Milano | Maggiolina – Le cabine elettriche d’epoca e i ponti ferroviari

A noi di Urbanfile piace curiosare come farebbero dei buoni “umarel”, così non potevamo non notare questi meravigliosi manufatti che speriamo vengano sottoposti a tutela da parte della Sovrintendenza, quali patrimonio di un periodo storico importante per la città.

Stiamo parlando dei manufatti che si trovano in via Pallanza e Dolcebuono prima dei ponti ferroviari che scavalcano via Arbe e viale Sarca, tra le zone di Maggiolina, Montalbino e Niguarda.

Con ogni probabilità i due manufatti vennero eretti poco dopo la costruzione del rilievo ferroviario attivato alla fine del 1914.

Le due “cabine” in questione sono due parallelepipedi alti una decina di metri, in muratura intonacata. Presentano una decorazione floreale (liberty) a circa metà altezza. Quella di via Pallanza sul lato meridionale presenta due alte griglie metalliche molto ossidate, mentre la gemella di via Dolcebuono al loro posto (sul lato settentrionale però), presenta due semplici finestre sigillate.

Apparentemente sembrano abbandonate e abbastanza in rovina.

Tra l’altro, vicino si trovano ancora alcuni alti tralicci (anch’essi in disuso), sicuramente elettrici, vista la presenza di isolatori, che con ogni probabilità servivano per far passare la linea elettrica oltre i ponti ferroviari.

Delle due cabine si è perso, apparentemente, l’originario utilizzo.

Per ora sono molte le supposizioni, una di queste presume che potessero servire per sovrappassare la ferrovia coi cavi elettrici, anche se per altri, invece, potevano avere funzioni legate più alle ferrovie, visto che richiamano lo stile architettonico delle sottostazioni elettriche ferroviarie in uso all’epoca.

Altri ipotizzano ancora che le rastrelliere metalliche presenti in facciata potessero essere di supporto a una fitta schiera di isolatori di amarro delle campate di filo; il numero così elevato e l’epoca antica farebbero pensare a linee telefoniche urbane, piú che elettriche. Anzi, potrebbero essere state anche linee telefoniche ferroviarie, stese lungo linee che si dovevano poi diramare dal lato opposto. Insomma, da qualche parte la storia vera esiste, ma al momento quello che siamo riusciti a scoprire è solo questa. (info da Milano Sparita, Storia dei Trasporti di Milano)

A lato dei manufatti, come immaginabile, si trovano i ponti ferroviari realizzati in cemento armato nel 1914, cent’anni fa. Anch’essi realizzati per essere belli, in stile liberty e riccamente decorati. Peccato che siano deturpati dalle insegne pubblicitarie. Chissà poi se saranno restaurati come sta avvenendo per i ponti che sovrastano viale Monza.

Stessa sorte per gli altri due ponti ferroviari sopra viale Fulvio Testi. Decori nascosti da incuria e cartelloni pubblicitari anche qui (ma non si possono mettere più in alto?). Per giunta le aiuole sono utilizzate, tanto per cambiare, come parcheggio selvaggio, deturpando ulteriormente anche questo angolo.

Visto che comunque sono tutti considerabili “archeologia industriale” vecchia ormai di cent’anni, perché non averne cura migliore, magari per le generazioni future?

Ringrazio per le informazioni storiche e le ricostruzioni: Tullio Terna Vincenti, Marzio Castelli e Gabriele dell’Oglio di Skyscrapercity.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

4 commenti su “Milano | Maggiolina – Le cabine elettriche d’epoca e i ponti ferroviari”

  1. Bellissimo servizio, molto ‘milanese’,
    Ma “umarel” proprio no, non è milanese per niente, ma perché? L’è propri brüt de sentìi 🙂
    Comunque molto belle le foto dei dettagli

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    • Il termine ‘umarell’ (in genere scritto con due L) è originariamente bolognese, ma è ormai diventato di uso comune un po’ ovunque per indicare il classico vecchietto che guarda i cantieri.

      Io invece lo trovo simpatico!

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      • Io ammiro la nonchalance di Fabio Concato nello scrivere un pezzo in milanese con quel titolo. Ma fossi stato in lui, ci avrei pensato 200 volte prima di farlo…

        Detto tra noi anche l’epiteto “giargiana” ha origini lontane, addirittura meridionali, eppure ci viene venduto come meneghino al “cientopecciento”!

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  2. Piccoli scorci della città, che spesso nemmeno notiamo, e che invece meriterebbero di essere rivalutati (sopratutto i decori dei ponti). Grazie per ill bel servizio

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