Milano | Baggio – Ecco le Residenze Lac al Parco delle Cave

Dopo anni di tira e molla coi comitati di quartiere e proteste (ultimo aggiornamento del 2019) per l’edificazione di tre piccole torri, ecco che finalmente si scopre cosa sarà costruito nell’area dove sorgeva l’ex fabbrica di sistemi di pompaggio industriali con alle spalle oltre mezzo secolo di storia, la Pompe Peroni S.p.A. in via Cancano 5 a Baggio, proprio di fronte al laghetto Cabassi nel Parco delle Cave.

Nexity, infatti, ha da poco cominciato a pubblicizzare il nuovo complesso delle Residenze Lac.

Si tratta di tre palazzine di differente altezza: 12, 10 e 8 piani con terrazze e vista proprio sul parco delle Cave e il primo lago.

Così la descrizione del progetto:

La progettazione delle residenze, a cura dello studio BEMaa, è stata guidata principalmente dal rapporto con il parco e dal linguaggio architettonico di pregio di alcuni interventi residenziali dell’area circostante, opportunamente reinterpretato in chiave contemporanea. L’utilizzo di giochi di altezze e volumi differenti, la scelta cromatica dell’intonaco di finitura rosso e l’impiego della piastrella traslucida tipo clinker in facciata sono un omaggio all’architettura milanese degli anni ’60-’70 e ad alcuni dei suoi migliori interpreti come Gio Ponti e Caccia Dominioni.

Gli edifici dialogano con il parco seguendone l’orientamento e riflettendone la luce sulle piastrelle cangianti, che creano un effetto magico.

Il contatto con la natura è il concept su cui si basa tutto il progetto residenziale, che include anche aree verdi nelle zone condominiali e prevede un giardino ornamentale sopraelevato donando al complesso il mood perfetto per ogni stagione. Tutto questo, unito alla vegetazione del parco, dà vita a un’oasi che si estende a perdita d’occhio ogni volta che ti affacci alla finestra.

Qui due immagini da Google Maps che mostra la localizzazione del nuovo complesso residenziale, proprio dietro i due supermercati su via delle Forze Armate 314.

Referenze immagini: Google; Nexity; WOLF Visualization Agency

Baggio, Parco delle Cave, Architettura, BEMaa, via delle Forze Armate

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

15 commenti su “Milano | Baggio – Ecco le Residenze Lac al Parco delle Cave”

  1. Dal punto di vista architettonico, finalmente una pietra tombale su grigio topo e finestrelle asimmetriche. Una novità anche il rendering senza ciliegi in fiore, mongolfiere, famiglie felici e amenità varie.

    Per il resto, per essere palazzi di 8 piani in un parco che se restava parco era meglio, le trovo anche graziose.

    Il nome ovviamente di farlo in Italiano proprio non viene agli Architetti nostrani. Perlomeno questa volta c’è il dubbio se siano la Residenza Lago (francofona) o la Residenza Gommalacca (anglofona).

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    • Per chi se lo può permettere ogni buco è buono da riempire da quando il sindaco è Sala già via ff aa é un via super trafficata ci mancano altre costruzioni perché non allungare il parco già fanno schifo le villette che si affacciano sul campo delle bocce

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  2. Lì vicino c’è il bel complesso residenziale “la Viridiana” di Magistretti realizzato 50 anni fa, Questo intervento sembra cercare di ispirarvisi almeno un po’ e risulta quindi migliore di altri esempi di edilizia residenziale periferica milanese contemporanei. Tuttavia qui la composizione sembra meno originale, meno ricca, più seriale, quasi da prefabbricazione. Inoltre l’intervento di Magistretti realizzava anche grandi quantità di verde privato nel quale le torri venivano avvolte per isolarle dal contesto (i parco delle cave allora non esisteva). Oggi il verde privato della Viridiana fa sistema con quello del parco delle Cave e la cosa, sotto il profilo paesaggistico, funziona. Queste torri attuali, invece per valorizzarsi sfruttano in modo “parassitario” il contiguo verde pubblico e a quanto vedono rinunciano di contribuire in proprio al sistema complessivo del verde. Questo funziona meno bene. In città i bordi dei parchi sono spesso edificati. La cosa che funziona meglio per fare da bordo parco, soprattutto se il bordo è frastagliato come il parco delle cave e non squadrato come quello di Central Park a NY, è che ci sia del verde privato a fare da filtro tra il parco e l’edificio. L’esperienza di passeggiare in un parco urbano consiste infatti anche nell’illusione, che ogni buon progetto di parco sa creare, che il parco, sia privo di confini e nel fatto di sentirsi inosservati in mezzo alla natura. I grandi parchi urbani nascono per creare in chi ne fruisce l’illusione di non essere in città. Se invece sono in un’area verde su cui si affacciano le finestre delle case, se sono sotto “l’occhio del vicinato” non ho più l’esperienza dello stare in un parco ma quella del “giardinetto”, dello “square”.
    A Central Park il bordo edificato con edifici anche molto alti funziona perché in realtà tra il bordo parco e i grattacieli ci sono larghe avenues alberate in mezzo, Inoltre come da manuale il bordo parco è fittamente alberato Chi si trova a bordo parco non vede comunque i grattacieli. I quali diventano di nuovo visibili dal centro del parco, dove si aprono radure e ampi specchi d’acqua. Ma a quel punto, grazie anche al contrasto tra le diverse altezze degli edifici e la regolarità dell’allineamento sulla griglia di street ed avenues diventano quel magico sfondo al verde che molte fotografie di New York. Qui invece, ripeto, come in molti parchi periferici milanesi faticosamente strappati dalla mano pubblica a quella privata il perimetro segue quello dei lotti catastali preesistenti ed è quindi un frattale dettato dal caso. In questi casi, ripeto, garantire la mediazione di un verde privato alberato interposto tra parco pubblico ed edifici privati sarebbe stata molto utile per valorizzare entrambi.

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