Dopo oltre un anno di intervento, da qualche giorno sono cominciati i lavori di smontaggio delle impalcature servite per il complesso intervento di restauro delle facciate della Torre Velasca.
Infatti, il via al restauro della monumentale torre era cominciato nel novembre del 2020 con il montaggio dei ponteggi che hanno richiesto un lavoro particolare da parte della ditta Gruppo Di Falco a causa della forma del grattacielo di 26 piani e alto 106 metri, dove gli ultimi piani sono fortemente aggettanti e sostenuti da possenti mensole e nervature in cemento armato che caratterizzano la struttura e la fanno somigliare ad una torre medievale.
Il restauro della Torre Velasca è a cura dello studio capitanato dal milanesissimo Paolo Asti. L’investimento complessivo di Hines, tra acquisto e interventi di restauro è di 230 milioni di euro.
L’edificio da quando venne inaugurato, nel 1958, non aveva mai subito interventi così importanti, che mirano ora a trasformarlo in un edificio dagli standard energetici all’avanguardia pur sorvegliati dall’immancabile Sovrintendenza che ne garantisce lo stato dell’arte, visto che la Velasca è inserita nel patrimonio artistico di Milano.
I lavori dovrebbero concludersi nell’autunno del 2023 con una ritrovata e più bella Torre Velasca. Con uffici, club, ristoranti e centri benessere ai piani inferiori, com’era sinora, e appartamenti ai piani alti.
Intanto per ora si inizia a scorgere il ritrovato color rosa dato dai materiali utilizzati per gli intonaci della torre che, essendo realizzati con granelli di pietra vera, cangiano con i riflessi dati dai raggi solari.
La torre Velasca fu progettata su incarico della Società Generale Immobiliare quando ancora la città necessitava di essere ricostruita dopo i danni bellici che – soprattutto in centro – avevano recato distruzione e gravi perdite anche dal punto di vista architettonico.
Vennero incaricati gli architetti del gruppo BBPR (è la sigla che indicava il gruppo di architetti italiani costituito nel 1932 da Gian Luigi Banfi (1910 – 1945), Lodovico Barbiano di Belgiojoso (1909 – 2004), Enrico Peressutti(1908 – 1976), Ernesto Nathan Rogers (1909 – 1969), stimato gruppo di architetti famoso in tutto il mondo e attivo soprattutto negli anni 50 e 60.
Il processo dell’iter progettuale complesso cominciò nel 1950 e si concluse con molte modifiche nel 1956. L’idea iniziale fu quella di una torre a zigzag, in acciaio e vetro. Seguita poi da una torre a parallelepipedo diviso in tre settori. Quindi la versione a “fungo”, ma sempre in acciaio e vetro, come i grattacieli americani con a parte inferiore per uffici e la parte superiore per residenze.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
Centro Storico, Piazza Missori, Via Santa Sofia, Corso Italia, Corso di Porta Romana, Restauro, riqualificazione, Torre Velasca
La Torre Velasca suscita in me sempre due sentimenti contrapposti: da un lato un senso di orrore per la sua straordinaria bruttezza, dall’altro un piacevole conforto come se fossi a casa nel vedere un importante punto di riferimento di Milano.
Peccato con le impalcature era diventato accettabile molti milanesi speravano che i lavori durassero anni e anni come per il duomo… torna alla sue splendente “bruttezza”…
Parla per te! A me piace tantissimo!
Ma perché non svelano il progetto della piazza sottostante ?
Tanto per come lavora ultimante il comune ci metteranno due alberi senza senso per poi non curarli e creare degrado
PIAZZA VELASCA E’ PRIVATA E PERTANTO IL COMUNE NON CI PUO’ METTERE PROPRIO NIENTE
La torre Velasca è un capolavoro di architettura moderna del dopo guerra. Di brutto ci sono solo le scemate che dici Santa Giulia, veramente Malpensante
Secondo me siete terroni
Tu invece, da bravo nordico, vai a lavorare anzichè cazzeggiare sui forum a quest’ora del mattino !
Non ci sono più i nordici di una volta…
Peccato anche io milanese doc speravo la demolissero… e invece no… occasione PERSA
infatti sei di ROGOREDO, vergognati ignorante
Si vergogni Lei ! Sicuro sarà di un quartiere inventato tipo NoLo!
Fa male la verità
nato e cresciuto in corso sempione
Si vabbè nn ci crede neanche lei… starà dentro una bettola a Chinatown
Finalmente! Non vedo l’ora di rivedere completamente liberato dalle impalcature questo edificio stupendo.
capolavoro della modernità
chi sostiene il contrario non capisce niente di architettura!
Sono opinioni da rispettare ! Sicuramente lei nel suo attico a duomo ci capirà molto