Milano | Porta Volta – Cantiere Museo del Design: fine agosto 2019

Aggiornamento dal cantiere del Museo del Design a Porta Volta.

Questa volta l’aggiornamento è dall’alto. E’ stato sventrato il vecchio edificio che sarà trasformato nel fulcro principale del museo.

Si può vedere anche il retro del palazzo per uffici in totale riqualificazione e il resto del complesso Enel.

Dalla terrazza dell’Hotel Viu, oltre a spaziare sul cantiere per il Museo del Design, possiamo vedere anche il cantiere per il palazzo di via Bonnet, Corso Como Place.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

9 commenti su “Milano | Porta Volta – Cantiere Museo del Design: fine agosto 2019”

  1. Abbastanza carino, sono sempre un po’ scettico riguardo ai micro musei sparsi in giro, meglio uno grosso che tanti piccoli (soprattutto per i turisti); cmq questo sarà il museo del design, che funzione avrà la Triennale d’ora in poi?

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    • Si chiama non a caso Triennale perché la sua funzione principale è di ospitare la mostra Triennale di Architettura (a proposito, hai visto quella di quest’anno? è bellissima) e, negli anni di intervallo, altre mostre temporanee dedicate all’architettura e al design.

      Il museo di design della Triennale è un di cui, una piccola esposizione in cui sono esposti a rotazione (per motivi di spazio) pezzi selezionati della vastissima collezione.

      Quindi la Triennale continuerà tranquillamente a svolgere la sua funzione anche dopo che sarà aperto il Museo dell’ADI.

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      • Il Museo dell’ADI dovrebbe essere più attuale ed interessante di quello della Triennale che ha il grosso limite di essere un po’ una esposizione tematica del design del dopoguerra, visto che di pezzi dopo il 1980 non ha praticamente nulla (cioè pochissimo che sia stato fatto negli ultimi 40 anni).

        Però il dubbio che 3 musei a tema design e dintorni (c’è anche la sezione al Castello Sforzesco) siano un po’ ridondanti ce l’ho anch’io…

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    • In effetti il progetto non sembra un granché, certo non all’altezza della fama del Compasso d’Oro: anche gli edifici di nuova progettazione sembrano usciti dritti dalla matita di un geometra degli anni 80.

      Basta un confronto anche rapido con il modo in cui è stata risolta una sfida progettuale simile alla Fondazione Prada, per far saltare all’occhio la pochezza creativa di questo progetto.

      Ma aspettiamo di vederlo finito per esprimere un giudizio definitivo.

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