Milano | Certosa – Nuovo residenziale in via Cefalonia 18

In via Cefalonia 18, al posto di vecchi magazzini, Casa Borio (Borio Mangiarotti) firma un nuovo progetto residenziale nel quartiere di Garegnano nel distretto Certosa. Ci troviamo a nord della spettacolare Certosa di Garegnano, stupendo edificio religioso di origine trecentesca ma pressoché completamente riedificata sul finire del Cinquecento in forme manieriste e impreziosita dai dipinti di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio.

Cefalonia 18 sorgerà tra Via Cefalonia e Via Sapri. L’architettura è dello Studio Calzoni Architetti. Il complesso è costituito da due edifici che ridisegnano la geografia del quartiere in modo discreto, ma funzionale, un edificio di tre piani lungo via Cefalonia e due blocchi più alti lungo il lato di via Sapri.
Disposte lungo il perimetro delineato dalle due vie, le residenze si affacciano su un’area interna che sarà il cuore verde di Cefalonia 18.

Referenze immagini: CasaBorio; Google

Certosa, Garegnano, Musocco, Viale Certosa, via Cefalonia, Via Sapri, Borio Mangiarotti

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3 commenti su “Milano | Certosa – Nuovo residenziale in via Cefalonia 18”

  1. Incendio in via Bolla, il sindaco di Milano Sala attacca Regione e Aler: “Gestione fallimentare sotto gli occhi di tutti”

    Diventa polemica politica, e molto dura, la questione di via Bolla, il fortino di case popolari gestite da Aler, la società di Regione Lombardia, dove nella notte tra domenica e lunedì sono andate a fuoco alcune cantine e dove, soprattutto, da anni la situazione è sempre più ingestibile, tra abusivi, degrado, illegalità. Arriva infatti, dopo gli attacchi alla Regione governata dal centrodestra di Pd e M5S, direttamente il sindaco di Milano Beppe Sala a mettere il carico da novanta parlando di “gestione fallimentare sotto gli occhi di tutti”, e adesso si attende già replica della Regione. “Via Bolla, via Gola e il quartiere San Siro sono i temi su cui sollecitiamo da tempo Regione Lombardia e Aler (la società regionale che possiede quei palazzi) ad una svolta. L’incendio in via Bolla purtroppo non è una sorpresa, ma la conferma che lì bisognava intervenire da tempo”, scrive il sindaco in un lungo post sui social.

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    Da tempo, infatti, nel quartiere ci sono richieste e segnalazioni di intervento, già nel 2015 i residenti regolari con il Pd di zona avevano mandato una raccolta firme in prefettura. “Su via Bolla esistono due strade: o intervenire con risorse pubbliche o realizzare un progetto di rigenerazione urbana insieme a operatori privati. Per noi in questo caso l’importante è che vi sia un cambiamento radicale, sta ai proprietari delle case (Regione ed Aler) decidere quale sia la strategia migliore, noi come Comune daremo loro pieno supporto. Sempre a proposito di via Bolla va ricordato che un mese fa al tavolo indetto dalla Prefettura, Aler ha annunciato che avrebbe presentato una proposta di rigenerazione, proposta che attendiamo con ansia”, scrive Sala, attaccando: “Purtroppo va anche detto che la strada di rigenerare le case popolari a Milano con risorse pubbliche la Regione la sta sprecando. Il principale fondo messo a disposizione dallo Stato per le case popolari, cioè il bando “Sicuro, verde e sociale”, ha stanziato 252 milioni di euro per Regione Lombardia, che ha scelto dei parametri abbastanza bizzarri che hanno fatto sì che avremo case popolari nuove e riqualificate, ma nei comuni sul Garda e nel bresciano (chissà perché…). Infatti di questi 252 milioni, solo 17 arriveranno a Milano (9,5 al Comune per Via Tofano e 7.5 ad Aler per Via Ricciarelli) mentre altri 22 nei comuni della Città Metropolitana. Non tutte le regioni hanno lavorato così. Anzi tutte le altre hanno avuto come criterio principale il tema della densità e necessità abitativa. Facendo un esempio in Piemonte 28 degli 85 milioni son destinati a Torino”.

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    Da tempo si parla di possibili collaborazioni tra Aler e Mm, che è la società del Comune che gestisce l’altra parte di edilizia residenziale pubblica, ma ora la situazione sembra sempre meno facile: “Io ho sempre dato la disponibilità a una collaborazione nella gestione delle case popolari con Regione Lombardia. Chiunque osservi la cosa ha chiaro che farsi carico di Aler è solo una rogna e che la larghissima parte dei problemi dei quartieri popolari sono in zone gestite dall’ente regionale – dice il sindaco -. Che sia un modello di gestione oggettivamente fallimentare è sotto gli occhi di tutti, eppure in Regione Lombardia lo si difende a spada tratta. Ma per provare a dare una svolta siamo disponibili a trovare nuovi percorsi di collaborazione”.

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    • Ecco, appunto, sarebbe il caso di ricordarsi dell’altro lato. Zona via Bolla e limitrofe, quartiere che fa parte del Gallaratese ma così lontano che è del tutto lasciato a sé.
      Oltre all’assurda vicinanza “aerea” alla M1, impossibile da raggiungere però perché tagliata fuori da vie e viuzze cieche, che sarebbe il caso di aprire al passaggio pedonale delle migliaia di abitanti che non possono raggiungere agevolmente i trasporti di massa.

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