Piazza Sempione è dove si trova l’Arco della Pace, dedicato alla pace tra le nazioni europee raggiunta nel 1815 con il congresso di Vienna, la prima pietra fu posta nel 1807; i lavori vennero poi sospesi con la caduta di Napoleone (1814) e ripresi nel 1826 sotto gli austriaci; fu inaugurato il 10 settembre 1838 con una fastosa cerimonia presieduta dall’appena incoronato imperatore Ferdinando I d’Austria. Ebbe la sua definitiva consacrazione nel 1859 con l’ingresso in Milano di Napoleone III e di Vittorio Emanuele II dopo la vittoria di Magenta. L’Arco della Pace rappresenta uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano.
Piazza Sempione è anche il fulcro di un enorme semicerchio che abbraccia un intero quartiere tagliato in due da Corso Sempione.
Volevamo portarvi a fare un giro nel quartiere e segnalare alcune cose particolari.
Anzitutto partire dalla grande piazza Sempione, sistemata sul finire degli anni Novanta, recentemente è stata interessata da lavori di “sistemazione” che hanno prodotto, come si può notare dalle foto seguenti, un pasticcio nella posa delle pietre. Infatti prima le “fughe” dei masselli erano allineate in modo radiale, ora, le vediamo andare in ogni direzione. Come al solito, l’estetica e il buon gusto in questa città sono un’opinione.
Come dicevamo, la piazza venne sistemata negli anni 90 dall’architetto Viganò, resa pedonale e “abbellita” dai tanto discussi e poco amati lamponi considerati un po’ troppo moderni (oramai hanno il “look” di quell’epoca). Nel nuovo assetto venne realizzato anche una sorta di anfiteatro a semicerchio a chiudere la piazza dal lato del parco Sempione e usato ancora oggi nelle manifestazioni che si tengono ogni tanto nel piazzale. Il progetto del Viganò a voler vedere bene pare pecchi in molti punti, forse per mancanza di soldi o lavori non finiti. Ad esempio ci sono punti dove i dislivelli di alcune parti sono così alti e non hanno alcuna protezione che ci domandiamo come ancora nessuno sia caduto facendosi male. Oppure che dire del pavé che si interrompe a pochi centimetri dai manufatti dei cordoli, ed è sistemato con un po’ di cemento, dando proprio l’impressione di un opera mai portata a compimento.
L’Arco della Pace è uno dei luoghi più frequentati dai giovani, qui ogni sera si riversano centinaia di persone per gli aperitivi e magari si dilungano fino a tardi la sera.
L’Arco della Pace L’Arco della Pace L’Arco della Pace
L’emiciclo è alberato e i marciapiedi, molto ampi, ricordano molto l’atmosfera parigina. La parte settentrionale della piazza è la più amata perché l’unica ad avere delle vetrine che pian piano si sono ritrovate ad ospitare bar e ristoranti.
Volevamo far notare però come, le aiuole siano un po’ sempre trasandate, dove le piante, spennacchiate, mostrano i teli stesi a protezione delle stesse piante in più punti, apprendo in tutta la loro bruttezza.
Volevamo farvi notare come resista ancora uno di quei aggeggi di metallo che servivano per pulirsi gli stivali quando la piazza era ancora uno spazio sterrato, ci troviamo davanti al bell’ingresso al civico 4 di piazza Sempione.
Il negozio in Piazza Sempione 6 è stato il primo Sex Shop aperto a Milano e in Italia, ed è ancora aperto.
Eccoci in Corso Sempione, nella parte più “ristretta” quella che va dalla piazza sino a via Antonio Canova e via Francesco Melzi D’eril, l’arco che racchiude il quartiere. In questo punto il corso è semi pedonale, affollato di locali notturni e serali con folla soprattutto nei week end.
Anche questo tratto della via è molto bello, ma se lo si osserva attentamente si può notare che le aiuole mancano di cura, così come molti manufatti.
Tornando in via Pagano invece, qui la situazione è più tranquilla, lungo il lato del parco è stata anche realizzata una ciclabile protetta da una ringhiera. In questo tratto si trova anche la possente chiesa del Corpus Domini, un bellissimo esempio dell’eclettismo del primo Novecento. L’interno vale la pena di esplorare, per entrambe le due chiese, quella invernale e quella estiva. Al suo interno si trovano diverse opere dell’epoca e anche un dipinto del 1600 attribuito a Guido Reni.
Il nostro viaggio all’interno del quartiere prosegue nel prossimo articolo.
Adoro questi vostri articoli di quartiere. Bravi.
Il tratto di ciclabile in pavé di via Pagano è un unicum di cui avremmo fatto volentieri a meno
Concordo pienamente! Evidentemente chi l’ha pensata non è mai andato in bicicletta.
Chissà se qualcuno ha segnalato al Comune quei “difetti” della piazza da voi segnalati
Basterebbe veramente un po’ più d’attenzione, caro #ComunediMilano