Milano | Città Studi – La sciatteria degli istituti scolastici: il Virgilio

L’edificio razionalista dell’Istituto Magistrale Virgilio di Piazza Graziadio Isaia Ascoli 2 a Città Studi, oggi occupato da due istituti scolastici, il Liceo Virgilio (con 5 indirizzi tra cui il classico, lo scientifico e il linguistico) e la Scuola Media Statale Giovanni Battista Tiepolo, versa in uno stato di sciatteria senza eguali, o quasi, come ormai quasi ogni istituto scolastico, specie per le scuole superiori.

Come si vede dalle immagini, l’edificio, pur se tutelato, e nonostante sia un istituto scolastico, è da lungo tempo una lavagna per i soliti imbrattamuri, come succede ad ogni edificio del genere. Cosa che riteniamo segno di sciatteria e dove, essendo un luogo dove imparare a vivere, sarebbe più consono un certo decoro.

L’edificio venne realizzato tra il 1933 e il 1936 su progetto dell’architetto Renzo Gerla per l’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, ed è tutelato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti.

Il complesso scolastico sorge su un’area di forma pentagonale compresa fra le attuali via Tiepolo, piazza Ascoli, viale dei Mille e via Gaio, nella zona sud-ovest di Città Studi. La particolare configurazione del lotto ha posto indubbie difficoltà al progettista, Renzo Gerla, risolte ricorrendo ad uno schema insediativo che assume il pentagono come principio ordinatore per la definizione planimetrica dell’edificio, subordinandone i caratteri architettonici alla conseguente articolazione simmetrica.

Convergono verso via Gaio due corpi di fabbrica piuttosto allungati, occupati da aule, e collegati da un terzo corpo ad emiciclo attestato sulla piazza Ascoli, destinato a servizi scolastici.

L’area risulta così edificata a perimetro del lotto, lasciando libero lo spazio dell’ampio cortile all’interno a forma di trapezio, nel quale peraltro pure emergono i volumi dell’Aula Magna e del secondo emiciclo della galleria di collegamento tra i due fabbricati lunghi, verso via Gaio. In corrispondenza di questa galleria si innalza la torre, elemento di grande rilievo nella configurazione del prospetto che si coglie da sud, al quale contribuiscono le due testate laterali arrotondate che ospitano le palestre. All’opposto su piazza Ascoli la forte caratterizzazione formale della facciata sud è qui stemperata, ma non priva di elementi d’interesse: accanto alla linea di curvatura diluita sul prospetto, lo sguardo si posa sui due torrioni angolari a pianta quadrata che ospitano gli ingressi al piano rialzato e le aule specialistiche ai livelli superiori.

L’intero perimetro esterno presenta una molteplice serie di segni verticali ordinati attorno alle aperture, in studiato rapporto con i volumi della imponente fabbrica: lesene, sfondati, riquadrature e fasce di connessione tra finestre spesso in ceppo, ma anche ottenute con la semplice tessitura delle mattonelle di litoceramica rossa, orientate a formare cornici.

A sud, laddove i corpi convergono al centro, la massa edilizia si scompone, cambia repentinamente di quota con le emergenze arrotondate alla base o con la torre centrale emicilindrica che evoca con l’impatto fortemente plastico le architetture industriali. Anche con le facciate è sottolineato il carattere rappresentativo dell’edificio e l’assenza di elementi stilistici classicheggianti avvicina l’opera di Gerla ai canoni moderni del Novecento.

La storia dell’edificio:

Con delibera del podestà l’8 agosto 1933 è ordinata la costruzione del Reale Liceo Ginnasio in piazza Tonoli. Per il progetto, predisposto dall’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, la previsione di spesa è di lire 4.750.000. L’opera è resa necessaria per la evidente inadeguatezza del Liceo Beccaria di piazza Missori a fronte dell’incremento della popolazione scolastica e per difetti strutturali, come la mancanza di servizi essenziali e la non buona distribuzione delle aule.

Il progetto concepito da Renzo Gerla, capo dell’Ufficio tecnico comunale, prevede un edificio con 40 aule per l’insegnamento comune, aule diverse per le materie scientifiche e laboratori per sperimentazioni; accanto ai normali servizi sono poi illustrati un museo, alcune sale per professori, l’Aula Magna, una sala per proiezioni e la palestra.

Già in fase di elaborazione del progetto è predisposto nel piano interrato uno spazio destinato a rifugio antiaereo, che sarà realizzato, di dimensioni adeguate ad ospitare 30 persone.
Nell’ottobre 1934 è siglato il contratto con l’Impresa Fratelli Falciola, appaltatrice delle opere da capomastro; un mese dopo iniziano i lavori di costruzione dell’edificio, condotti con la Direzione dello stesso Gerla della cui estrema scrupolosità nelle periodiche visite testimoniano alcune pagine del Giornale dei lavori, con annotazioni e schizzi esemplificativi riferite specialmente alle opere di rivestimento e finitura.

L’attività dell’Istituto è trasferita nella nuova sede di piazzale Tonoli, divenuta poi piazza Isaia Ascoli, nell’ottobre del 1935, quando i lavori di costruzione dell’edificio non sono ancora del tutto ultimati. Nel 1938 la scuola media “Tiepolo”, organizzata in una parte dell’edificio, assume funzioni ed assetto gestionale proprio, divenendo del tutto autonoma dal “Virgilio”.

L’edificio è colpito dai bombardamenti dell’agosto 1943, e le lezioni devono essere sospese. In quel frangente, mentre si provvede a rispristinare le parti danneggiate del fabbricato, gli alunni lavorano comunque attivamente in gruppi presso la provvisoria sede dell’Istituto, in via Sant’Agnese.
Sul finire del secolo scorso l’edificio è interessato da un complesso di opere finalizzato ad adeguare gli impianti tecnologici e le finiture, con particolare riferimento ai serramenti originali in legno sostituiti con infissi in metallo e vetrocamera.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Google, Sosthen Hennekam

Fonte: LombardiaBeniCulturali

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11 commenti su “Milano | Città Studi – La sciatteria degli istituti scolastici: il Virgilio”

  1. Bravi UF, ancora una volta avete colto nel segno! Le facciate di quell’edificio non si possono guardare, tale è la quantità di graffiti vandalici che le ricopre.
    Ogni qualvolta che mi capita di passare da li rimango indignato e allibito, ma anche basito dall’ inerzia e menefreghismo della dirigenza scolastica, la quale evidentemente considera il graffitismo vandalico un “male minore” (cosi dice qualche idiota radical chic!).E pensare che una scuola dovrebbe, al pari di qualsiasi altro edifico istituzionale, trasmettere e infondere disciplina, rigore e rispetto, nonchè centro di divulgazione e cultura,ma come ben sappiamo a Milano molti edifici scolastici versano i queste condizioni, segno evidente che la scuola e le istituzioni in genere hanno ormai smarrito la loro funzione educativo-disciplinare; sorprende anche l’assoluta indifferenza e ignavia della sovrintendenza che, venendo meno al proprio ruolo di ente finalizzato alla tutela di beni storici e ambientali, perde credibilità e competenza.

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  2. È una cosa vergognosa che un istituto così prestigioso, il Preside o chi per esso, non ripristini un decoro confacente alla scuola e agli scolari.

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  3. È davvero vergognoso che il preside, o chi per esso, non faccia ripristinare il decoro di questo prestigioso palazzo.
    Si provveda a una profonda pulizia della facciata, coinvolgendo i docenti, gli alunni e le loro famiglie.

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    • Siete pietosi…

      Quando ci lamentavamo di Sala per scritte vandaliche sull’Arco della Pace, tutti a fare i sottili distinguo che Sala poveretto ha le mani legate, è colpa di benaltro e benaltri.

      Invece prendersela col preside per delle scritte sulla facciata di un edificio scolastico pubblico perdipiù sotto tutela della Soprintendenza, va bene… bah

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  4. Ottimo l’articolo con cenni storici e architettonici che mi sembrano puntuali.
    Veramente un peccato l’incipit del titolo che non fa altro che dare il ‘la’ ai soliti beceri strumentalizzatori, che già vedo essersi espressi.

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  5. Veramente un bellissimo edificio visto dall’alto.
    Senza voler risultare nostalgici bisogna ammettere che una volta la costruzione di un edificio pubblico come può esserlo un liceo era oggetto di tanta più cura e attenzione di quella che ci si mette adesso.
    Circa la sciatteria in cui versa credo che ora l’edificio appartenga alla provincia , correggetemi se sbaglio, e quindi dovrebbe essere sua competenza la manutenzione e la pulitura eventuale.

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  6. La verità è che non c’è alcun interesse a mantenere pulite le facciate delle scuole da parte delle autorità preposte (Regione, Comune, etc etc )e si vuole invece educare (con successo,come si vede )i giovani alla pura cialtroneria indottrinandoli con la nota scusa che “ma ci sono cose più importanti che due scritte sui muri”.Che gente miserevole.

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