Milano | San Siro – Nuovo stadio: il Governo non mette becco. E se ci fossero due stadi?

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa fa chiarezza sulla questione che da settimane imperversa sullo stadio Meazza di San Siro, dove fra gli altri il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini e il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi han detto la loro. Salvini, dichiarando che se non si fa il nuovo stadio a Milano lo si può fare a Sesto San Giovanni, e Sgarbi, dichiarando che lo stadio Meazza sarà vincolato e quindi da salvare. Nuove voci importanti e discordanti che alimentano la tormentata questione del nuovo stadio milanese.

Così il presidente del Senato ha dichiarato in un intervista al Corriere della Sera: «Sgarbi non ha questa delega né credo abbia mai vantato di averla. Se lo avesse fatto avrebbe sbagliato. Per carità, tutti possono esprimere la propria opinione e pur essendo molto amico di Vittorio debbo dire con chiarezza che non ha alcuna voce in capitolo sullo stadio». 

La Russa ha concluso l’intervista così: «Premesso che sono convinto che anche il nuovo stadio sia necessario, sono contrario ad abbattere San Siro. In questo momento sono in Austria. Se si chiede a uno straniero cosa conosce di Milano risponde tre cose: il Duomo, la Scala, San Siro. Provateci anche voi. Sul podio c’è San Siro».

Ma nell’intervista la dichiarazione che più ci ha interessato forse è quella che propone la conservazione del vecchio Meazza affiancato dal nuovo stadio. «È il progetto che ho illustrato a tutti, sindaco compreso, e che mi dicono essere compatibile con i luoghi. Sarebbe addirittura vantaggioso per le società senza contare che eviterebbe a Milano un enorme danno ambientale causato dalla demolizione. Lo si è fatto in decine di città europee, in Inghilterra e in Argentina dove il calcio è quasi una religione. Due stadi possono convivere a poche decine di metri l’uno dall’altro. È la mia opinione e l’ho espressa. Ma chi deve decidere non sono io, deve essere il Comune e deve farlo in fretta. Non si possono lasciare i cittadini, le società delle squadre di calcio in attesa di una decisione che non può più essere aggirata e spetta all’amministrazione. Hanno la maggioranza, sono in giunta, non devono tergiversare. La maggioranza deve decidere».

Facciamo un po’ d’ordine, riassumendo in breve la vicenda: adesso lo stadio Meazza è un impianto comunale, i due club di Milan e Inter dovrebbero costruire, a loro spese, un nuovo stadio da 60mila posti a sedere (il Meazza ne contiene attualmente circa 80mila) e pagheranno un canone di circa 2 milioni di euro, un canone simbolico rispetto ai 10 milioni del canone che attualmente pagano. Lo stadio rimarrà ai due club per 90 anni per poi passare al Comune (quando ormai sarà vecchio come la parte più vecchia dell’attuale Meazza).

Ad ogni modo, come è stato ribadito, per la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 ci sarà ancora il vecchio Meazza. Per il nuovo, dipenderà dalle decisioni di Palazzo Marino.

Va anche ricordato che, secondo le ultime rivelazioni sul progetto rivisitato, accanto al futuro nuovo stadio non ci sarà più traccia celebrativa del vecchio Meazza, come dai primi accordi: nel 2027, quando le squadre entreranno nel nuovo impianto firmato dallo studio Populous (progetto ora apparentemente in stand by), lo stadio attuale sarà smantellato per lasciare spazio al parco pubblico e al distretto commerciale sottostante, che saranno pronti nel 2030 (dopo un totale di circa 2400 giorni di lavoro complessivi), con una cittadella dello sport di tre piani (per funzioni commerciali, di intrattenimento, sport e museo) che rappresenta la grande novità dell’ultimo masterplan.

Ritornando all’idea dei due stadi, a dire il vero era balenata anche a noi, e non solo, questa eventualità che potrebbe accontentare molte persone. Parecchie città estere, ma anche italiane, hanno due o più stadi. Solo rimanendo in Italia possiamo citare Roma con l’Olimpico e il Flaminio (e in futuro forse stadio della Roma e anche della Lazio), Torino (Juventus Stadium e Olimpico), ma ce ne sono anche altre. A Londra ogni borough possiede (circa) il suo stadio e le squadre di calcio posseggono normalmente l’impianto in cui giocano (e le squadre londinesi, dal Chelsea al Tothennam, all’Arsenal e compagnia cantante, sono praticamente tutte squadre da Premier League di livello internazionale, con tanto seguito e stadi capienti). A questi vanno aggiunti Wembley e lo stadio olimpico di Stratford.

Ma prendendo come esempio Parigi e i due stadi affiancati del Parco dei Principi e lo Stadio Jean Bouin, sono praticamente a una ventina di metri l’uno dall’altro, separati da una piccola strada cittadina. Entrambi i due stadi sono immersi tra le case del quartiere.

Insomma, perché non mantenere il vecchio impianto del Meazza, eliminando magari il terzo anello, e costruire il nuovo impianto al posto del parcheggio (e del parco dei Capitani) come già previsto? Perché al posto di realizzare lo spazio commerciale, che troviamo già obsoleta come idea, non concedere alle squadre (che hanno bisogno di monetizzare il loro intervento) la costruzione di una serie di torri (residenziali, ricettive e per uffici) da realizzare sempre nell’area?

Certo la questione rimane quella della riqualificazione, necessaria, per il vecchio stadio, questione che a quanto pare spaventa un po’ tutti, dal Comune alle stesse squadre.

Qui di seguito come potrebbe ritornare il vecchio Meazza eliminando la parte aggiunta per i Mondiali del 1990.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Populous, Raitre, 

Fonte: Corriere della Sera

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

50 commenti su “Milano | San Siro – Nuovo stadio: il Governo non mette becco. E se ci fossero due stadi?”

  1. Finalmente la politica ha deciso: uno dice nessuno stadio (a Milano), l’altro dice uno stadio (il vecchio), l’altro dice due stadi, a fianco. E sono tutti della stessa parte politica, figuriamoci se fossero stati di parti avverse! La soluzione l’ho io: facciamone tre, stringendosi un po’ ce ne sta uno in mezzo, di forma triangolare, così ci giochiamo il baseball. Pagliacci.

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    • Che onore, anche l’urbanista La Russa esprime la sua opinione… e quindi? 2 stadi perché? Perché ci spiace buttare giù il vecchio o perché c’è un idea di utilizzo e gestione dei costi? Se paga il governo e non la città x me ok.

      Chi è il prossimo con un illustre opinione? Qui occorre un piano che deve essere voluto in primis da chi mette i soldi, se no non si fa nulla.

      Tutte queste opinioni discordanti non fanno altro che allontanare chi vuole investire…

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        • Esatto: urge che Sua Eccellenza La Russa d’imperio costruisca a mani nude una nuova arena trasudante di gloria ove i giovani italici, pugnando con meneghino ardore, riportino Milano agli antichi fasti che la storia assegna ai campioni del nazionale diporto del pallone!!!

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          • Per ora l’unico che ha il potere di decidere è Sala…non il Presidente del Senato.

            Anzi, se qualcuno mandasse una mail al Sindaco per ricordargli i suoi poteri, magari aiuta.

      • Veramente se il Comune decidesse qualcosa non ci sarebbe la coda a fare dichiarazioni (peraltro tutte con la risata sotto i baffi per la situazione tragicomica in cui ci siamo colpevolmente ficcati)

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    • Londra è 4 o 5 volte Milano, è incommensurabilmente più ricca, e prova a confrontare il valore di capitalizzazione dei club della Premier con quelli della serie A.

      Un paragone con Milano lo puoi fare con Monaco, forse, o un po’ tirato per i capelli con Barcellona o Madrid, di certo non con Londra.

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    • La questione non è quanti stadi “può” avere Milano, ma quanti investitori “ha” Milano. A Londra ci sono investitori e quindi soldi per costellarla di stadi, a Milano no. Oppure il sottinteso è che deve pagare lo Stato o il Comune con i soldi raccolti dalal fiscalità generale? Perché, forse, non è esattamente il momento di usare soldi pubblici per tenere in piedi uno stadio… soprattutto vuoto.

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      • Magari il Qatar può fare una donazione per lo stadio nuovo.
        In fondo il know how ce l’hanno (sia per lo stadio che per la donazione a leggere i giornali)

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          • Si ma quelli erano soldi veri per un progetto vero.

            Non una donazione perchè noi abbiamo nostalgia del vecchio stadio degli anni 20 rifatto negli anni 60 e rifatto negli anni 90.

            Mi sa che l’unica speranza è aspettare che il Monza vinca lo scudetto e che San Siro se lo compri Berlusconi, che avrà tanti difetti ma come far soldi lo sa. 🙂

      • > Perche Milano e’ una cittadina di provincia > rispetto a londra..
        Provate a spiegarlo al “sindachino” che fa paragoni con Parigi, Londra e… New York!!

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        • A chi scrive Milano cittadina di provincia gli ricordo che la “metropoli Milano” e’ la terza area urbana piu’ grande d’Europa……..

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  2. Perché non è possibile dare il go alla costruzione del nuovo stadio a San Siro e rimandare a dopo il 2026 le decisioni sulle sorti dell’attuale?

    È ovvio che se si parla ora si demolire, quando in parte c’è il nulla, tutti alzano le barricate. Ben diverso è porsi il problema quando l’attuale sarà un ecomostro di cemento abbandonato accanto ad uno stadio nuovo che funziona.

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    • Perché il piano delle squadre prevede di mettere a reddito tutta l’area, se no che senso ha per loro. Sono aziende private, mica ONG.

      La domanda è sempre la stessa: se ci teniamo San Siro, chi paga per mantenerlo?

      Vorrei ricordare a tutti quelli che sonnecchiavano durante l’ora di educazione civica che “paga il comune” significa “paghiamo noi”.

      Siete disposti a pagare più tasse comunali per mantenere una cattedrale nel deserto?

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      • Ogni soluzione che non preveda a target che le squadre usufruiscano dell’attuale stadio porta con sè la demolizione, almeno se si ragiona con il buon senso e non sulla base dell’effetto nostalgia.

        Detto questo, il punto è come rendere digeribile questo scenario ed evitare un nuovo roadblock ogni due/tre mesi.

        Comprendo che lo sfruttamento dello spazio complementare al nuovo stadio sia quello che fa stare in piedi il business case delle squadre. Magari si può trovare un agreement del tipo: partite subito a costruire il nuovo stadio; fra 4 anni se abbiamo ok a demolire San Siro vi diamo quelle aree, altrimenti troviamo altre modalità equivalenti.

        Io sono convinto che se ci fosse uno stadio moderno, bello e funzionale già operativo, l’opposizione alla demolizione a quel punto sarebbe solo un tema di pochi nostalgici.

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  3. Tutte queste polemiche sull’iconicità di San Siro francamente fanno un po’ sorridere.

    A Madrid hanno sventrato il Bernabeu, che è altrettanto se non più iconico di San Siro, e nessuno ha trovato niente da ridire. Anzi, è stata l’occasione per rinnovare anche tutto il quartiere circostante.

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  4. Apriamo il sipario,
    la destra ha smetto di far finti sorrisi, abbracci e far finta di essere tutti amici.

    Venghino signori, inizia lo spettacolo!

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  5. Si potrebbe tenere san Siro (così com’è) e realizzare l’altro stadio a Sesto (che si è già offerta). Niente centro commerciale o torri terziarie, è uno spettacolo di intrattenimento gestito da privati, giusto che siano loro i profitti ma anche le spese. Per quale motivo l’ente pubblico debba intervenire con risorse proprie (i terreni) per finanziare un’attività privata, non riesco proprio a capirlo. Berlusconi e Moratti vincevano le coppe campioni con i soldi propri, non del comune. Se questi non ne sono capaci, cambino mestiere

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      • Moratti…. dove ho già sentito questo nome?? Ah già, gli ex proprietari dell’Inter

        Berlusconi…. e quest’altro dove l’ho sentito? Bunga bung… ehm, no, ex proprietario del Milan

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    • Berlusconi e Moratti vincevano in un calcio diverso rispetto a quello di oggi, nel quale i costi si sono moltiplicati a dismisura, motivo per cui sia Berlusconi sia Moratti han venduto. Basti pensare che Ronaldo il fenomeno, all’epoca il miglior giocatore al mondo, nel 97-00 guadagnava 10,5 miliardi lordi; oggi Mbappe guadagna 90 milioni di euro lordi, Haaland oltre 50. 6 milioni lordi li dai ad un Dumfries o ad un Rebic qualsiasi. Dunque, stando così le cose, per permettersi un “costo del lavoro” da top club, le squadre italiane devono aumentare i ricavi in modo drammatico, cosa assai difficile visto che il prodotto “Serie A” vale pochissimo. Lo Sheffield W, ultima in Premier nel 2020/2021, ha incassato di diritti TV più della nostra “più ricca” (circa 105 mln VS 85). Lo stadio di proprietà è, dunque, solo uno dei modi per aumentare i ricavi anche se, a mio parere, non può bastare in assenza di un rilancio serio del prodotto calcio italiano che consenta, soprattutto all’estero, di alzare decisamente il prezzo di vendita dei diritti tv da distribuire alle squadre di lega.

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    • Sì ma la domanda resta: chi paga per San Siro? Il Comune?

      Sei disposto a pagare più tasse per mantenere una cattedrale nel deserto dove si faranno 4 concerti l’anno e per il resto dell’anno l’unico suono sarà il ronzio delle pistole che innaffiano il campo?

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  6. NESSUNO SEMBRA CONSIDERARE LA PRESENZA DELLA METRO5.

    IL PROGETTO ORIGINALE PREVEDEVA LA FERMATA DOVE CI SONO I TRAM; POI SI DISSE CHE LI’ ERA TROPPO VICINA ALLO STADIO MEAZZA E PER GARANTIRE I FLUSSI FU SPOSTATA DOVE SAPPIAMO.
    ..
    MA COL NUOVO STADIO A RIDOSSO DI VIA TESIO SAREMMO DA CAPO.

    VOI DI URBAN FILE SAPETE QUALCOSA AL RIGUARDO?

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  7. Per quanto riguarda il progetto di ristrutturazione del “vecchio” San Siro qui proposto, con la demolizione del terzo anello, con quella soluzione lo stadio non avrebbe nemmeno la copertura! Altro che stadio funzionale e moderno, si tornerebbe agli anni 70′ del secolo scorso! Inoltre si tratterebbe di una struttura vecchia di decenni completamente da ristrutturare. Chi pagherebbe i costi? E per farne cosa? Qualche concerto a Giugno e Luglio?

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  8. Le due società non vogliono due stadi perché altrimenti non possono fare quella speculazione edilizia che è alla base della loro idea. Senza la speculazione edilizia risulterebbe inutile anche il nuovo stadio. Per questo vanno fermati e San Siro deve rimanere al suo posto

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    • La costruzione dello stadio viene finanziato dalla vendita degli immobili vicino allo stadio…ma è così in tutto il mondo, a meno che non ci sia un mondiale o un europeo..

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  9. San siro senza terzo anello non ha senso!!
    Va ristrutturato e poi costruito quello che vogliono i privati nell’area del parcheggio.
    Il nuovo stadio non serve va ristrutturato san siro

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    • E dove giocano le squadre mentre lo ristrutturano? I problemi stati sono proprio nel terzo anello per cui ha senso togliere solo quello

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    • San Siro se non ci giocano le squadre non ha senso, con uno due o tre anelli.

      A me pare che si tratti banalmente di decidere tra due opzioni:

      A) nuovo stadio a Milano demolendo San Siro e consentendo un investimento con annesse risorse per verde e rigenerazione urbana dei dintorni;

      B) nuovo stadio altrove (Sesto?) e San Siro snza più le partite di Milan e Inter sul groppone del Comune di Milano, cioè mantenuto vuoto e inutile con i soldi dei milanesi.

      Visto che la B è una roba indubbiamente senza senso, non caòisco di cosa stiamo a discutere.

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  10. Se si chiede a uno straniero cosa conosce di Milano risponde tre cose: il Duomo, la Scala, San Siro. Subito dopo la pizza il mandolino mafia e il trietrac. E questo e’ uno di quelli che hanno studiato…

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  11. Fare l’esempio deteriore dei due stadi di Parigi non mi sembra degno della consueta sagacia urbanistica dei redattori di Urban File. Va be’ che Parigi è Parigi ma non è dobbiamo prendere ad esempio anche le cose brutte o mediocri e gli errori che per forza di cose esistono anche nella ville lumiére come in tutte le grani metropoli. Come direbbe Crozza-Bersani, “non è che la pipì se è fatta da un francese sa di champagne”.
    Comunque concordo che la soluzione più razionale visto che l’attuale S. Siro a quanto pare è inutilmente grande rispetto alle attuali esigenze, è lasciare il vecchio Meazza demolendo le superfetazioni di Italia ’90.
    Questo può essere fatto addirittura senza mai interrompere l’uso dello stadio.
    Quanto alle volumetrie aggiuntive alla città non ne servono. Alla vita delle città servono anche i vuoti, gli spazi liberi, e ne servono parecchi e di parecchio tipo. L’Horror vacui è sempre un cattivo consigliere. Si è fatto anche l’esempio di Monaco. Ebbene a Monaco lo stadio se l’e pagato il Bayern facendo il mutuo e ripagandolo con lo sponsor Allianz e i biglietti d’ingresso. Non c’è nessuna volumetria aggiuntiva regalata alla società calcistica. Lo stesso dicasi per gli stadi di Sarrià di Barcellona e Bernabeu di Madrid rinnovati.

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    • Qui però c’è una proposta da parte di due società. Puoi anche stottoporre alla loro attenzione un altro modello di business, ma in definitiva saranno loro a decidere come investire i loro soldi per remunerare i loro azionisti.

      E pare che la loro proposta non contempli la soluzione adottata dal Bayern, pur accogliendo talune proposte emerse nel corso del dibattito pubblico (aumento dei posti, aumento delle superfici a verde, aumento delle risorse da destinare alla rigenerazione urbana del quartiere, se non ho capito male). Del resto le società calcistiche, esattametne come le società di qualunque altro settore o comparto economico, non sono tutte uguali: ciascuna persegue le proprie strategie di crescita.

      Il Comune può dire che quella proposta funziona o non funziona dal propio punto di vista, può proporre soluzioni alternative, deve certamente difendere l’interesse pubblico, ma non può disporre delle scelte di investimento di società private imponendo loro l’adozione di una strategia di crescita diversa da quella ritenuta – a loro insindacabile giudizio – migliore dagli amministratori di quelle società a tutela degli interessi degli azionisti.

      Se si trova una soluzione condivisa, bene. Altrimenti – laddove le società dovessero avere alternative (Sesto?) – Milan e Inter investiranno altrove.

      Nulla di male, se non fosse che poi il Comune di Milano si troverebbe un impianto del tutto sovradimensionato a qualunque altro scopo e biognoso di ingenti investimenti in manutenzione ordinaria e straordinaria. Una soluzione che non ha alcun senso, né dal punti di vista funzionale, né da quello della finanza pubblica perché finirebbe per pesare sulle casse di Palazzo Marino, cioè sulle nostre tasche. E, non so voi, ma io non ho per nulla intenzione di mettere un solo centesimo per mantenere San Siro vuoto e diroccato, tanto più che non sono neppure tifoso di calcio.

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