Proseguiamo il nostro reportage fotografico nella peggiore zona di quelle che abbiamo visitato a Milano. Dopo aver parlato del mercato delle pulci ci spostiamo verso il Parco Alessandrini.
Ci troviamo al margine della zona di Calvairate e Tertulliano, verso l’Ortomercato. Questo è il secondo dei tre articoli dedicati alla zona, dove nello specifico, come abbiamo detto, ci occupiamo del Parco Alessandrini e della Cascina Colombé.
Il grazioso parco attende da qualche anno di venire completato da un secondo lotto che dovrebbe comprendere anche l’area occupata dalla tenostruttura del Teatro Ciak.
Il giardino , inaugurato nel 1980, fu intitolato al giudice Emilio Alessandrini, assassinato nel gennaio del 1979 dal gruppo terrorista Prima Linea in via Tertulliano. Prese forma su terreni dove si trovavano alcune cascine lungo la strada che univa Calvairate con Morsenchio e quindi Paullo, oggi diventata via Bonfadini.
Inizialmente il parco era racchiuso nel triangolo superiore formato da via Bonfadini, via Monte Cimone e i terreni della Cascina Colombé superiore.
Durante gli anni ‘80 e ‘90 lo spazio subì un notevole degrado. Così venne incluso in un intervento di riqualificazione diviso in due lotti: durante la prima fase, conclusa nel 2003, vennero introdotte le aree per i giochi, per gli orti, le zone cani e un’area bocce.
Il disegno della zona a verde è stato realizzato tenendo conto delle alberature esistenti e integrandole in modo da comporre gruppi di alberi e arbusti fioriti. La recinzione, resa necessaria per proteggere la riqualificazione del parco, ha un andamento curvilineo e si insinua fra gli alberi per compenetrare interno ed esterno senza dare l’impressione di un muro divisorio.
Il secondo lotto completerà il parco tramite l’annessione della vasta area adiacente che si estende fino a via Tertulliano. Il parco si trova al centro di un sistema verde e ciclopedonale che connetterà il Parco Formentano con S. Giulia, iniziato con la riqualificazione sua e delle piazze Cuoco, Insubria, Martini.
L’ampliamento del Parco Alessandrini col secondo lotto (per un importo di €5.874.000) è previsto per il 2021.
Nel parco si trova anche una bella scultura, “L’abbraccio dei Popoli”, di Cascella, con lapide commemorativa in ricordo del giudice Alessandrini.
Il parco, dobbiamo dire, è molto bello, specie i giochi per i bambini, forse tra i più belli di Milano. Tutto sommato, è tenuto abbastanza bene dal Comune: la recinzione serve, a quanto pare.
Come dicevamo, al momento sul terreno che dovrebbe diventare parco, nell’area verso via Tertulliano, si trova dal 2013 la tensostruttura del Teatro Ciak. Il teatro aveva sede in via Sangallo 33, a Città Studi, sino al 2007, anno in cui, a seguito del mancato rinnovo del contratto da parte della proprietà dello stabile, il Ciak fu costretto a cercare nuovi spazi. Rimase temporaneamente (fino al 2012) nel cortile della Fabbrica del Vapore, poi nel 2013 si trasferì, nuovamente rinnovato e con una capienza aumentata a 3.000 posti a sedere, nell’area attuale del Parco Alessandrini.
A questo punto ci chiediamo che sorte avrà questo importante teatro (ci piacerebbe andasse ad occupare uno dei tanti cinema abbandonati, come il Maestoso di Piazzale Lodi, ad esempio, salvando capra e cavoli).
Ai margini del Parco, nei pressi dell’Ortomercato, si trovano le settecentesche Cascina Colombè di Sopra (comunale e diroccata) e Colombè di Sotto, ancora abitata e utilizzata, il cui nome probabilmente deriva dalla presenza di una colombaia. Si tratta di insediamenti rurali posti, come dicevamo, sulla strada che conduceva verso Morsenchio e Paullo
Ora la cascina ha in pratica una doppia identità: una parte è gestita dagli ortisti del parco, pulita e ben tenuta, mentre l’altra porta ancora i segni di un incendio che molti anni fa la rese inagibile, diventando così rifugio per i senza tetto durante la notte.
A quanto pare qui qualcuno si è organizzato per cercare di sopravvivere, ma le condizioni igieniche sono pessime, come è immaginabile, tra cumuli di immondizia sparsa un po’ ovunque alle porte del Parco Alessandrini.
Da questo punto in poi, proseguendo lungo via Bonfadini, possiamo dire con enfasi che la fine del Mondo è vicina. Per vedere di peggio, attendete il prossimo articolo che seguirà.