Milano | Duomo – Per il Museo del 900 niente passerella aerea

Ci voleva la voce della Sovrintendenza a fugare ogni dubbio sulla realizzazione di un eventuale passerella aerea che unisse i due arengari di piazza Duomo per l’ampliamento del Museo del 900.

No alla passerella aerea (per fortuna, diremo noi), meglio un collegamento sotterraneo sul modello della piramide del Louvre. Così a pochi giorni dalla chiusura del concorso internazionale per il raddoppio del Museo del 900 nel secondo Arengario, ha sentenziato  con una lettera firmata dalla sovrintendente ai Beni archeologici, Antonella Ranaldi dubbi scoppiati qualche mese fa sulla possibilità di questa trovata tecnologica per consentire il passaggio tra i due blocchi dell’Arengario.

Rovinerebbe il cannocchiale prospettico che da piazza della Scala imboccando la Galleria Vittorio Emanuele II, attraversando i due arengari culminerebbe con “l’obelisco” moderno della Torre Martini di piazza Diaz. “un cannocchiale visivo e prospettico di straordinaria valenza urbana” come lo ha definito la stessa Ranaldi.

“Quindi si opterà per il collegamento ipogeo tra le due torri di fatto già esistente, da ampliare come hall e snodo distributivo, di accoglienza con servizi di supporto, in posizione centrale tra le due torri dell’Arengario. La soluzione per intendersi è quella della piramide del Louvre di Pei che ha creato nuovi valori iconici e il cuore ipogeo della nuova distribuzione dei musei del Louvre.” La Sovrintendente ha ricordato anche che una soluzione del genere era stata illustrata in più di un’occasione ai tecnici del Comune: “Tale opzione alternativa incontra il favore di questa Sovrintendenza, come è stato ampiamente spiegato negli incontri e supportato nel sopralluogo congiunto nei sotterranei.”

Ora il problema riguarderà i molti studi di architettura che hanno partecipato al concorso considerando l’opzione della “passerella aerea” e che ora dovranno “cancellarla” causando problemi tecnici non indifferenti.

Tocca all’Ordine degli architetti farsi portavoce del disagio dei tanti

Come ha scritto il presidente Paolo Mazzoleni -presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano-  in una lettera indirizzata al sindaco Beppe Sala e alla sovrintendente Ranaldi: “Il responsabile unico del procedimento il 4 marzo, a 15 giorni dal termine della consegna, ha pubblicato un parere reso noto dalla Soprintendenza che confligge con le indicazioni contenute nel documento preliminare alla progettazione del bando di concorso, mettendo seriamente in discussione la possibilità di rispondere alla chiamata con un progetto coerente e fattibile. Considerato che la scadenza del concorso sarebbe stata tra pochi giorni, si evidenzia la probabilità che alcuni partecipanti abbiano già consegnato e che sicuramente molti altri abbiano già completato il progetto”. Mazzoleni ribadisce l’importanza strategica dei concorsi ma ritiene doveroso “segnalare la gravità della situazione, auspicando che troviate il modo di salvaguardare il grande lavoro già svolto”.

Come era auspicabile, il Comune per ovviare alle difficoltà dei progettisti, ha prorogato i termini per le proposte dall’8 al 18 marzo mentre per chi ha già consegnato e trasmesso il plico con i progetti è stato consentito, a partire dal 5 marzo, di modificare o riconfermare i materiali e di trasmetterli nuovamente al Comune. Ha replicato l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran: “Di fronte alla lettera della Sovrintendenza era giusto allungare i tempi come abbiamo fatto quando è arrivato il vincolo sull’ex Macello. Siccome mandano gli atti quando gradiscono, bisogna adeguarsi”.

Vedremo come si concluderà ora la faccenda.

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39 commenti su “Milano | Duomo – Per il Museo del 900 niente passerella aerea”

  1. ma meno male… per una volta sono d’accordo con la Sovrintendenza.

    Rovinare il cannocchiale prospettico verso piazza Diaz e la Torre Martini sarebbe stato un delitto.

    Con un po’ di creatività si può creare un passaggio sotterraneo altrettanto scenografico.

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      • Prima di esprimere un’opinione su qualunque provvedimento di questa sopraintendenza prego ricordare che NON ha vincolato S Siro, grazie

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    • Credo che il progetto migliore recente per piazza del Duomo sia quello di Gardella del 1988, che peraltro riprende il progetto originario di Mengoni (e le acute osservazioni di Cattaneo sulla piazza del Duomo “troppo grande”). Spero che prima o poi venga ripreso.
      Sulla questione dell’Arengario è indubitabile che il lato sud di piazza Duomo (complessivamente intesa, piazza Diaz e palazzo Martini/Mattioni compreso) sia di qualità ben inferiore del lato Nord (Galleria). Non troverei scandaloso quindi un intervento che reinterpreti la sciagurata prospettiva.
      Una parola infine sui bandi di concorso. Qui, come in altri casi (vedi l’infelice bando per piazza Castello, di cui non si è parlato abbastanza) l’errore sta nel manico, ovvero nell’avere male impostato il bando. Mi chiedo se non sia il caso, quando si interviene in contesti così delicati e simbolicamente complessi, fare precedere il concorso di architettura con un concorso di idee. Così si perde tempo, si dirà. Ma che il museo del Novecento fosse troppo piccolo lo si era già capito venti anni fa. E in questi venti anni tempo per impostare bene un bando ce n’è

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    • Credo che il progetto recente migliore per piazza del Duomo sia quello di Gardella del 1988, che peraltro riprende il progetto originario di Mengoni (e le acute osservazioni di Cattaneo sulla piazza del Duomo “troppo grande”). Spero che prima o poi venga ripreso.
      Sulla questione dell’Arengario è indubitabile che il lato sud di piazza Duomo (complessivamente intesa, piazza Diaz e palazzo Martini/Mattioni compreso) sia di qualità ben inferiore del lato Nord (Galleria). Non troverei scandaloso quindi un intervento che reinterpreti la sciagurata prospettiva.
      Una parola infine sui bandi di concorso. Qui, come in altri casi (vedi l’infelice bando per piazza Castello, di cui non si è parlato abbastanza) l’errore sta nel manico, ovvero nell’avere male impostato il bando. Mi chiedo se non sia il caso, quando si interviene in contesti così delicati e simbolicamente complessi, fare precedere il concorso di architettura con un concorso di idee. Così si perde tempo, si dirà. Ma che il museo del Novecento fosse troppo piccolo lo si era già capito venti anni fa. E in questi venti anni tempo per impostare bene un bando ce n’è

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  2. Non è proprio così. Il DPP di gara non è stato modificato dal Comune dopo il parere della Soprintendenza. Per cui i concorrenti sono tenuti a presentare quanto richiesto dal DPP, ovvero 2 soluzioni. una con collegamento aereo e una senza

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    • Se avesse il potere di farlo, sono sicuro che lo farebbe.

      Purtroppo i sopralzi riguardano edifici non vincolati e sui quali quindi la soprintendenza non può dire un bel nulla.

      Piuttosto, mi chiedo dove sia la Commissione Paesaggio che, quella sì, avrebbe il potere di farsi sentire.

      E per carità di patria taccio sull’ignobile legge pro-palazzinari che, a monte, permette questi scempi.

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  3. Tremendo!

    La sovrintendenza risponde quando vuole, (frase agghiacciante) questa la dice tutta su come gestiamo le situazioni. Stiamo parlando di piazza duomo no di un rudere in campagna (ugualmente meraviglio ai miei occhi ma per una scala di importanza)
    Assurdo rispondere pochi giorni prima della fine di un concorso.
    Leggo dall’articolo che torre Martini la paragoniamo a un obelisco con una prospettiva da non toccare.
    Qualora fosse un monumento a cui teniamo dobbiamo almeno considerarlo tale.

    Sono d’accordo in merito alla prospettiva, ma non ci vedo nulla di monumentale e da non modicare, (dia o no la città del design,crediamoci fino in fondo) mi immedesimo nei turisti che guardano dalla piazza la torre e fossero tentati di andar verso….

    Giammai! Quartiere appena dietro al duomo, non all’altezza del contesto. Vedrebbero un quartiere sporco e abbandonato. Forse il ponte non era un idea così malvagia avrebbe inquadrato piazza duomo nella sua bellezza con un elemento nuovo.

    Abbiamo tanto bisogno di nuove idee, ci piace tanto parlare di città belle e nuove e alla prima boccata d’aria fresca la nostra risposta è sempre no! Suvvia ragazzi!!!!

    Come disse il mio amatissimo P. Daverio, amo Milano ma avrebbe bisogno di tanto coraggio!

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    • Milano è piena (per fortuna) di nuove idee. Porta Nuova, Citylife, Scalo Romana, Santa Giulia, prossimamente gli altri scali.

      Piazza Duomo non mi sembra il luogo migliore per sfoderarle. È stata già snaturata abbastanza tra 800 e 900, non peggioriamo ulteriormente la situazione.

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    • Città di vecchi dentro senza un po di coraggio.

      Bisogna sapere assere in grado di fare cose audaci e belle anche nei contesti storici.

      Senno facciamo sempre cose vecchissime come i grattacieli che piacciono tanto.

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      • Ci si mette sempre un po’ a farsi l’occhio ad una novità, e il collegamento aereo in prima battuta disturba un po’ la visione d’insieme. Però potrei anche considerare di aprire gli orizzonti… poi leggo le solite sgarziate parole tue… e il dubbio evapora in un istante!

        Invece concordo con le critiche (di dirti) alla bruttezza di piazza Diaz che ho sempre trovato vecchia, grigia e inanimata

        Sull’intervento in extremis della Sovrintendenza, vergogna! Tutti gli enti pubblici dovrebbero garantire una risposta al pubblico in un tempo massimo, non “quando gradiscono”. Se c’è un cambio di mentalità necessario nella Pubblica Amministrazione è quello di “rendersi conto che devono rendere conto” ai cittadini e che non sono liberi di rispondere solo a se stessi. I danni creati agli studi di Architettura, al comune ed, in ultima istanza, ai cittadini, per il loro intervento ritardato sono inaccettabili

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  4. Il bando va esteso. Non è una limitazione ma un’ottima occasione per sfruttare la ex Galleria del Sagrato ed integrarla nel Museo.

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  5. Premesso che piazza duomo è il risultato di distruzioni e sovrapposizioni storiche non sempre felici e l’adiacente piazza Diaz non è un angolo di paradiso che il mondo ci invidia e che sentire “cannocchiale prospettico” nausea: concordo che le passerelle aeree facevano cacare, meglio il collegamento ipogeo. Se poi servisse chiudere la visuale di piazza diaz e tappare quella strada e perfino abbatterlo l’arengario lo si potrebbe sempre valutare.
    SOLIDARIETÀ AI POVERI PROGETTISTI che stanno partecipando al concorso, avranno buttato un sacco di tempo e risorse

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      • Se proprio dobbiamo abbattere un “capolavoro” di stile littorio abbattiamo il palazzo di giustizia, ovviamente salvando prima gli altorilievi e i mosaici di Sironi.

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        • Giusto! Radiamo al suolo tutta la città e costruiamone una nuova, perfetta e scintillante! Sicuramente ci saranno persone a cui non garba l’architettura del ventennio e altri che non sopportano i grattacieli recenti, c’è chi odia la Bicocca e chi la torre Velasca, e chi è nemico giurato del melting pot di tutto questo…
          (Immaginando che un rispetto per la produzione artistica fino all’Ottocento o perfino al liberty sia pressoché unanime, anche solo per cavalleria vista l’età più che centenaria)

          Se volete vedere omogeneità di stile, andate a Milano 2 (se preferite qualcosa a tiro di schioppo giusto per avere un’idea) o all Villaggio Crespi d’Adda (se privilegiate la qualità alla prossimità)

          (Non posso credere che ho messo Milano 2 e Crespi d’Adda nella stessa frase!)

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          • Vedo che cogliere il senso dell’umorismo non è tra le tue precipue qualità.

            Colpa mia, troppo sottile.

          • PS: non posso credere DI AVERE MESSO.

            In italiano quando il soggetto della principale è sella subordinata oggettiva coincidono, è obbligatorio usare la forma infinitiva.

          • Orrire! Hai ragione…
            Ho scritto prima la seconda parte della frase poi la prima e non ho riguardato il tutto. Grazie, 4 in sintassi italiana!

          • Si va be’ non c’è’ problema, abbiamo capito il concetto e che non sei DiMaio pero’ non vedo quale sia la vergogna di parlare di omogeneità’ di stile riferendoti sia a Milano2 e al VillaggioCrespi, omogeneità’ certo presa solo nell’ambito di luoghi,committenza,destinazioni e secoli diversi.
            Che il problema sia che Milano2 e’ una realizzazione del Berlusca?

          • Non c’era nessuna colorazione politica nella mia nota…forse perché c’è abbondanza di militanti su questo blog viene naturale pensare che siano tutti schierati e che ogni frase esprima una posizione ideologica…

            No, il punto era che Crespi d’Adda è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. E Milano 2 non penso lo diventerà. Entrambe felici intuizioni di imprenditori lombardi di due secoli consecutivi. Una merita la visita, l’altra un po’ meno.

            Così va bene?

      • Il concetto era che il problema della passerella aerea non era salvare a immutabile memoria l’arengario, cosa che tra l’altro già è stata superata con il museo del novecento ma che la stessa fosse una risposta architettonica infelice indipendentemente dalla forma che le si volesse dare.
        Ma tu, anonimo, sei corto e certe cose non le capisci.

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  6. Osare con un guizzo d’architettura urbana sfidante no.

    Ma tenere piazza Diaz e tutto il retro Duomo una merda quello si.

    Quello piace tantissimo ai parrucconi abitudinari conservatori.

    Lo schifo vecchio va bene perché abituale e non innovativo.

    I sopralzi tutto ok bene così

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  7. Credo che il progetto migliore recente per piazza del Duomo sia quello di Gardella del 1988, che peraltro riprende il progetto originario di Mengoni (e le acute osservazioni di Cattaneo sulla piazza del Duomo “troppo grande”). Spero che prima o poi venga ripreso.
    Sulla questione dell’Arengario è indubitabile che il lato sud di piazza Duomo (complessivamente intesa, piazza Diaz e palazzo Martini/Mattioni compresi) sia di qualità ben inferiore del lato Nord (Galleria). Non troverei scandaloso quindi un intervento che reinterpreti la sciagurata prospettiva.
    Una parola infine sui bandi di concorso. Qui, come in altri casi (vedi l’infelice bando per piazza Castello, di cui non si è parlato abbastanza) l’errore sta nel manico, ovvero nell’avere male impostato il bando. Mi chiedo se non sia il caso, quando si interviene in contesti così delicati e simbolicamente complessi, fare precedere il concorso di architettura con un concorso di idee. Così si perde tempo, si dirà. Ma che il museo del Novecento fosse troppo piccolo lo si era già capito venti anni fa. E in questi venti anni tempo per impostare bene un bando ce n’è stato.

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    • Che suggestione mi hai fatto venire in mente: non sarebbe bello ricreare il volume ipotizzato da Mengoni con una serra? Una parete verde di fronte al duomo, un simbolo di discontinuità col passato di transizione energetica. Alla peggio potrebbe essere una struttura momentanea per le olimpiadi, ma il colpo d’occhio sarebbe stupefacente. La statua risalterebbe col contrasto verde retrostante e con un paio di terrazze con tavolini l’intervento sarebbe ripagato in 1 mese. UF un rendering semplice semplice potrebbe anche proporlo…

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