Gli amanti dell’Architettura non possono che rallegrarsi vedendo i ponteggi rivestire le facciate – seppur in una limitata porzione – del Palazzo del Lavoro. Questo capolavoro indiscusso dell’architettura di Torino – ma che appartiene all’intera Nazione – che sorge in C.so Unità d’Italia, è stato inaugurato nel 1961 nell’occasione del Centenario della Repubblica Italiana, festeggiato a Torino quale prima Capitale d’Italia. Progettato dall’Arch. Gio Ponti è anche conosciuto come Palazzo Nervi, dal nome dell’Ing. Pier Luigi Nervi che ne ha curato il progetto strutturale. L’edificio, oltre al nome, prende da Nervi soprattutto lo stile architettonico e progettuale. Nervi infatti è stato il pioniere dell’uso del calcestruzzo armato non solo come “scheletro” portante degli edifici, ma soprattutto come elemento di decorazione, con funzione estetica e di abbellimento architettonico.
Ed è quello che si nota guardando il soffitto del Palazzo del Lavoro: la pianta a base quadrata di lato 156 metri è divisa in 16 moduli, ciascuno da 39 metri per lato; ogni modulo è sorretto da un unico pilastro centrale, che parte con sezione a croce e termina a sezione circolare, rastremato e alto 25 metri, dal quale partono delle travi di calcestruzzo, sottili ma alte, disposte a raggiera e di diametro di 38 metri, a mo’ di ombrello. Un capolavoro dell’ingegneria di una bellezza tale per cui le strutture portanti dell’edificio rimangono a vista – e non si potrebbe pensare altrimenti.
Anche le facciate esterne sono degne di nota: una struttura principale verticale, costituita da “lame” verticali alte quasi 20 metri, a passo di quasi 4 metri, che sorreggono le lamelle orizzontali, con funzione di frangisole (con diversa inclinazione a seconda dell’esposizione solare), e le facciate interne, in vetro e metallo.
Nonostante la bellezza e l’importanza dell’opera, il Palazzo del Lavoro versava in uno stato di totale abbandono dagli anni 2000, quando era di proprietà privata (Gesim) e dopo il fallimento di tutti i tentativi di rifunzionalizzazione: da spazi espositivi ad attività commerciali, fino ad un distaccamento della Facoltà di Economica dell’UniTo. Negli anni a seguire ha subito diversi atti vandalici fino ad alcuni incendi che ne hanno gravemente danneggiato le parti strutturali nel 2015 e 2016. Da qui, si è risvegliato l’interesse della Collettività che ha portato, nel 2020, Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare all’acquisto dell’edificio, tornato dunque di proprietà pubblica.
Ed è la stessa CDP che ha commissionato, tramite la società Pentagramma Piemonte SpA e lo Studio di Architettura Rolla, una ristrutturazione parziale di una parte dell’edificio (un’area di circa 1.000 mq di facciata) che ha lo scopo di realizzare una sorta di mock-up di facciata, con la funzione di testare e studiare il miglior modo di ristrutturare un edificio di tale rilevanza, tra l’altro protetto dalla Soprintendenza dei Beni Culturali che garantirà sul mantenimento dell’aspetto estetico, storico e architettonico del Palazzo del Lavoro. I lavori del cantiere-studio sono stati affidati al Consorzio San Luca, una garanzia in ambito di restauro e conservazione degli edifici storici, che insieme all’impresa R.I.C.T. Tauro srl daranno nuova vita alla porzione di facciata dell’edificio.
I lavori dureranno circa 6 mesi, dopo i quali si deciderà quale sarà il futuro di Palazzo Nervi. Diverse, infatti, sono le opzioni: dal centro commerciale – di cui, però, la zona sembrerebbe satura – a sede dell’Università degli Studi di Torino, anche se l’alternativa più accreditata e più consona ad un tale manufatto sembrerebbe quella proposta dall’Assessore alla Cultura Rosanna Purchia, che vorrebbe che l’edificio diventasse il Museo dei Musei: un luogo, dunque, atto ad ospitare tutti i beni museali che non trovano collocazione, per insufficienza di spazio, negli altri musei della Città. Basti pensare al Museo Egizio di Torino che, nonostante sia il secondo più grande del mondo, dopo il Cairo, conserva nei suoi magazzini interrati, una quantità di reperti archeologici in grado di riempire un secondo museo. Sarà importante, a questo proposito, la proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, di una variante ad hoc del Piano Regolatore che sancirà l’effettiva destinazione d’uso dell’edificio.
In ogni caso, qualsiasi sarà il futuro di Palazzo Nervi, sarà un intervento dai numeri impressionanti, dato l’enorme volume in gioco: un edificio a pianta quadrata di 156 m di lato, alto 26 m, che conta quasi 25.000 mq di superficie, 16.000 mq di facciate e 630.000 mc di volume, per i quali si stimano 200.000.000 eur necessari alla completa ristrutturazione.
Committente: Pentagramma Piemonte SpA (Torino)
Architetto: Studio Rolla Architettura e Urbanistica (Torino)
Impresa: Consorzio San Luca (Torino) + R.I.C.T. Tauro srl (Torino)
Photo-Credit (foto storiche): Fondation PLN Project
Photo-Credit (render): Studio Rolla
Photo-Credit (area): Francesco Gullace
La ristrutturazione di un palazzo di così tanto prestigio è sicuramente apprezzabile ma anche la somma necessaria non è da meno
Ma smettiamola era già in progetto nel 1993 hahahahah non lo faranno mai …!!! Già il palazzo a vela è stato salvato ma x miracolo benché le spese son state esagerate….poi parlo, xk ho lavorato 3 anni dentro ed era già messo malissimo comprese le colonne portanti dopo altri 30 anni non penso possa essere migliorato comunque staremo a vedere secondo me è come il ponte sullo stretto …!!!
Capiamo le nostalgie comuniste ma il palazzo sorge in Corso Unità d’Italia, non Corso Unione Sovietica…