Milano | Quadrilatero – Il Cinquecentesco Seminario cambia destinazione

C’è il via libera da parte del Comune di Milano per trasformare l’ex Seminario Arcivescovile di Corso Venezia 11 in un polo del lusso (turismo, shopping e ristorazione).

Il complesso del seminario è il più antico in Europa, secondo nel mondo, venne edificato a partire dal 1564.

Infatti il primo seminario risale ai tempi di san Carlo Borromeo: l’inaugurazione avvenne nel 1564. Sotto l’episcopato di Federico Borromeo assunse forma definitiva la collocazione della sede in corso Venezia, con la denominazione di Seminario di Porta Orientale. 

Celato da un grandioso portale barocco disegnato da Francesco Maria Richini nel 1652 che si affaccia su Corso Venezia, si accede a un imponente cortile incorniciato da un doppio loggiato di colonne.

Il progetto prevede la nascita di un nuovo boutique hotel Portrait (Portrait Milano). Al suo interno troveranno spazio anche ristoranti, una galleria commerciale, un fitness & Spa e un’ampia area eventi, diventando così un vero e proprio polo di lifestyle nel cuore del Quadrilatero, aperto non solo agli ospiti del Portrait, ma a tutti i milanesi e agli ospiti della città, andando a modificare il flusso pedonale di tutto il Quadrilatero. Unendo Corso Venezia a Via Sant’Andrea (l’altro ingresso del Seminario), di fatto trasformando l’enorme cortile di oltre 3mila metri quadrati, in una nuova via di passaggio per i milanesi e non solo.

L’apertura è prevista nell’autunno 2020 e rappresenta un ulteriore step di espansione per Lungarno Collection, che fattura circa 36 milioni di euro e conta hotel di lusso a Firenze e Roma.

Onestamente siamo un po’ perplessi sul fatto che un complesso storico sia ceduto ad usi commerciali, anche se sappiamo per certo che l’operazione sarà comunque di valore e certamente una garanzia (si spera) al rispetto dello storico edificio.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

17 commenti su “Milano | Quadrilatero – Il Cinquecentesco Seminario cambia destinazione”

  1. Mi chiedo perche’ non vengano mai aperti spazi o botteghe per artigiani o artisti in genere ( visto pure che si chiama Portrait) da nessuna parte , in nessun progetto. Sono sempre le stesse cose. Galleria commerciale = brand multinazionali
    , ristoranti , spa, solita area eventi ecc .
    Solite cose

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    • sfortunatamente gli artigiani non potrebbero mai riuscire a competere con brand multinazionali, è un duro fatto economico.

      Poi però esistono spazi abbandonati anche dalle multinazionali varie che potrebbero benissimo andare bene ad artigiani/botteghe/gallerie, vedasi la galleria del corso, via mazzini e piazza velasca.

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  2. Luca hai ragione ma in una zona dove gli affitti sono tra i più alti del mondo non puoi pensare che vengano dati spazi ad artigiani. Il conune dovrebbe però identificare una zona e riqualificarla proprio per far spazio e favorire l’artigianato che è una delle spine dorsali di questo paese

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  3. Bene, un’altryo splendido pezzo della città restituito ai milanesi e non solo, grazie all’intervento di privati.

    Avanti così e speriamo che Milano continui a catturare investimenti italiani e stranieri

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    • Come no, che continui a catturare investimenti stranieri dalle multinazionali per farla diventare un enorme non luogo, non un un centro città ma un enorme centro commerciale con gli stessi negozi di tutto il mondo. Avanti cosi…ma fammi il piacere…. Ah poi : “restituito ai milanesi” ,vabe’ mi fermo qui’.

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  4. Luca è quello che dico sempre io , la notizia di questi giorni è che Barcellona e Parigi stanno approvando una legge da mettere un freno alle multinazionali , il centro di Milano tempio del Made italy è stato svenduto alle multinazionali da centro commerciali , sta perdendo valore , non mi meraviglierei se qualche firma traslocasse in altre città , ma un turista cosa viene a fare ? Questa giunta sono quelli che poi gridano il km zero

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  5. Basta che il capo di starbuks si dichiari democratico , assume quattro detenuti è una decina di profughi , può aprire tutto i negozi che vuole , addirittura gli spostano L edicola , prova tu ha farti spostare un dicola davanti a casa tua se ci riesci , arrivano i professionisti delle marcette e del km zero , tutto quest per farti capire che gl interessi della città arrivano dopo dell amico

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  6. Corso Venezia che collega san Babila a piazza Oberdan e quindi a corso Benares oggi è una suoerstrada brutta e con troppo asfalto.

    Se raddoppiassimo i marciapiedi avremmo creato un boulevard bellissimo tra il centro e piazzale Loreto connettendo e dsndo continuità a questa città troppo divisa dal cemento e dalle automobili…

    Rimarrebbe comunque larga quanto un’autostrada.
    Il probkema è solo ideologico…

    Ma questo semplice e banale intervento cambierebbe il volto del centro di Milano. Collegando bene e meglio un mucchio di punti di interesse turistico e di shopping.

    Non è possibile che ancora nel 2018 la città possa essere esplorata esclusivamente in macchina…

    Allargare i marciapiedi è un gesto piccolo.

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    • Concordo.

      Al momento l’unico pezzo su quell’asse dove si è provato a fare qualcosa, con una doppia pista ciclabile è da Palestro a Porta Venezia e lpiù avanti con la pavimentazione in pietra al posto del bitume in Buenos Aires
      Si va indietro ai tempi della Moratti. Son passati dieci anni ed adesso è TROPPO POCO.
      Sveglia!!!!

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  7. Questo palazzo Il Cinquecentesco Seminario è una roba enorme.

    Su google maps praticamente prende lintero blocco dell isolato tra corso Venezia e via s.andrea…

    Porterà un sacco di gente a sfociare su corso venezia sciatta e brutta.

    Renderla un corso interessante allargando i marciapiedi diventa perentorio per una città che vuole attirare turisti di qualità.

    E lungo quest’asse poi cè il planetario, il museo di storia naturale, e si arriva fino a corso Benares quindi tutti punti di interesse per una passeggiata piacevole ma non cosi e non oggi in mezzo alla puzza e rumore di auto troppo vicine .

    Ci vuole un po di bellezza in questa città.. e di coraggio.

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  8. Mi chiedo anche io perché non allargare i marciapiedi di corso Buenos Aires e chiudere al traffico la strada. Stesso discorso per via Montenapo. ….Via le auto . I furgoni della distribuzione dovrebbero circolare dalle 7 fino alle 9. Poi basta. Ma serve a qualcosa scrivere questi post? Il Comune li legge????

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    • “I furgoni della distribuzione dovrebbero circolare dalle 7 fino alle 9. Poi basta.”

      Cioè tutti i furgoni della distribuzione, corrieri, approvigionamenti ai negozi ecc dovrebbero circolare tutti assieme dalle 7 alle 9 del mattino che è l’ora più incasinata e di punta della circolazione a Milano??

      Con tutto l’affetto, penso che nemmeno uno studente universitario nullafacente e genitori-dipendente arriverebbe a ipotizzare stupidaggini simili!! Mai provato ad andare a lavorare la mattina? 🙂 🙂

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  9. Non basta allargare i marciapiedi, Bisogna anche fare anche due piste ciclabili per arrivare in San Babila. Oppure rendere a traffico limitato il tratto dalla Cerchia a S. Babila. Meglio ancor sarebbe pedonalizzare il tratto in questione.
    In tal caso ci starebbero anche gli alberi ammesso e non concesso che il sottosuolo non sia già irreversibilmente cementificato.
    In ogni caso qualunque nuova destinazione urbanistica si autorizzi in questo punto della città dovrebbe essere il meno possibile car-dependent per non aggravare i problemi di traffico e di sosta (soprattutto per carico e scarico merci) già oggi esistenti.

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    • Hai il mio voto.

      Ma incominciamo subito i lavori.

      Forse dopo che apriranno luscita sul convento nuovo mall si accorgeranno che é una cosa da fare.

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