Una nuova vita per il Lido di piazzale Lotto a San Siro, luogo simbolico dello sport a Milano e tra i più popolari in città durante la stagione estiva, mantenendo la sua vocazione sportiva e ricreativa. È l’obiettivo della Giunta che ha dichiarato fattibile e rispondente all’interesse pubblico la proposta di progetto per l’affidamento in concessione per la realizzazione di un nuovo centro sportivo nell’area nonché la successiva gestione per un periodo di 42 anni presentata da parte della società iberica Ingesport health and SPA consulting S.A., leader dei centri Go fit.
“Questo progetto di partenariato pubblico-privato – dichiara Roberta Guaineri, assessora allo Sport – prevede la riqualificazione di tutte le strutture esistenti e degli spazi pubblici, che saranno a disposizione dei cittadini, nonché la realizzazione di una nuova palazzina che ospiterà un centro ludico-sportivo molto attrezzato. Un’opportunità preziosa che renderà il Lido agibile per tutto l’anno e non limitatamente ai tre mesi estivi e che aiuta ad ampliarne l’offerta, non solo sportiva, per tutti i milanesi, con offerta gratuita di alcuni spazi, abbonamenti scontati per l’attività sportiva per le famiglie, con gratuità per i minori. Ora procediamo celermente per restituire al più presto ai milanesi questo monumento al benessere totalmente rinnovato”.
Il complesso, venne progettato alla fine degli anni Venti dall’ingegnere Cesare Marescotti e fu inaugurato il 5 luglio 1931 (qui una nostra visita effettuata nel 2016).
Attualmente l’intero complesso, affidato a Milanosport, è costituito da una piscina all’aperto; 4 campi da tennis sintetici e illuminati, 3 dei quali con copertura invernale; 2 campi da calcio a 5; 1 campo di minigolf (aperto da marzo a novembre); un edificio spogliatoi (il padiglione delle cabine rotazione); servizi di supporto alla piscina (il padiglione cabine individuali, piscina e bar del padiglione); la Rotonda, che si trova alla fine del parco, ospita una grande e luminosa palestra per la pratica di esercizi e una ludoteca.
Il progetto proposto ha come obiettivo la riqualificazione del complesso mediante la realizzazione di una nuova struttura da adibire a centro sportivo, la trasformazione dell’attuale piscina (che comporta un notevole spreco di risorse in quanto non provvista di un adeguato impianto filtrante) in specchio d’acqua, la realizzazione di una nuova piscina stagionale, la manutenzione straordinaria con conseguente messa a reddito dei fabbricati presenti all’interno dell’area oltre al rifacimento integrale, mediante demolizione e ricostruzione in sagoma, del padiglione Cabine individuali. Per quanto riguarda le tariffe, saranno previste tipologie scontate di abbonamento per famiglie, giovani e terza età.
Il canone annuale della concessione è stato quantificato in 80mila euro, mentre l’importo del quadro economico complessivo delle opere è pari ad oltre 25 milioni di euro. La durata dei lavori, previsti in due distinte fasi, è di 24 mesi per la realizzazione del nuovo centro sportivo, la trasformazione dell’attuale piscina, la realizzazione di quella nuova e la manutenzione degli immobili esistenti, e di ulteriori 7 mesi per la demolizione e la ricostruzione del padiglione Cabine individuali, senza alcun contributo a carico del Comune di Milano.
Quindi, se ho capito bene, la grande piscina del Lido, che all’epoca della sua costruzione era la più grande del mondo, verrà degradata a decorativo laghetto e la balneazione si farà in una piscina più piccola? Avrei preferito che la attuale grande piscina fosse ricoperta da una struttura trasparente e trasformata in un centro balneare aperto tutto l’anno come, mi pare, ne esistano in Nord Europa. È un’utopia, Covid a parte?
Biagio perché dici rimpicciolita? Come dimensioni è esattamente la stessa, guarda le foto del progetto, ma ovviamente verrà ristrutturato tutto, e ci sarà più verde, più alberi, meno cemento, e la parte per i bambini.
Il Lido nasce, come tutte le prime piscine milanesi (Ponzio, Botta) non come struttura sportiva ma come grande centro balneare circondato da ampie aree verdi. Una specie di mare/lago/fiume balneabile che a Milano mancava. Un’operazione come quella medioevale dei navigli: la natura ci ha messo “In medio lan(d)i”, lontano da fiumi e laghi e boschi? E noi ci rimbocchiamo le maniche e ce li costruiamo. Perché “costruire” non vuol dire solo fabbricare edifici, volumi coperti e vendibili. Ha sempre voluto dire anche creare conformare, rendere fruibili e abbellire spazi aperti, corpi idrici, il verde, interi ecosistemi naturali per funzionamento ma artificiali per genesi, paesaggi. E il Lido dei Milanesi é proprio questo: un pezzo di paesaggio intenzionalmente costruito dall’uomo. Cosa che del resto può dirsi di tutti i migliori paesaggi italiani, di quello che resta di quello che Stoppani (da non confondersi con Galbani) aveva chiamato il “Bel Paese”. Negli anni ’60 e ’70, quelli del week end obbligatorio e di “stessa spiaggia stesso mare”, si è pensato che questo tipo di “costruzione” dovesse servire ormai solo per i residui sfigati che non avevano i soldi per andare a Santa e quindi lo si è lasciato degradare. A cominciare dalle aree verdi e dalle decorazioni, considerate superflue per quella che, per rubare la “poetica” dei milanesi imbruttiti, era ormai solo una “pucciapoveri”. Si è quindi lasciato costruire il Lido e superfetazioni di vario tipo al posto di alberi e camminamenti, l’indispensabile complemento al lago balneabile. In tal modo negli anni si è occultato il particolare inscindibile rapporto tra tra bellezza e utilità, la “kalagatìa” che di ogni buona opera di architettura deve possedere e che questa indubbiamente possedeva. Rapporto che potrebbe ancora essere recuperato con un’operazione di restauro nemmeno troppo complessa. Questo ulteriore intervento, per quello che se ne capisce dai soliti rendering fumosi, non esce dalla logica perversa degli anni ”60 e quindi produce un ulteriore perdita di senso funzionale, etico ed estetico. Quando invece sarebbe intelligente, economico e davvero innovativo lavorare a recuperare il senso originale del Lido dei Milanesi. E provare, invece a trovare la cultura e la capacità progettuale per fare, in qualche vero vuoto della città, senza sfruttare saprofiticamente il povero Lido, palestre, vasche da allenamento e strutture per lo sport spettacolo che provino almeno ad essere allo stesso livello di qualità architettonica e urbana. Perché senza bellezza non c’è utilità e senza utilità non c’è bellezza.
Complimenti veramente una espressione linguistica puntuale ed eccellente.
Una disanima perfetta.
Chapeau.
Concordo nello spirito e nella sostanza.
PERFETTO, non aggiungo altro.
è una cosa demenziale togliere l’unica piscina all’aperto decente insieme alla Ponzio di milano.
amavo il minigolf e i campi da tennis “gratuiti” dove potevi giocare contro il muro. ma cosa ci voleva a sistemarlo decentemente?
la distruzione degli spazi è terribile.
Comunque che il lido abbia da tempo bisogno di un profondo e costoso intervento per conservare livelli dignitosi di igiene e quindi di fruibilità, è certo
ottima notizia!
Concordo pienamente con Marshall.
È triste vedere con quanta incompetenza ignoranza e sciatteria è gestito il nostro Bel Paese.
Che fine fanno i bei campi da tennis, ormai così rari! Non rendono abbastanza?
Ai tempi del sindaco Moratti e poi Pisapia avevo fatto proposta (essendo nel settore) per il Lido e per la Argelati di possibile copertura (tipo tenso struttura per farmi capire) però con pannelli ed il necessario per un bassissimo utilizzo di terze energie ed un ridotto consumo. L’idea progettuale era stata accolta dal Comune ma con nota che i costi sarebbero stati elevati ed il rientro, attraverso ticket e pass di ingresso nei vari formati, sarebbe stato troppo “lento” per il recupero della somma spesa. Ora vedo che l’intervento c’è ma la parte della piscina, oltre ad un “peggioramento” della piscina, resterà sempre aperta nei soli mesi estivi. Se ho capito bene ha un senso una spesa per modificare (in peggio) una piscina per tenerla aperta 3 – 4 mesi ???