Milano | Loreto – Un futuro per le Corti di Bayres e Corso Buenos Aires

Come avevamo visto, le Corti di Bayres, il complesso commerciale creato nel 1994, unendo i cortili di quattro palazzi differenti che si trovano all’angolo tra Corso Buenos Aires e via Petrella, avrà nuova vita dopo oltre una decina di anni di chiusura definitiva. Infatti sono partiti i primi lavori di bonifica per la riqualificazione degli edifici che torneranno sul mercato nel 2020 grazie al nuovo operatore londinese Meyer Bergman.

Una storia travagliata, quella di questo particolare centro commerciale creato all’interno di vecchi cortili, tra cambi di gestione e tentativi di rilancio mai decollati. Addirittura una decina d’anni fa, già in vista di una riqualificazione totale, vennero sfrattate tutte le famiglie che dimoravano ai piani superiori del complesso lasciando gli immobili completamente vuoti per anni.

Ora, il fondo inglese Meyer Bergman,con Kryalos come advisor, ha messo in cantiere la rinascita di quest’angolo commerciale della grande via milanese.

Spariranno i cortili che conoscevamo come quello con la fontana, quello col gazebo e soprattutto quello col canale e i pesci rossi, purtroppo rimasti quasi sempre vuoti rendendo impossibile il guadagno delle attività al loro interno; al loro posto verranno realizzati 8.500 metri quadrati commerciali e 20 mila di residenziale.

I 200 nuovi appartamenti avranno l’ingresso su via Petrella, mentre al posto dei cortili saranno creati degli spazi commerciali dai quali si accederà direttamente dai negozi con affaccio sul Corso Buenos Aires. Come copertura dei nuovi spazi commerciali ricavati dai cortili saranno creati dei giardini pensili a disposizione solamente dei residenti del complesso.

Una riconversione che, spiega Luca Finzi a la Repubblica, l’amministratore unico di Ital Development che sta seguendo per conto del fondo il cantiere, “punterà all’efficienza energetica e a realizzare anche spazi, ad esempio di coworking, in condivisione”.

Una trasformazione importante che si spera dia impulso e rinnovo anche alla seconda parte di Corso Buenos Aires (da piazza Lima) in direzione Loreto, dove l’afflusso di gente è decisamente minore che nel primo tratto, quello verso Porta Venezia.

I primi negozi del nuovo spazio commerciale dovrebbero aprire già dopo l’estate del 2020, ma la trasformazione più importante e attesa sarà senza alcun dubbio quella che è prevista per il corso vero e proprio, che in questo tratto, dall’incrocio con via Pergolesi e Piccinni, sino a via Scarlatti compresa potrà “sperimentare” un primo tratto di nuovo arredo urbano in concomitanza con l’avvio del cantiere per un nuovo grande albergo.

Infatti sono previsti, se verrà approvato, in questo tratto del corso, ben 15 alberi da piantare in grandi vasi o fioriere (ricordiamo che sotto, purtroppo, la metropolitana, costruita troppo in superficie all’epoca, impedisce la piantumazione di grandi alberi ad alto fusto). Inoltre i marciapiedi dovrebbero essere allargati a comprendere eliminando l’attuale posto auto. Sicuramente un intervento drastico e di impatto che dovrà dare il via all’avvio della trasformazione sia dell’intero Corso Buenos Aires che dovrà diventare più “pedonale” ed unirsi al rinnovato Corso Venezia (sul quale non si sa più nulla) e al rinnovo di piazzale Loreto.

Loreto dove sono in corso i lavori per rigenerare il Palazzo di Fuoco posto all’angolo tra viale Monza e via Padova, altro grande tassello per la rinascita del quartiere.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Loreto – Un futuro per le Corti di Bayres e Corso Buenos Aires”

  1. Partiamo anche con i lavori per Corso Buenos Aires per favore. Così come è adesso non può restare. Serve un progetto forte e corraggioso. Degno di Capitale del Design!

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    • Visto che le risorse per l’arredo urbano sembrano sempre inesistenti a Milano, prima di discutere di Corso Buenos Aires mi piacerebbe parlare di Corso Vercelli e di Corso Genova, che sono altre due arterie commerciali tenute da terzo mondo e rovinate dalle auto dappertutto.

      Corso Buenos Aires ha quantomeno i marciapiedi in pietra e non ha i tram in mezzo costretti a velocità da lumaca.

      La politica dell’arredo urbano e della rigenerazione delle vie commerciali non si può affrontare solo dal punto di vista di “dove c’è un operatore immobiliare che caccia due euro di oneri di urbanizzazione”, altrimenti la città non la governi in modo efficace.

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      • Sarò banale, ma oltre ad un po’ di alberi vorrei che si cercasse si alleggerire il traffico sul Corso (meno traffico, meno clacson, meno inquinamento puzzolente, meno motociclette rumorose) e ci fosse qualche Vigile in più a multare chi si ferma in doppia fila, chi butta mozziconi e carte per terra, ambulanti abusivi e mendicanti

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        • Il traffico crea un bel problema per il rumore e i gas di scarico. Il traffico deve essere molto ridimensionato. Io sarei per la pedonalizzazione. Siamo in centro di una metropoli, servono misure adeguate.

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          • Basterebbe semplicemente allargare tutti i marciapiedi di uno slot verso la carreggiata restringendo di uno slot la strada.

            Daltronde il parcheggiomin seconda fila va eliminato.

  2. Sarò banale, ma oltre ad un po’ di alberi vorrei che si cercasse si alleggerire il traffico sul Corso (meno traffico, meno clacson, meno inquinamento puzzolente, meno motociclette rumorose) e ci fosse qualche Vigile in più a multare chi si ferma in doppia fila, chi butta mozziconi e carte per terra, ambulanti abusivi e mendicanti

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