Milano | Quartiere Adriano – Torre Dacia: le nostre valutazioni

La torre Dacia di via Ugo Tognazzi, con i suoi 77 metri e 22 piani è l’edificio più alto di Parco Adriano, il quartiere ancora in fase di realizzazione – da oltre 15 anni – tra Crescenzago e Precotto.

La torre, progettata da Paolo Caputo, è stata realizzata nel 2007 ed era un vero fiore all’occhiello architettonico di questo quartiere in sviluppo.

Dobbiamo dire però che, dopo soli 13 anni di vita, la torre pare a nostro parere in gravi difficoltà, come è successo per altri progetti in città: si veda il problema del complesso residenziale progettato da Cino Zucchi al portello, o quello del complesso alla Bovisa di via Cosenz, dove la qualità dei materiali utilizzati poi dai costruttori si è rivelata scadente, portando ad un successivo intervento.

Così pare stia avvenendo anche per questa bella torre. Alla semplice osservazione, infatti, la torre sembra essere stata costruita con materiale scadente, dato che nei punti di ancoraggio dei parapetti dei balconi alcuni elementi si sono con tutta evidenza ossidati e hanno, a causa delle intemperie, lasciato delle tracce dovute al dilavamento sul sottostante rivestimento. Inoltre si nota che in alcuni punti si sono staccati dei pezzi precipitando al suolo.

Ipotizziamo ci sia in corso un contenzioso col costruttore o comunque azioni che portino, speriamo a breve, a una risoluzione dei problemi.

In tutto ciò una nota un po’ “triste”, ovvero vedere che gli abitanti di questa bella torre in tutti questi anni non l’abbiano riempita di vasi con piante e fiori; un peccato.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

16 commenti su “Milano | Quartiere Adriano – Torre Dacia: le nostre valutazioni”

  1. Ma in realta’ ai rendering con tutte le piante ed alberi ci credono solo i polli…anzi farebbe bene il comune a chiedere ai progettisti di consegnare rendering con e senza verde….in modo da essere oggettivi nella valutazione….troppo facile simulare….

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  2. Ho due amici che ci abitano e che provano da anni a riempire di verde il terrazzo. Con tanto di gite dispendiose ad Orticola… Ma l’esposizione al sole rende problematica la cultura da maggio in poi. Parapetti in vetro che scaldano le piastrelle fino a temperature oltre i 60°.

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  3. Immagini di almeno di 9 mesi fa (e rimango stretto con i tempi) la torre in post lockdown è ormai abitata ben oltre l’80% e rimangono pochi appartamenti vuoti. Rimangono le problematiche dei parapetti che verranno sistemati. Forse era il caso di sentire alcuni condomini e soprattutto proporre foto aggiornate per fare corretta informazione.

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  4. Il titolo “un po’ in rovina” mi sembra veramente esagerato…. basta passarci vicino per vederne e valutarne la bellezza.
    Decisamente: articolo fuori luogo!

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    • Ma, io ci passo sotto tutti i giorni e ogni giorno la vedo sempre peggio.
      Ruggine, parapetti che si staccano, piastrelle cadute.. il resto sono chiacchere.
      E’ vero che molti sono venduti, ma è anche vero che molti hanno rimesso in vendita…

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  5. Articolo fuori luogo e contenente notizie false. Parlare di rovina o di qualità scadente senza essere a conoscenza delle corrette informazioni è completamente scorretto.

    Per non parlare della nota “triste” sui fiori…

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  6. ATTENZIONE!! L’articolo contiene diverse informazioni errate!

    Se dovete scrivere articoli per occupare spazi nel blog prendete almeno info veritiere!!!

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  7. Curioso ma piuttosto triste esempio di “grattacielo di ringhiera”.
    I parapetti in vetro, poi, andrebbero proibiti per legge. I balconi e le logge servono per il controllo climatico e questo presuppone che l’aria possa circolare. Altrimenti il balcone diventa una serra invibile per umani, animali e piante. Inoltre i parapetti sembrano nel loro complesso poco adatti a sopportare il carico di piante al di là del vasetto di basilico o di timo. Quindi c’è poco da sperare che questa architettura sbagliata possa essere redenta, come diceva Wright, dall’aggiunta di vegetazione. Fermo restando che le piante valorizzano gli edifici che hanno almeno un po’ di bellezza intrinseca e che gli unici veri boschi verticali sono quelli formati da alberi lasciati liberi di crescere.

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  8. La torre Dacia non è il bosco verticale, inoltre il regolamento di condominio non prevede l’esposizione di piante, anche se vedete qualche timido vasetto affacciarsi ….. La torre Dacia è come una bella donna, struccata perché è bella di suo 🤗

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    • Ci abito e sono d’accordo con te. Torre Dacia è frutto di un autentico progetto di architetto, non di un autocad seriale. Per quanto riguarda le piante, non ci sono proibizioni, tranne quella comune a tutti i palazzi di non tenere balconette all’esterno, ma all’interno. Il problema è che le vetrate trasformano le terrazze in deserti del Sahara dove, tranne i cactus, sopravvive poco, se non curato meticolosamente.
      Quanto all’ “in rovina”, è un’esagerazione, anche se in effetti il costruttore -come tutti i costruttori, del resto- ha pensato di risparmiare mettendo del lattone verniciato là dove era previsto sicuramente dell’alluminio. Alluminio che, con sacrifici disumani, abbiamo fatto rimettere.

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