richiederebbero ingenti somme ma una riorganizzazione basilare del servizio.Ho preso pochi giorni fa il tram 15 per Rozzano…un viaggio della speranza a passo di lumaca su una linea quasi interamente in sede protetta.I tram sono sempre fermi perche’ hanno fermate vicinissime le une alle altre e nei brevi tratti interclusi viaggiano a non piu’ di 30 km orari.In piu’ la linea e’ tappezzata in piu’ tratti di cartelli di limitazione della velocita’ dei mezzi (non ho capito se per problemi di manutanzione dell’infrastruttura o altro). In conclusione il servizio offerto e’ scadente,non all’altezza delle potenzialita’ di una linea su ferro con servizio in parte suburbano.Sulla via dei Missaglia andrebbero eliminate la meta’ delle fermate e inserita la priorita’ semaforica al tram.ATM parlava 10 anni orsono della “gerarchizzazione” delle linee tranviarie…dov’e’ arenato il progetto delle linee T?Le cosiddette linee di forza della rete di superficie?Altro che citta’ Europea…qui c’e’ da piangere…poveri tram…
Diciamo che fra città europea e piangere c’è una via di mezzo. Senza contare che prima dovresti prendere il tram in almeno altre 10 città europee: io l’ho preso in almeno 6 o 7 città e ti posso garantire che i tram Atm non sono poi così male sia in termini di servizio che ti materiale rotabile. Poi, ovviamente, si può sempre far meglio come puntare sulla priorità semaforica almeno sulle linee che hanno lunghi tratti in sede protetta
La velocità del 15 è limitata per un motivo molto semplice: altrimenti deraglia 🙂 Tempo fa lo prendevo per andare a scuola, ne deragliava uno a settimana.
Vero, ma almeno esistono come nazioni che storicamente, geograficamente, economicamente hanno da sempre una relazione con l’europa. L’esatto contrario della Padania che è un entità territoriale inventata 25 anni fa “ad minchiam” da un varesotto in canottiera e che non ha nessun oggettivo riscontro storico e geopolitico.
Comodo farsi belli di iniziative internazionali, e poi mandare in giro i tram per Milano senza asservimento semaforico, con fermate ad ogni numero civico e di conseguenza con velocità commerciale da lumaca morta.