Milano | San Siro – Nuovo stadio: dibattito chiuso (e cittadini ancora divisi)

Finalmente eccoci alla fine dei quaranta giorni di dibattito pubblico. Adesso toccherà al Comune presentare entro 60 giorni il suo dossier. Ieri mattina, venerdì 18 novembre 2022, nella sala Franco Brigida di Palazzo Marino, il coordinatore Andrea Pillon, assieme alla co-coordinatrice Francesca Fazio, hanno presentato la relazione conclusiva relativa al DP sullo stadio di San Siro.

Pillon e Gaia Romani, assessora a Servizi Civici del Comune di Milano, hanno illustrato l’iter seguito dal 28 settembre a oggi: “Abbiamo organizzato quattordici incontri, ai quali hanno partecipato oltre 3000 persone, presenti fisicamente e soprattutto da remoto. Puntavamo a coinvolgere tutti i cittadini, dai più giovani ai più anziani, di ogni genere ed estrazione sociale (volendo vedere neanche poi tante, i dati hanno calcolato circa 153mila persone raggiunte in streaming -Corriere della Sera-). Siamo contenti di esserci riusciti, è stato uno dei dibattiti più seguiti in Italia. Abbiamo inviato la nostra relazione alle società di Inter e Milan, alla Commissione Nazionale e al Comune di Milano. Adesso, il Comune ha a disposizione 60 giorni, per valutare i risultati e le proposte emerse e poi pubblicare un dossier a tal proposito”.

“I partecipanti hanno presentato dubbi e osservazioni, c’è però una generale condivisione di due idee: l’area San Siro necessita di una riqualificazione, Inter e Milan hanno bisogno di uno stadio di proprietà e a passo coi tempi, sia esso nuovo oppure ristrutturato – ha spiegato Pillon -. Quando si organizza un dibattito pubblico, solitamente abbondano i sostenitori della cosiddetta opzione-zero. In questo caso non è successo, è importante concentrarci su questo”.

Quanto alle criticità trattate nella relazione, invece, i temi sono svariati. “I cittadini hanno esposto problemi che già sono costretti ad affrontare quotidianamente: viabilità, parcheggi, rumore e aree verdi. E’ fondamentale, secondo i più, che un’eventuale trasformazione dell’area preveda l’intervento di una vera e propria regia pubblica, che garantisca la tutela di un certo tipo di interessi”, ha proseguito Pillon. “E’ stato utile rispolverare vecchie proposte di ristrutturazione, sebbene i club non ritengano possibile operare sull’impianto oggi esistente. Servirà anche prestare attenzione alle esigenze degli ambulanti e dei titolari di attività commerciali nei pressi dello stadio, che potrebbero essere penalizzati dall’apertura di un nuovo centro commerciale in prossimità della struttura”.

Quanto alla capienza dello stadio (60mila posti a sedere contro l’attuale che ne contiene circa 80mila), infine, arriva un’importante rassicurazione: “Con la riduzione del numero dei posti, gran parte dei settori non saranno interessati da un aumento dei prezzi. Durante gli incontri, ci è stato spiegato come tanto i cosiddetti biglietti popolari quanti gli abbonamenti standard dovrebbero avere un prezzo simile a quelli attuali”.

Si è parlato anche degli oneri di urbanizzazione che per molti dovrebbero venire dirottati quasi per intero nella riqualificazione del quartiere di piazza Salinunte e non nel rifacimento del tunnel Patroclo.

Naturalmente 8 consiglieri comunali si oppongono duramente al nuovo stadio (Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini dei Verdi, Rosario Pantaleo, Simonetta D’Amico e Alessandro Giungi del Pd, Enrico Fedrighini di FdI e Marco Fumagalli di Milano in Salute), i quali chiedono che il vecchio Meazza venga ristrutturato.

Monguzzi preme anche sui tempi: «Chiederemo di votare in Consiglio subito, appena la Giunta avrà fatto la sua delibera. voteremo su quella, di certo non fra un anno». Mentre il dem Giungi pone «il tema dell’interesse pubblico e il dibattito pubblico non mi ha fatto cambiare idea».

«Di certo – ha sottolineato l’advisor del Milan Giuseppe Bonomi – si può contestare il merito della nostra proposta, ma difficilmente il livello di approfondimento tecnico, dopodiché noi ci siamo messi in una fase di ascolto e tra poco si aprirà un confronto serrato col Comune, sulla base della relazione conclusiva del dibattito pubblico, che dovrà sfociare nelle determinazioni conclusive del Comune il più in fretta possibile».

Riassumendo in breve la vicenda: adesso lo stadio Meazza è un impianto comunale, i due club di Milan e Inter, costruiranno, a loro spese, un nuovo stadio da 60mila posti a sedere (il Meazza ne contiene circa 80mila) e pagheranno un canone di circa 2 milioni di euro, un canone simbolico rispetto ai 10 milioni del canone che attualmente pagano. Lo stadio rimarrà ai due club per 90 anni per poi passare al Comune (quando ormai sarà vecchio come la parte più vecchia dell’attuale Meazza).

Ad ogni modo, come è stato ribadito, per la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 ci sarà ancora il vecchio Meazza. Per il nuovo, dipenderà dalle decisioni di Palazzo Marino dopo il dibattito pubblico appena concluso. 

Va anche ricordato che, secondo le ultime rivelazioni sul progetto rivisitato, accanto al futuro nuovo stadio non ci sarà più traccia celebrativa del vecchio Meazza: nel 2027, quando le squadre entreranno nel nuovo impianto firmato dallo studio Populous, lo stadio attuale sarà smantellato per lasciare spazio al parco pubblico e al distretto commerciale sottostante, che saranno pronti nel 2030 (dopo un totale di circa 2400 giorni di lavoro complessivi), con una cittadella dello sport di tre piani (per funzioni commerciali, di intrattenimento, sport e museo) che rappresenta la grande novità del nuovo masterplan.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Populous, Raitre, 

Fonte: Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera

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17 commenti su “Milano | San Siro – Nuovo stadio: dibattito chiuso (e cittadini ancora divisi)”

    • Convincerle a non guadagnare soldi? E perché dovrebbero? Sono società private, mica enti di beneficienza, e per di più adesso in mano a fondi d’investimento.

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  1. Che conclusioni interessanti dal dibattito…cosa c’è adesso? Una relazione politicamente rilevante di 3.000 persone rappresentative di niente? Dei chioschetti all’ingresso?
    Su questa vicenda la giunta Sala sta facendo una pessima figura.
    Il progetto sembra pure peggiorare col tempo… prendessero l’immagine 4 e stop, fate quello.
    Il verde aumenta, lo stadio migliora, la zona migliora… ma di che si sta parlando? Della polvere mentre demoliscono? ALIENI!

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  2. per me il miglior progetto é quello di boeri. uno stadio bosco può essere un simbolo per tutta milano e tutta l’italia. e milano ha tanto bisogno di un’architettura sensibile al luogo che riduce anche inquinamento e afa.

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  3. LA CATTEDRALE ma con una capienza d 65.000-70.000 sarebbe il TOP…. uno stadio moderno ma sobrio, con spalti verticali, originale, ecologico..

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  4. Ma tagliamo la testa al toro… facciamo tutto parco e lo stadio nuovo facciamolo a Sesto, completato da tutti gli hotel uffici e mall che si vogliono.

    La mia personale proposta per preservare San Siro: smantelliamo il terzo anello con le sue torri e le sue orrende putrelle da cantiere, ritorniamo all’eleganza architettonica della versione con solo il secondo anello (in cui magari inserire negozi, ristoranti e attività da struttura moderna) e facciamone un’arena ridimensionata per altri eventi, sportivi e non…. meno onerosa per il Comune e comunque profittevole (concerti, rugby, calcio femminile, quant’altro ci viene in mente)

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  5. Per i contrari alla ristrutturazione di S. Siro, andatevi a vedere i video dei lavori al Bernabeu di Madrid e poi tornate qui a raccontare le storielle dei guadagni commerciali solo con impianto nuovo da 0 e completamente anonimo. Se ne accorgeranno anche i giocatori di non essere più nel tempio del calcio.

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  6. Non sono della zona e non conosco il tunnel Patroclo. Credo però sia meglio recuperare altro di maggior importanza (o in maggiore sofferenza, diciamo). Per il resto che dire.? Da quanto tempo si parla del progetto San Siro.? E il 2026 è tra 3 anni e poco più. In altri paesi tutto questo “volume” speso tra dibattiti, ricorsi, votazioni, progetti da presentare con altri anni prima che parta il cantiere, e libri scritti, non esiste. In altri paesi che vivono in democrazia vera o presunta, si fanno le opere e durano nel tempo. Questo è il paese delle parole… Qualsiasi cosa sia faccia, ormai è solo in perdita

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  7. San Siro e tutta la zona fanno schifo. Abbattere tutto senza pietà e ricostruire con tanto verde e servizi. Fatico a capire le ragioni di chi è contrario, è come in un’assemblea di condominio dove c’è sempre chi rema contro il suo interesse, giusto per il piacere di creare problemi.

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  8. i livelli di NIMBYsmo che sta prendendo la discussione sullo stadio è davvero stellare. Francamente se fossi un dirigente sportivo avrei già detto al Comune che i tempi sono già belli e che passati.
    Si tenessero San Siro con uno, due, tre, ottocento anelli e si smazzino i costi di gestione.
    Nelle città in cui si sono ritrovati a fare queste scelte, le amministrazioni comunali sono sommerse di debiti per tenere in piedi strutture vecchie e poco redditizie (un SanSiro senza calcio quanto lo usi e quanto lo riempi? 20 concerti l’anno??)
    Chi si lamenta di rumore e parcheggi nel quartiere mi chiedo perché ci viva ancora, visto che lo Stadio non è stato costruito l’altro ieri..

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