Milano | Centro Direzionale – Torre Galfa: fine ottobre 2019

Aggiornamento fotografico al cantiere della Torre Galfa in riqualificazione dal 2016.

Oramai siamo ai lavori di fino sia all’interno della torre che nell’area circostante con la creazione di una piccola piazza pedonale.

L’eleganza di questa torre è veramente senza tempo: realizzata nel 1959 nell’international style, è stata ora rigenerata dall’architetto Maurice Kanah dello studio BG&K associati cui la nuova proprietà Unipol ha affidato questo interessante caso di restauro moderno monolite.

La Torre Galfa venne progettata dall’architetto Melchiorre Bega, e realizzata dal 1956 al 1959 per ospitare gli uffici milanesi della società petrolifera Sarom. Il nome GalFa è da ricondurre alla sua collocazione: l’edificio si trova infatti all’incrocio tra via Galvani e via Fara (Galvani + Fara), nel cuore del centro direzionale fra il grattacielo Pirelli e via Melchiorre Gioia.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Centro Direzionale – Torre Galfa: fine ottobre 2019”

  1. Eleganza senza tempo messa a dura prova da quel cubo di vetro che con la torre Galfa non si raccorda minimamente.

    Capisco l’esigenza delle scale sul retro, meno quella di scimmiottare Apple male e in economia.

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    • se invece provi a considerare i due volumi aggiunti come volutamente distinti e non scimmiottanti, proprio per far risaltare le differenze, il discorso – secondo me – cambia.

      se avessero fatto il cubo e le scale “in stile”, sarebbe stata una pacchianata, oltre che un falso storico: allora meglio così come hanno fatto: poi se sia perfetto o se piaccia, de gustibus..

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  2. Per le scale che fanno parte della stessa struttura certamente.
    Per il cubo per me il discorso invece cade. Raccordare non significa falso storico, significa che al momento questo cubo sta come il cavolo a merenda.

    E poi rispetto alla leggerezza che suggerivano nei primi schizzi proprio non ci siamo. D’altronde per fare le cose alla Apple servono i soldi di Apple.

    Per intenderci più che l’idea, che pure non mi convince, contesto la realizzazione.

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    • A prescindere da come fosse la zona 5, 10, 20 o 40 anni fa, il divario con la parte turistica della città sta aumentando e si nota tutto.

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        • Spero, ma è solo un mio parere, che tutto il resto degli avanzi del centro direzionale venga abbattuto e ricostruito da zero. Il restauro non permette una performante classificazione energetica ma sopratutto Porta Nuova e rinata e diventata bella grazie ai nuovi progetti che, grazie al cielo, hanno dato un nuovo volto all zona. Ci è stato messo meno tempo a costruire e ultimare i Giardini d’Inverno da zero che a ristrutturare questa torre che non possiede nemmeno alcune certificazione LEED. Il futuro di Porta Nuova è COIMA, che con i fondi sovrani permette una svolgimento del lavoro rapido, attento all’ambiente ma sopratutto moderno che le nuovi generazioni amano tanto è vero che Porta Nuova è diventata celebre e prestigiosa per questo, non per i restauri del centro direzionale che sono dei pugni in pancia!

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