Milano | Arredo Urbano: la città dei troppi pali

La sovrabbondanza di segnaletica stradale su palo in città è una questione che da sempre suscita dibattito.

A Milano, da qualche anno, anziché migliorare, la situazione pare sfuggita di mano e la palificazione nelle nostre vie è decisamente aumentata.

A quanto pare per evitare cause e ricorsi da parte dei cittadini, i vigili urbani si tutelano, collocando più informazioni stradali possibili.

Così abbiamo, ad esempio, la segnaletica ridondante nella “rinnovata” piazza della Repubblica, dove a segnalare ogni incrocio, ogni svolta e ogni stop alla nuova ciclabile, sono stati messi un’infinità di cartelli. Pare siano stati contati circa 300 pali. Alcuni dei quali, come si vede dalle immagini, si annullano a vicenda.Una situazione che ha del ridicolo (fra l’altro ci chiediamo se tutti sanno districarsi?)

Qualcuno sostiene che la situazione sia peggiorata da quando lo studio della viabilità e quindi la segnaletica siano stati affidati ad Amat – Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio, ma noi sappiamo perfettamente che il problema è di competenza della Polizia Locale.

Nel 2015 avevamo segnalato già come era diventata ridicola la segnaletica in piazza 24 Maggio a Porta Ticinese dopo la sistemazione col nuovo arredo urbano.

Possibile che ad esempio a Londra non abbiano lo stesso problema? Anzi, l’arredo urbano è ben pensato e diffuso allo tesso modo in tutta la città. Forse i nostri governanti dovrebbero studiare di più come lavorano gli uffici tecnici della città inglese.

La situazione a Londra, Holborn Circus
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

20 commenti su “Milano | Arredo Urbano: la città dei troppi pali”

  1. Secondo me il problema risiede negli innumerevoli ricorsi verso il comune, se il comune utilizzasse gli standard di Londra si vedrebbe invasa di cause di passanti investiti perché un semaforo rosso non era sufficiente e bisognava metterne uno ogni 2 metri ad esempio. Nei paesi anglosassoni non solo vengono rigettati molti dei ricorsi intentati dai cittadini ma vengono comminate anche delle sanzioni come deterrente perché spesso trattasi di cause strumentali, in Italia si pensa sempre che forse qualche soldo si racimola. Purtroppo il tema della depalificazione e del miglioramento dell’arredo urbano diventa sempre più urgente. Bisogna dare un aspetto coerente ai quartieri e dal punto di vista estetico bisogna dare un aspetto il più possibile pulito.

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    • Assolutamente d’accordo. Aggiungerei (è un po’ OT, ma ci sta) che in UK le leggi contro le cause pretestuose (o “liti temerarie” come si dice in legalese) sono particolarmente severe in generale e, ad esempio, proteggono i giornalisti dalle cause per diffamazione strumentali che i politici (che in UK non hanno l’immunità) da noi usano spesso per intimorire i media.

      Se il giudice determina che la causa era pretestuosa, il ricorrente paga non solo le spese processuali, ma anche una pesante multa e può anche finire in galera se il giudice ci vede ‘contempt of court’, cioè se ritiene che ci sia dolo e il ricorrente abbia tentato di prendere in giro il sistema giudiziario.

      Tornando ai temi del forum, se esistessero anche in Italia leggi più severe sulle liti temerarie almeno a livello di giustizia civile e amministrativa, ci eviteremmo sicuramente un sacco di ricorsi pretestuosi dei secondi classificati nei bandi e le opere pubbliche avrebbero un iter un po’ pi rapido.

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    • Basta iniziare a fare causa al Comune perchè troppi cartelli han reso impossibile capire cosa fosse l’obbligo o il divieto.

      Alla terza causa sponsorizzata da qualche Associazione di tutela, al Comune passa la voglia di pararsi il c*** coi pali a spese dei cittadini e si mette a trovare un modi per fare la segnaletica in grazia di Dio.

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  2. senza contare che sempre più pali, semafori etc sono divelti, spostati, stortati etc..
    Meno pali, oltre che meno costi iniziali, significa anche molta meno manutenzione

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  3. I provo una rabbia immensa ogni volta che in bici vedo tutti quei pali inutili e sicuramente non certo montati gratis. Ciò che si dovrebbe fare è tanta segnaletica orizzontale: delimitare le corsie delle auto così la maggior parte degli automobilisti finalmente segue dei flussi, si evitano sbandate, si crea magari un po’ di spazio di risulta per le bici, invece nulla! Solo pali. Anche le strisce pedonali sono spesso invisibili e invece salavo vite! Non ho mai letto di pali salvavita. Un mondo al contrario davvero, sulla pelle di chi muore ogni giorno sulle nostre strade

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    • Ai miei tempi si insegnava a scuola guida che la segnaletica orizzontale prevaleva su quella verticale. Ovvero era più importante e aveva più priorità.

      Oggi, purtroppo, a quanto pare è il contrario:
      http://www.vigileamico.it/chiedi/files/s078.htm

      Sarebbe già molto se i segnali verticali venissero posizionati ottimizzando l’uso dei pali invece di posizionarne sempre di nuovi spesso totalmente inutili,

      Faccio solo un paio di esempi nella mia zona: nel nuovo attraversamento pedonale in via Melchiorre Gioia all’altezza di Palazzo Lombardia, uno dei due segnali verticali (quelli quadrati blu col triangolo bianco all’interno) è posizionato esattamente DIETRO il palo che sostiene la fotoelettrica per illuminare le strisce, quindi in una delle due direzioni non è nemmeno visibile.

      Nel vicino Largo De Benedetti, i segnali (inutilissimi) per le biciclette lungo la rotatoria tutti sono posizionati A POCHI CENTIMETRI DAVANTI ai lampioni. Bastava attaccarli a questi ultimi per risparmiare sui pali, evitare nuovi buchi per terra, fare un lavoro più rapido e ottenere un risultato estetico migliore.

      In generale, lo capisce anche un bambino che l’eccesso di informazione ottiene lo stesso risultato della mancanza di informazione. Nel rumore di fondo il messaggio non passa.

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    • Esattamente! Io addirittura proporrei quanto fatto a Ferrara, città dove la mobilità sostenibile è già realtà: le macchine possono essere condotte solo dove permesso (ossia corsie bloccate sotto il piano stradale) e pedoni e bici liberi di muoversi ovunque (ossia marciapiedi e piazze sopraelevata rispetto al piano stradale con passaggi pedonali che fungono anche da dossi). A Milano si risparmierebbe sui pali e sulla segnaletica e gli automobilisti sarebbero costretti a guidare con prudenza.
      Una città normale e civile.

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  4. Interessante il paragone tra il Mondo Civile (ultima foto) ed il Terzo Mondo Meneghino.

    Divieto di sosta e di fermata segnato con righe orizzontali, nessuna necessità di dissuasori contro la sosta selvaggia sui marciapiedi, nessuna moto o motorino sul marciapiede, ciclabili segnate sull’asfalto senza bizantini cordoli, minicordoli e marciapiedini.

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  5. Io ho conosciuto in un occasione chi si occupa di segnaletica del comune/polizia locale e l’unico intento e quello come dicevate di non avere ricorsi o problemi in caso di incidente perchè hanno una paura di essere ritenuti resposabili e quindi pensano che riempire in ogni punto di pali possa essere una soluzione, in realtà così si crea una confusione incredibile e rende tutto molto più pericoloso. Quindi in questo caso non capisco se il problema è la polizia che non sa prendersi delle responsabilità oppure dei giudici che dovrebbero evitare di accettare alcuni ricorsi o di chi fa le leggi che non è capace?
    Non è chiaro.
    Secondo me comunque se ci fosse un po’ di coraggio da parte di questa amministrazione si potrebbe fare tutto meglio.
    Ma sono dei cagasotto (senza offesa). peccato…

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  6. In Italia nell’amministrazione pubblica, nonostante tutti i tentativi di riforma fatti nei decenni, impera sempre quella che si chiama “cultura dell’adempimento” vs “cultura del risultato”.

    Ovvero, l’azione del dipendente pubblico non è motivata dal risultato che questa porterà o non porterà, ma unicamente dalla preoccupazione di adempiere alle norme e alle proprie mansioni. Cioè, in poche parole, di pararsi il cu1o.

    Se io ho “fatto il mio” in base a leggi e regolamenti, e quindi nessuno mi può venire a rompere le scatole, poi non mi interessa quello che succede a valle.

    certo il fatto di avere un codice della strada super bizantino non aiuta….

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  7. “Enrico Bonizzoli, specializzato in progetti per la sicurezza stradale: dal 1992 ad oggi ha collaborato con il Ministero delle Infrastrutture, amministrazioni sparse in tutta Italia, ha formato tecnici e responsabili della gestione delle strade e tenuto corsi all’interno delle scuole. L’unica nota veramente dolente ammette «riguarda proprio la mia città, ho offerto più volte la mia collaborazione gratuita alla giunta per ottemperare a errori e irregolarità commesse negli anni ma l’hanno rifiutata. E purtroppo è una delle città con la peggiore segnaletica in Italia».”

    http://www.ilgiornale.it/news/milano/foresta-cartelli-inutili-e-pericolanti-40-si-pu-eliminare-1664014.html

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  8. Ma per caso cè una legge che vieta di installare solo in cartello nei pali già preesistenti?

    A londra ma anche in altre città moltissime targhe e segnali sono attaccati ad un unico palo collettore…

    Il burocrate potrebbe allo stesso tempo pararsi il c.. e incollare a vecchi pali nuovi cartelli… secondo legge

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  9. Vi prego, mi viene male a vedere con quanta ignoranza vengono realizzate le ciclabili con mille cartelli inutili e senza pensare alle cose essenziali.

    La bicicletta è un mezzo di trasporto semplice da utilizzare: la sua leggerezza, la sua bassa velocità e la visione a 360° che ha il guidatore permette di gestire le situazioni di pericolo senza il bisogno di una guida esterna.

    Il problema dei ciclisti non è quello di non sapere se stanno pedalando su una ciclabile o di rischiare di scontrarsi contro altri ciclisti.

    Il problema principale dei ciclisti è quello di decidere la strada migliore per non ritrovarsi in mezzo alle auto (o peggio sotto), per questo segnalare mille volte la ciclabile con il carrello blu e aggiungere un altro cartello per indicare un senso unico che è già evidente non serve a niente, è molto più utile invece un cartello che indica al ciclista la giusta direzione per raggiungere il punto di interesse (es: Stazione Centrale, Università,…) tramite vie a basso scorrimento o altre ciclabili.

    Quante volte mi capita di pedalare su una strada a due corsie per scoprire che nella parallela c’era la ciclabile!

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    • Vedi anche l’altra faccia della medaglia, quante volte da pedone hai attraversato una ciclabile e hai trovato un ciclista contromano a tutta velocità che ti urlava parolacce? (tu ovviamente guardavi dall’altra parte, quella giusta)

      O quante volte trovi i pedoni che scambiano la ciclabile per il marciapiede, specie vicino ai semafori dove è oggettivamente facile fare confusione?

      O percorrendo una ciclabile trovi una intersezione dove dei dare la precedenza anche se sei sulla ciclabile ma non te ne accorgi?

      Io non credo che il ciclista sia geneticamente più sveglio degli altri utenti della strada e che quindi non abbia bisogno di indicazioni, ma che le indicazioni vadano date (e poi fatte rispettare) in modo più semplice che con i pali.
      Già dei codici colore univoci su strade e marciapiedi, aiuterebbero.

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      • In Olanda fanno proprio così:

        – mattonelle bianche per marciapiede pedonale
        – mattonelle marroncine per pista ciclabile
        – mattonelle a scacchi per fermata mezzi pubblici

        Semplice ed efficace, no?

        (ovviamente l’asfalto colato non è contemplato né per i marciapiedi né per le piste)

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        • Certamente un codice cromatico univoco è auspicabile.
          Tuttavia le piste ciclabili in Olanda in genere sono in asfalto rosso e non fatte “con mattonelle marroncine”.

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  10. Bisogna affidarsi a società specializzate, spesso l’ente non conosce le varie norme che cambiano con il tempo, se la ditta fornitrice non è competente, il danno è fatto!
       

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