Milano | Loreto – Ecco il Nuovo Palazzo di Fuoco

In piazzale Loreto si trova il cosiddetto Palazzo di Fuoco, un edificio per uffici, posto esattamente come un incudine tra viale Monza e via Padova.

Venne costruito dal 1959 al 1962 su progetto di Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi nell’internazionale style, tanto in voga all’epoca, con facciate esterne rivestite in curtain wall (facciata continua) con infissi in alluminio anodizzato e vetrate. Al piano terreno si trovavano spazi commerciali e una galleria di transito tra le due vie (Monza e Padova), mentre i piani superiori (otto nella parte su piazzale Loreto, sei per quello su viale Monza e quattro per quello su via Padova) erano adibiti ad uffici.

Caratteristica peculiare che gli valse il soprannome di palazzo di Fuoco era un’illuminazione notturna molto particolare e scenografica, vista anche la posizione particolare dell’edificio, a concludere il cannocchiale prospettico di Corso Buenos Aires. L’illuminazione consisteva nell’avere fasce di colori differenti le vetrate degli otto piani sul piazzale, incentivata poi da un altissimo pennone con presente una scintillante stella luminosa. A lato del pennone, come si può vedere anche dall’immagine del 1965, si trovava un orologio, anch’esso luminoso.

Il Palazzo di Fuoco oggi, durante le bonifiche di cantiere, visto da Corso Buenos Aires

Come molte “installazioni”, anche la particolarità di queste illuminazioni andò col tempo deteriorandosi, venendo rimossa definitivamente già negli anni Settanta, sostituita poi negli anni Ottanta da un vidiwall pubblicitario, anch’esso sparito dopo una decina d’anni e sostituito da un banale cartellone pubblicitario rimasto attivo sino a poco tempo fa.

Da diversi anni il palazzo era stato svuotato in attesa di una riqualificazione.

Ed ecco finalmente giunto il momento per rinascere, grazie allo studio GBPA Architects (gli stessi del meraviglioso palazzo di viale Monte Grappa) che ha progettato un intervento di riqualificazione e rinnovamento estetico totale per quest’importante edificio.

Più leggero, più aperto alla città con un nuovo atrio luminoso.

Ma soprattuto siamo lieti di esser stati noi di Urbanfile, durante la prima edizione di Identità Milano tenutasi all’Urban Center lo scorso anno, dove si è discusso del Palazzo di Fuoco con la presenza di Maria Cristina Loi esperta di Minolettia portare all’attenzione la particolarità andata perduta di questo edificio.

Per i curiosi e gli appassionati l’appuntamento sarà per il 21 giugno, dove nuovamente  GBPA e Kryalos ci racconteranno i dettagli di questa scelta progettuale durante una nuova serata dedicata al rinnovo di questo edificio.

Qui di seguito alcune nostre foto scattate in questi giorni durate le bonifiche di cantiere.

Design team: Danilo Annoscia, Giulia Tubelli, Nicola Borsato, Valentina Beretta, Francesca Bettetini, Francesco Staiano, Milica Cudic

Consulenti:  

Impianti, strutture, progettazione anticendio, coordinamento alla sicurezza, direzione lavori, certificazione LEED: BMS Progetti srl

Cost control e computi: GAD –  Global Assistance Development srl

Facciate: EURODESIGN sas di Adriano Crotti

Progetto illuminotecnico: Voltaire Lighting design

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

13 commenti su “Milano | Loreto – Ecco il Nuovo Palazzo di Fuoco”

  1. Piazzale Loreto é in questa situazione per il niet del anpi , per quanto riguarda il palazzo sinceramente é molto più bello L originale

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  2. Finalmente qualcosa si muove addirittura anche a piazzale loreto??

    Ma allora veramente Milano si sta riprendendo…

    Cosa faranno di questo brutto e sporco svincolo tangenziale?

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  3. Il progetto è interessante per quel poco che si vede. Detto questo, spero per la trasformazione di Loreto e quartieri limitrofi (Padova in primis) che una struttura altrettanto importante possa essere pensata anche per una mediateca o spazio pubblico di ampio respiro. Perchè la “poverezza” di piazzale Loreto sta proprio nel vuoto pubblico. Poteva essere anche uno spazio misto (pubblico e privato). Per piazzale Loreto e i suoi frequentatoti cambia poco. Un building di uffici non risolve il problema della bruttezza. Non capisco perchè si fa fatica a comprendere l’importanza vitale di progetti per il pubblico (famiglie, studenti, bambini, stranieri, ecc, ecc. ). Il sindaco Sala è assente e lontano anni luce dal su predecessore. Cosi’ come l’hanno rivisitato gli architetti, poteva essere una piazza coperta aperta davvero a tutti: con sale conferenza, ludoteca, biblioteca, sale cinema, ristoranti etnici, mercatini artigiani di quartiere, piccoli laboratori, showroom, palestra, piscina…….ecc.ecc….peccato!

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    • Ci avevano già provato negli anni 80 col palazzo all’angolo con via Porpora, quello che ospita l’Oreal, ed è stato un fiasco clamoroso, tanto che alla fine quella che doveva essere una piazza interna aperta al pubblico è stata chiusa da una cancellata ed è diventata un cortile privato.

      Purtroppo non basta cambiare il mix di funzioni di un singolo edificio per cambiare il destino di un luogo (tra i fallimenti simili si può citare anche il palazzo moderno a metà di corso Vittorio Emanuele, nonostante la posizione centralissima). Finché resterà una mega rotatoria quasi autostradale, non diventerà mai un punto di aggregazione.

      UF aveva avanzato l’ottima idea di “scoperchiare” il mezzanino delle metro con i negozi, facendone una piazza a due livelli con la parte centrale pedonalizzata.

      Tempo fa era stata anche testata la circolazione a rondò intorno alla piazza, chissà.

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  4. Sarebbe stata davvero interessante la riproposizione dell’installazione originaria in chiave moderna. Ciò avrebbe trasformato piazzale Loreto in una meta da raggiungere e fotografare per chi percorre corso Buenos Aires e che oggi tendenzialmente interrompe la passeggiata circa 500 metri prima della fine dello stesso. Un’operazione di questo genere avrebbe portato alla rivitalizzazione delle attività commerciali presenti su quel tratto del corso e sarebbe stato uno sprone maggiore verso la riqualificazione totale del piazzale nonché degli edifici che vi si affacciano.

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    • Confido che questo progetto che si vede dai rendering molto bello interpreti proprio queste funzioni che tu descrivi.

      È che anche gli altri proprietari dei palazzi limitrofi facciano altrettanto.

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