Milano | Porta Volta – Cultura: via libera al Museo della Resistenza

Approvate le linee di indirizzo che delineano gli impegni degli enti, obiettivo affidamento cantieri entro il 2021 

Si delinea il percorso che porterà alla nascita del Museo della Resistenza a Milano. Oggi la Giunta ha approvato le linee di indirizzo per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra il Comune e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che definisce gli impegni delle parti per la sua realizzazione ai Bastioni di Porta Volta.

Il museo avrà sede nel nuovo edificio “gemello” della Fondazione Feltrinelli” firmato dallo studio Herzog & De Meuron, previsto nell’ambito del Piano Integrato di Intervento riguardante le aree comprese tra i viali Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti.

Il progetto è stato rivisto alla luce delle indicazioni della Sovrintendenza per consentire il mantenimento dei resti delle Mura Spagnole, rinvenute durante la bonifica del terreno dove, per oltre sessant’anni, è stato in funzione un distributore di carburante. L’Amministrazione si è fatta carico delle spese per la revisione del progetto preliminare mentre, come previsto da convenzione, l’operatore in capo al Piano Integrato, Coima S.G.R. S.p.A., finanzierà la progettazione definitiva ed esecutiva.

La realizzazione del museo sarà finanziata con risorse appositamente assegnate al Ministero per un ammontare di circa 14 milioni di euro. Il Ministero sarà anche stazione appaltante e controllore delle spese, coordinerà e supervisionerà la realizzazione del progetto, che comprende ulteriori opere pubbliche quali marciapiedi, spazi a verde, spazi pubblici e manutenzione dei caselli daziari, l’allestimento del museo e lo sviluppo dei contenuti. 

Il Comune da un lato metterà a disposizione il terreno già bonificato per la costruzione dell’edificio, che una volta ultimato rientrerà nella sua proprietà esclusiva, dall’altro si impegna a consegnare al Ministero la progettazione definitiva ed esecutiva realizzata da Coima in tempo utile per poter avviare le procedure d’appalto entro un anno e affidare i lavori entro il 31 dicembre 2021. 

Il Comune inoltre stipulerà gli accordi necessari alla presa in carico dei patrimoni documentari e dei beni, digitali e non, che costituiranno il museo e coopererà nella definizione dei contenuti e delle soluzioni di allestimento insieme al Comitato di supervisione della progettazione, che verrà costituito con successivi accordi . La gestione del museo infine sarà affidata a un apposito soggetto giuridico da costituirsi tra l’Amministrazione, il MIBACT e altri soggetti pubblici.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

33 commenti su “Milano | Porta Volta – Cultura: via libera al Museo della Resistenza”

  1. Quindi tra qualche anno avremo:
    – museo della resistenza
    – nuovo museo del design
    – grande Brera
    – museo etrusco
    – ampliamento del museo del 900

    Manca sempre un museo d’arte contemporanea. E, aggiungo, non sarebbe male anche un museo dei trasporti pubblici, ATM potrebbe cedere un suo vecchio deposito per allestirne uno.

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    • “nuovo museo del design”????

      Avremo la collezione del Compasso d’Oro (che è significativa ma difficilmente rappresenta “il design” globale)

      Avremo la Triennale (ancora più limitata, ci sono pezzi – sempre solo italiani – ma solo di pochi decenni del 900)

      Avremo anche il Museo del Design al Castello Sforzesco, ma del tutto snobbato come ora ( non ci sono solo robe fighe e di moda, ma è più completo)

      Ognuno con la sua cadrega!

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    • Un grande museo d’arte contemporanea manca. E manca molto. A me piaceva quello di Daniel Libeskind, che doveva sorgere in City Life. Purtroppo è stato cancellato per la crisi del 2008.

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  2. I firmatari dell’appello pro benzinaio staranno commentando “sono stati ritrovati e salvati reperti storici, la città avrà un nuovo museo quasi a costo zero, si completa un progetto innovativo di architetti di fama mondiale, si mette meno al verde e all’arredo urbano ma i cittadini dovranno percorrere decine di metri in auto per fare benzina. Si guarda sempre al vantaggio di milioni di persone senza curarsi delle esigenze di noi automobilisti”

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  3. I partigiani (quei pochi che hanno fatto la resistenza per davvero) avevano solo i loro vestiti con poche armi e non hanno certamente influito sul corso della guerra. Mi chiedo quindi cosa ci sia di interessante da vedere per occupare un intero palazzo costato decine di milioni.
    Temo che sia un’operazione puramente propagandistica.

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    • Se il Museo sarà fatto bene, eviterà discorsi come i tuoi, che purtroppo sono sotto sotto quello che temo pensi la stragrande maggioranza degli italiani (ossia variazioni sul tema “senza gli americani a quest’ora c’era ancora mussolini, a Salò. Ossia non aver capito molto del ruolo della Resistenza nella storia italiana di quel periodo).

      Quindi speriamo sia fatto bene, che sarebbe ora!! 🙂

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      • Ma infatti, non sono state le armate alleate di USA, UK e Francia a sconfiggere la Wehrmacht… sono stati i partigiani rifugiati nel bosco.
        Cone temevo sarà un’operazione propagandistica. 🙁

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        • È chiaro che sono stati gli USA a ‘liberare’ l’Italia , solo che c hanno messo anni e intanto in tutto il centro-nord c’è stata una guerra civile tra italiani partigiani e italiani fascisti + nazisti occupanti . Sai forse ricordarsi con un museo, spiegare una guerra civile che ha strascichi ancora adesso è importante. Giusto per non partorire opinioni becere come le tue.

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          • Beh speriamo che il Museo della Resistenza sia qualcosa di più profondo della “guerra civile tra partigiani e non partigiani”, mentre Americani (e Inglesi e Polacchi e tanti altri) crepavano facendo la guerra ai Tedeschi.

            La Resistenza è stata educazione alla Libertà, non la versione all’amatriciana dei Ragazzi della via Pal….

            Mi sa che un Museo serva veramente 😉

  4. Il problema è che se chi spiega la “guerra civile che ha strascichi ancora adesso” è una sola parte politica, l’intera operazione non può che essere propaganda rivolta contro la parte avversa.
    Esistono già centinaia di circoli ANPI che raccontano la frottola dell’Italia liberata dai partigiani di sinistra. Spendere ulteriori decine di milioni di soldi pubblici e occupare un palazzo in centro a Milano per fare promozione politica è una prevaricazione.

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    • La resistenza la hanno fatta 7 partiti dell’arco costituzionale italiano.

      Dai cattolici al liberali ai repubblicani fino al partito d’azione che ha mandato le brigate azioniste a combattere contro il fascismo spagnolo di franco in Spagna.

      E ti racconta anche come ben prima del fascismo mussoliniano in Lombardia c’erano gli squadristi che andavano nelle redazioni dei giornali cattolici a intimidire i direttori e i giornalisti e a sfasciare le rotative.

      Che con azioni violente e intimidatorie volevano mettere a tacere le voci dissidenti anche cattoliche.

      Finanziati dai latifondisti e dagli industriali poiché le giunte socialiste avevano messo in piedi le mutue sanitarie e di welfare per i contadini che morivano di fame di malattie in Lombardia.

      Poi la cultura squadrista violenta e antidemocratica fece dimettere molte giunte socialiste elette regolarmente con minacce e intimidazioni.

      Dopo è arrivato Mussolini che ha portato tali signori al governo di Roma con l’avvallo del re.

      Hai ragione la resistenza non la ha fatta solo il pc ma tutti i partiti democratici italiani

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  5. La liberazione è stata necessaria perché qualcuno ha aperto le porte dell’Italia ai nazisti! Ecco perché serve un museo, per ricordare gli errori da non ripetere.

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    • E va be’ @Michele, risparmia il fiato, con questi perdi solo tempo, Andranno tutti all’ inaugurazione a cantare bella ciao e torneranno a casa felici e contenti.

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    • La Liberazione ci sarebbe stata anche senza la Resistenza.
      Ridurre la Resistenza alla “liberazione” è bizzarro e ingeneroso – perchè allora è vero, son stati gli Alleati a liberarci…

      Fa specie che 80 anni dopo abbiamo le idee così confuse e (senza offesa), questa banalizzazione dell’idea di Resistenza non va ad onore di ANPI e associazioni varie che non han certo fatto un lavoro perfetto.

      Quindi ben venga un Museo civico della Resistenza a Milano!!

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      • @Michele!!!!!
        Prima di tutto devo capire questi commenti in un blog di architettura e chiedo che ci sia finalmente un moderatore che blocchi ogni critica gratuita e che inibisca finalmente ogni basso istinto.
        Secondo: certi commenti e certi livelli di ragionamento sono gli stessi che hanno portato ai fatti di Artena e Caivano. Bisogna riflettere su certe persone e sul loro modo di pensare anzi bisogna ostracizzarle.
        Terzo: in realtà quelli che tu denigri sono quelli che hanno permesso i tuoi commenti nella più totale impunità mentre quelli che sotto sotto tu ammiri ti avrebbero messo in galera buttando via la chiave….
        Quarto: la liberazione e CLN non sarebbe stata la stessa senza i partigiani, tanto è vero che documenti dei vari servizi segreti alleati certificano l’intenzione di creare un governo fantoccio con qualche fascistello manovrato….ci sarà un motivo se poi è arrivata Paizza Fontana etc. con qualcuno che ha coperto esecutori e mandanti….

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      • @UF: perchè permettere a certi individui di fare la solita shit storm negazionista? Certe cose devono essere bandite da un moderatore senza se e senza ma come avviene normalmente in qualsiasi blog…oppure si incentivano certi commenti per avere più clickbaiting?
        Poi non lamentiamoci se abbiamo eventi come Artena e Caivano….perchè è quel retroterra culturale che oltre a fatti efferati porta anche ad avere brutta architettura…

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        • @Andy77 Se rendi divisiva la Resistenza, cadi nell’astuta trappola di chi la nega.

          Non invocare la censura ma confuta le argomentazioni (peraltro espresse da UN SOLO individuo) come han fatto con molta più efficacia la stragrande maggioranza di chi è intervenuto prima di te. W il Museo.

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  6. Senza la resistenza e il cli finivamo come la Germania est e la Germania ovest.

    Territorio diviso in 2 tra est e ovest…

    Studiate la storia capre.

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  7. Credo che al di la delle personali e opinabili considerazioni di ognuno, non vi sia la necessità di un Museo dedicato alla Resistenza; a Milano infatti esiste già un luogo, o meglio forse un archivio fotografico e non, che certamente tutti conosciamo, che risponde al nome di Casa della Memoria, nell’area di Porta Nuova, fortemente voluto da Pisapia, proprio e anche giustamente alfine di ricordare e onorare tutte le vittime della guerra, del terrorismo e della violenza politicizzata che ha ammorbato Milano e l’talia dal dopoguerra ad oggi, istituzione pero’ di cui è il casi di dirlo ,si è persa la memoria, visto e considerato che quel sito è difficilemente accessibile perchè spesso chiuso e per nulla valorizzato.Io credo che proprio la casa della Memoria dovrebbe ospitare nell’ottica della sua istituzione una sorta di osservatorio permanente sulla Resistenza, su quello che è stato e sui protagonisti che l’hanno animata nel bene e nel male; la Resistenza, le due guerre mondiali, le sofferenze e le speranze dei Milanesi e degli italiani sono giè state ampiamente trattate nel corso di qs. anni attraveso mostre, convegni, celebrazioni e audiovisivi di altissimo profilo, e non solo, Milano è medalia d’Oro della Resistenza e credo che di un simile riconoscimento ne debba andare fiera.
    Non me ne vogliate, lo so rischio di essere insensibile e blasfemo su questo tema, ma guardiamo avanti, io piuttosto sosterrei il nuovo MAC,la BEIC, e il museo dei trasporti che attirerebbero anche turisti stranieri; onoriamo i caduti e tutti coloro che hanno combatutto e che hanno creato i presupposti per Paese nuovo, ma facciamolo nelle sedi opportune, il Museo è inutile.

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  8. Buongiorno, grazi e mio padre, ho a disposizione una vasta collezione di libri e documenti sulla Resistenza nel VCO (Repubblica dell’Ossola), che vorei regalare al futuro Museo della Resistenza, tutto gratuitamente, ovviamente, magari a nome di mio padre che ci h amesso anima e cuore a costruirla. Qualcuno sa dirmi a chi posso, potrò rivolgermi? Mi farebeb piacere condividere con tutti le testimonianze raccolte in decine e decine di documenti raccolti in 50 anni e non lasciarli chiusi in una libreria a fare polvere. Grazie mille.

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