A Milano, spesso si definisce Casa, un palazzo residenziale di grandi proporzioni. Una di queste “case” è il palazzo di viale Lombardia 17 a Città Studi, Casa Corbellini Wassermann. Un vero capolavoro dell’architettura in città.
Il progetto della casa venne presentato da SAIR, acronimo di Società Anonima Immobiliare Rinaldo S.p.A., nel dicembre del 1934, un progetto del grande architetto milanese Piero Portaluppi (1888-1967) già all’apice della carriera. Il cantiere venne concluso nel 1936.
Si trattava di un immobile definito all’epoca: “ad uso civile abitazione, tipo medio”, e che rispecchiava le esigenze della nuova borghesia. La scelta ricadde in un lotto nella zona in espansione di Città Studi, in fase di sviluppo già da una quindicina d’anni. Confina con un palazzo (Viale Lombardia 21) residenziale in stile eclettico del primo Novecento e con una villa anch’essa in stile eclettico-neorinascimentale, sempre del primo Novecento.
La “Casa” è una grande palazzina con giardino predisposta come abitazione privata per le famiglie Corbellini e dell’imprenditore farmaceutico tedesco August von Wassermann.
L’aspetto è quello di una grossa villa isolata dal contesto tramite un giardino a sinistra e una lunga vetrata adiacente al palazzo confinante dove si trovano le scale. La facciata, traforata da finestre orizzontali, è in marmo di Ornavasso grigio e rosa alternato in modo disordinato che forma un alto zoccolo tra il piano rialzato e il primo piano. Un’ampia finestra o loggia angolare, sormontata da un balcone, caratterizza il disegno della facciata. Gli altri due piani sono intonacati di bianco ed erano adibiti come alloggi da reddito. Conclude il tutto un piano arretrato e terrazzato che sembra una villa indipendente.
L’accesso principale da Viale Lombardia presenta una cornice in marmo rosso.
L’appartamento al primo piano, inizialmente destinato all’ abitazione padronale, è caratterizzato da un ricco utilizzo di marmi pregiati: verde di Alpi Cesana, verde di Issorie, verde Roja, bianco di Carrara, rosso di Levanto (tonalità marrone scuro), rosso dell’Amiata (tonalità arancio). Nel 2019 è stato portato a termine un radicale restauro, con valorizzazione delle strutture originarie ed è oggi sede degli spazi espositivi di una galleria d’arte.
Gli ambienti di soggiorno venivano così a disporsi lungo viale Lombardia e risvoltavano dietro la facciata prospiciente il giardino privato, al quale erano collegati da una scala elicoidale. Realizzata in blocchi di marmo massello, era stata impiegata nella Casa del Sabato per gli Sposi, costruzione temporanea presentata alla Triennale di Milano del 1933 da Portaluppi insieme ai giovani BBPR.
Gli ambienti di servizio e le stanze di minor dimensione erano invece disposti sul lato opposto rispetto alla diagonale dei disimpegni, in margine al cortile e alla scala secondaria. Per fortuna molti ambienti sono rimasti quasi inalterati, come i bagni al piano rialzato.
Di seguito le immagini del piccolo giardino e della scala elicoidale che caratterizza l’intera casa come fosse una scultura (sarebbe il caso di restaurarla un po’ visto che ha perso il suo originario candore).
Il boom edilizio e economico degli anni Cinquanta fece si che la graziosa villa con giardino, confinante con Casa Corbellini Wassermann, venisse abbattuta per poter edificare nuovi palazzi residenziali. Così la Società Armida, proprietaria del terreno, commissionò a Portaluppi il progetto per la costruzione di due edifici da erigere nello stesso lotto, uno con ingresso da viale Lombardia 15 (7 piani) e l’altro da via Pestalozza 16 (6 piani). Vennero edificati tra il 1961 e il 1964 in luogo della vecchia villetta, mantenendo e condividendo il giardino con Casa Corbellini Wassermann. Portaluppi progettò i palazzi con lo stesso disegno, leggermente rivisitato, della più antica casa al numero 17. Ripreso lo zoccolo in marmo di Ornavasso grigio e rosa per due piani, mentre la parte superiore in questo caso anziché intonacata è stata rivestita in pietra a spacco rustico, molto in voga negli anni Sessanta.
Lo spettacolare ingresso al civico 15 di viale Lombardia.
Fonte: Piero Portaluppi, Skira edizioni; Casa Corbellini-Wassermann, Ordine degli Architetti; Case Milanesi 1923-1973 Hoepli, Lombardia Beni Culturali; Milano nel Fascismo 1922-1945, Edizioni Cariplo
Stupenda!
Mi piacerebbe visitare questo palazzo. Quando si potrà vorrei essere informata. Non ne sapevo l’esistenza pur abitando molto vicino a Vle Lombardia. Grazie
la plastica sopra la passatoia è una cosa che odio. fino a una trentina di anni fa nemmeno si sapeva cosa fosse e non è che i condomìni andassero in rovina o cambiassero passatoia ogni anno…
Bello l’approfondimento sugli interni. La ristrutturazione degli interni delle case milanesi “900” o razionaliste meriterebbe una riflessione ulteriore.
Spesso si conservano le facciate nella (da poco raggiunta) consapevolezza del loro pregio estetico ma gli interni sono totalmente ridisegnati.
E’ possibile coniugare comfort moderno con estetica deco’ e d’epoca? Fino a che punto?
L’ho vista oggi, casualmente, facendo un giretto in quella zona.
Davvero finalmente, l’architettura del deprecabile ventennio viene apprezzata.
Spaziosa, ariosa, elegante, solida, rassicurante.
Da piccola andavo in una colonia a Cattolica, La Milanina, costruita sicuramente in quel periodo. Era bellissima, direttamente accosto alla spiaggia, sul davanti un grande giardino che la sera profumava le camerate di oleandri e petunie, una gran luce la pervadeva al mattino difronte al sorgere del sole…..