Milano | Missori – UnipolSai vuol vendere la Torre Velasca

Abbiamo notato che dopo anni di annunci per il suo restauro, dopo che nel 2015 vennero montate addirittura delle invasive strutture ai suoi piedi per poter supportare le impalcature che avrebbero ricoperto il grattacielo di 106 metri per i lavori di riqualificazione, la Torre Velasca non solo è ancora in attesa di venire restaurata, ma continua a passare di proprietario in proprietario, senza apparentemente avere soluzione.

Infatti la torre inaugurata nel 1958 e progettata dal grande studio di architettura BBPR quale connubio tra la rinascita della città dalla guerra, tra modernità e tradizione (l’aspetto di antica torre medievale), divenne nel tempo, proprietà della società di Salvatore Ligresti che, come ben sappiamo, finì in galera e di conseguenza le sue proprietà vennero ereditate da Unipol Sai, che ora cerca di sistemarle e rimetterle sul mercato una ad una (Rasoio all’Isola e Torre Galfa, per dirne due).

Così pare sia notizia recente che vuole che Unipol, la compagnia assicurativa bolognese, stia valutando la cessione dello storico edificio milanese. Chissà se stavolta ci riusciranno, visto che già nel 2015 Orion Capital Managers, boutique d’investimento immobiliare fondata da tre professionisti provenienti dal gruppo LaSalle, con una trattativa che si aggirava su un controvalore di 100-120 milioni, andò in fumo.

Ricordiamo che la Torre Velasca è sottoposta a vincolo dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali, che come si sa, pone dei paletti difficili da gestire per chi vuole ristrutturare.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

39 commenti su “Milano | Missori – UnipolSai vuol vendere la Torre Velasca”

  1. Secondo me i vincoli della sovrintendenza sono sbagliati. La Torre Velasca non è così importante come si vuol far credere e se fosse abbattuta per costruire qualcosa di più aggraziato non credo che molti ne soffrirebbero. È stato un progetto interessante dal punto di vista ingegneristico, ma non architettonico. Esteticamente è orribile. Poi è chiaro che se viene fatto il lavaggio del cervello dai professori del politecnico allora con la retorica tutto può sembrare bello e intoccabile. Ma una persona che arriva a Milano per la prima volta e vede la Torre Velasca si chiede subito: “Come mai hanno permesso di costruire quell’orrore?”

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    • Per noi milanesi ha un significato, è un grande esempio storico di architettura razionalista e in particolare brutalista italiana ed è ormai uno dei simboli della città, purtroppo poco compreso al di fuori di essa.

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      • Cosa vuol dire per “voi” milanesi? Mica c’è un’opinione omogenea all’interno della città che si contrappone al resto del mondo. Anche io sono milanese e a tanti non piace quella torre. Se a quei tempi farla in vetro e in acciaio non fosse costata troppo l’avrebbero realizzata in altro modo. Tutti i discorsi sul brutalismo e l’architettura razionalista, il collegamento con la torre filarete, sono sempre ripetuti a pappagallo perché sentiti da professori o da fonti pseudo-autorevoli bravi a imbellire con le parole ciò che non lo è esteticamente. Una cosa è bella o non lo è, non si deve avere bisogno di leggere la spiegazione a posteriori. Credo che non sia neanche funzionale internamente visto che ogni tot. anni è in vendita.
        Al massimo posso capire che a furia di vederla tutti i giorni uno si abitua e inizia a vederla come una cosa che fa parte del paesaggio, quindi inamovibile. Anche io pur non amandola ormai non provo più lo schifo che provavo un tempo. Ma se l’abbattono e ci costruiscono qualcosa di più gradevole Milano ha solo da guadagnarci.

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        • Sono completamente d’accordo. La Velasca è il simbolo di una Milano che ora non c’è più, ma non per forza i simboli sono tutti positivi e debbono essere preservati. È fondamentale una brutta torre che potrebbe essere rimpiazzata da qualcosa di più bello, più funzionale e magari anche più iconico (in un senso positivo del termine stavolta). Poi Milano è famosa per la sua capacità di rinnovarsi, migliorarsi e non fossilizzarsi su un passato che non la rappresenta più, quindi cercare di migliorare un edificio pessimo è probabilmente più nello spirito milanese che preservare un obrobrio.

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        • “una cosa è bella o non lo è”????

          ma da quando???

          se esiste un concetto che da sempre è relativo è proprio la bellezza che, notoriamente, sta negli occhi di chi guarda.

          Tanto per fare un esempio, in età barocca consideravano brutte le cattedrali gotiche e, infatti, si sono dati un gran daffare a sventrarne parecchie e rifare gli interni in stile barocco (ad esempio, San Nazaro a Milano o il Duomo di Monza).

          A sua volta, in età neoclassica si considerava volgare il barocco e gli architetti inseguivano un ideale di sobrietà antica che non era mai esistito (gli edifici e le statue antichi erano colorati e un antico greco o romano sarebbe inorridito davanti al tutto-bianco o tutto-grigio di un edificio neoclassico).

          “bellezza” è l’ultimo criterio che si può invocare per decidere se tramandare o meno ai posteri un edificio. Bisogna piuttosto valutare se è innovativo e originale per i suoi tempi, funzionale, davvero rappresentativo della sua epoca, caratteristiche che la Torre Velasca possiede tutte.

          Per illustrare meglio l’argomento ‘a contrario’, si può contrapporre il caso della Torre Velasca a quello del palazzo UTC di via Pirelli, del quale molti su questo stesso forum invocano la conservazione: il palazzo UTC non è né innovativo né originale (è una copia più pesante e più sgraziata del Pirelli), non è particolarmente rappresentativo della sua epoca (di parallelepipedi i poligoni vari anni 60 Milano è piena, mentre la Velasca è unica) e non è funzionale (tant’è vero che giace inutilizzato da anni).

          Ecco, se dobbiamo abbattere qualcosa, abbattiamo il palazzo UTC, ma teniamoci ben stretti la Velasca anche se esteticamente può non farci impazzire… i posteri ce ne saranno grati.

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        • Per vedere il collegamento alla torre del Filarete, o a Palazzo Cova, non serve farsi indottrinare o ripetere le cose a pappagallo: basta non essere ignoranti

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          • Sono citazioni da bigino. Poi che ci sia questo collegamento o no è irrilevante. Edifici orribili sono stati fatti da grandi architetti che hanno tirato fuori collegamenti e citazioni colte che non cambiavano di una virgola il risultato.

        • Ci passo spesso sotto e devo dire che ispira al suicidio, che forse è quello a cui si mirava col brutalismo, avvilire l’uomo…

          Da nuclearizzare senza rimpianti, tral’altro ha creato un isolato di orrenda architettura tra la parte finale di corso di Porta Romana e lo straordinario complesso della Ca’ Granda e di San Nazaro, la caratteristica principale di quest’architettura è infatti l’impossibilità di inserirsi gradevolmente in un contesto storico…

          A chi ci sbava dietro se la può ricostruire al Gratosoglio di modo che si inserisca meglio nel contesto…

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    • Anche il Duomo se è epr questo fa abbastanza cagare, per non parlare dei due Arengario o di quella schifezza del Carminati lì di fronte che qualcuno aveva saggiamente ricoperto di neon per non molestare lo sguardo di chi ci passava davanti. personalmente trovo pittosto vomitevole anche l’architettura ottecentesca umbertina dei protici settentrionali e meridionali. E con questo? Cosa facciamo, radiamo al suolo tutto quello che non ci piace? La Torre Velasca non so se sia bella o brutta. E non mi interessa. Mi interessa invece che sia un importante simbolo di un’epoca, della sua cultura, della sua estetica (sua, non mia!). Non vuol dire che si debba tenere su tutto, il Carminati io lo raderei al suolo davvero e sono entusiasta di Milano proprio perché – differentemente dal resto d’Italia- non si fa problemi a demolire e ricostruire, ivi inclusi gli edifici romani, medievali e rinascimentali… è un gran bene! Ma gli esemplari più significativi di architettura, qualunque cosa se ne pensi, credo sia giusto che vengano preservati.

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      • Enrico,,,condivido quasi tutto quello che hai scritto.

        Ma come fai a dire che il Duomo fa abbastanza cagare (?!!!!?)
        Io ogni volta che lo vedo mi emoziono, rimango a fissarlo spesso in ogni suo angolo, anche se lo vedo spesso.
        No questa tua affermazione è inaccettabile e offensiva verso Milano e tutte quelle persone che nei secoli hanno portato avanti questo immane lavoro.

        Pentiti e chiedi umilmente scusa.

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      • Il Duomo è una cattedrale, la Torre Velasca è un edificio privato. Chi l’acquista dovrebbe avere tutto il diritto di poterlo radere al suolo. Non è né un edificio antico, né è motivo di vanto per Milano visto che in molte classifiche viene eletta come torre più brutta del mondo.

        Poi che il Duomo sia brutto, sono i soliti discorsi che uno fa solo perché lo scopre studiando storia dell’arte. È un modo di giudicare l’estetica di un edificio basandosi su questioni di omogeneità logico-storiche. Ma se prendi 100 persone da qualunque parte del mondo, anche da Marte, le metti davanti al Duomo senza averle prima indottrinate ti diranno che è una delle cose più belle che abbiano visto nella loro vita

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  2. Per favore, vorrei proprio una spiegazione più che esaustiva in merito alle relazioni che intercorrono tra la Torre velasca, il Brutalismo e il marxismo.
    Magari con relativa bibliografia.
    La richiesta non è scherzosa, è seria.
    Grazie

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  3. Mi dispiace constatare tanta ignoranza nei commenti di un blog di questa levatura.

    La torre Velasca è un pezzo di storia dell’architettura contemporanea, non solo milanese, e sarebbe un delitto sia stravolgerla sia abbatterla. È come se a New York volessero abbattere il Flatiron o l’Empire State.

    Vogliamo, per favore, uscire dal provincialissimo dibattito su questo edificio che si trascina da 60 anni. Compresa l’accusa di marxismo e simili a chi la vuole tutelata?

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    • Non è la stessa cosa, perché l’Empire State building non viene eletto torre più brutta del mondo e quando la gente lo vede non dice che è orribile. Fate dei discorsi snob, ripetete cose sentite da altri.

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    • Chiediamo tutti umilmente scusa a Renato S. per l’ignoranza e il provincialismo dei nostri commenti. Sommessamente pero’ troverei un po’ azzardato il paragone tra l’Empire e quell’aborto di grattacielo

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  4. @ anonimo 16.07:

    ah beh, se lo dice il Daily Telegraph (noti esperti di storia dell’arte e di architettura, tra un Royal gossip e l’altro…)… allora è Vangelo.

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    • Torre Velasca (e muro della stazione di Porta Genova) sono vincolati dalla sovrintendenza.

      Il palazzo in via De Amicis, non lo era.

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  5. Come si fa a dire di abbattere la Velasca, un edificio così unico…per sostituirla con cosa? con un grattacielo come ce ne sono a centinaia nel mondo? Come si fa a dire che siccome è privata il proprietario ha il diritto di raderla al suolo?… Ma per piacere. Ripigliatevi.

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    • Non hai capito un fico secco. Quello diceva che anche per lui il Duomo è brutto, ma il duomo mica è un edificio privato che si compra e si vende, ovviamente lì il discorso neanche si pone. È come paragonare mele con le pere.

      Per sostituirla con cosa? Ma che lo decidi tu o lo decido io con cosa? Si lascia agire il mercato e se chi acquista vuole abbattere la abbatte. Le cose che vanno vincolate sono altre, tipo la stazione centrale o il castello sforzesco.
      Ma qui a Milano è stato vincolato dalla sovrintendenza pure un muro a porta genova…

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  6. Torre Velasca e Pirellone , due grandi simboli della Milano industriale sono svuotati e fuori mercato. E’ il destino di tutti i grattacieli, anzi, il loro è durato anche troppo a lungo perché sono due monumenti profondamente intrecciati con la storia della città, e del design italiano, al contrario di tutti i nuovi grattacieli di Porta Nuova, ispirati a un’anonima architettura internazionale. Dopo qualche decennio la manutenzione inizia a costare troppo. Col che si dimostra che i gratatcieli NON sono il futuro, anche se continuano a costruirli

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  7. Brutto o non brutto l’importante è che qualcuno se lo compri e lo faccia rivivere…

    Perche adesso la zona alla sua base infasa di auto è veramente triste…

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    • La storia attuale della Velasca è lo specchio dei palazzinari di mezza tacca che assediano la proprietà immobiliare a Milano. Tutti a caccia del gioco di prestigio milionario “compro a uno, spendo 5 e rivendo a 100”.

      Qualsiasi investitore sano di mente e con prospettive di medio periodo sa che un restauro/risanamento dell’intero complesso, in posizione tanto prestigiosa quando depressa, può trasformarsi in una miniera d’oro. Senza dover trasformare la torre nel solito albergone-pollaio per cinesi.

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  8. Adesso é vuoto e se ci fanno un mega albergo per turisti per Milano è solo positivo…

    E i turisti chiedono riqualificazione e servizi per tutta la zona missori deserta e abbandonata a se stessa..

    Speriamo vada in porto..

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  9. Uno degli edifici più brutti del mondo. Tutto l’isolato andrebbe buttato giù e ricostruito, restituendo bellezza ad una piazza Velasca che, di piazza, non ha assolutamente niente..

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  10. da romano innamorato di Milano, dico che criticarla (in base a che, poi? canoni di bellezza? e chi li stabilisce?) è folle. è uno dei “monumenti” di Milano, piaccia o no. a proposito: ma per entrarci e visitarla, qualcuno sa come si possa fare?

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    • Io ho visitato l’attico restaurato all’ultimo piano durante Open House, ma è spesso aperto per eventi, iniziative e giornate varie.
      Per il resto ci abita la gente (nella parte alta) e ci sono uffici (in quella bassa)

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