Milano | Porta Nuova – Aggiornamento cantiere Torre Unipol: 17 febbraio 2023

17 febbraio 2023. Nuovo aggiornamento dal cantiere di via Melchiorre Gioia a Porta Nuova, dove è in fase di completamento la costruzione della Torre Unipol, il grattacielo di circa 120 metri progettato dallo studio di Mario Cucinella Architects.

Proseguono i lavori per terminare la tettoia o “canopy” dell’ingresso verso via Melchiorre Gioia.

Invece, in sommità sono cominciati i lavori per la posa dell’insegna.

Ancora misterioso l’effetto che potrà avere un’insegna luminosa posta in facciata sul lato della torre cilindrica, la preoccupazione di molti appassionati di architettura è che questo potrà ripetere l’effetto poco gradito successo alla torre Generali di CityLife il giorno che venne aggiunto il “tappo” per ospitare l’insegna sul grattacielo storto. Insegna contestata esteticamente da molti ancora oggi.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Duepiedisbagliati;

Tag: Torre Unipol, Mario Cucinella Architects, Porta Nuova, via Melchiorre Gioia

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

12 commenti su “Milano | Porta Nuova – Aggiornamento cantiere Torre Unipol: 17 febbraio 2023”

      • La raffinatezza di certi commenti… da persone che pretendono architettura d’avanguardia con un vocabolario da scaricatore di porto. Se questa è la media Milanese, allora la Torre Unipol è di gran classe a confronto

        Rispondi
        • L’idea era anche buona ma la realizzazione è stata sciagurata.
          Io l’insegna la metterei se fossi in loro: così la gente si lamenta dell’insegna e non del resto 🙂

          Rispondi
  1. Nemmeno a Dubai qualcuno pensa che di deturpare gli edifici con marchi e scritte.

    Guardate l’insegna della Torre Unipol a Bologna e provate a immaginare una cosa del genere a Porta Nuova.

    Le due fasce bianche magari non piacciono a tutti. Ma meglio due fasce bianche uguali che una fascia bianca e una fascia con la mega scritta blu.

    Rispondi
    • Buonasera, sono Marin George Petrut, voglio mettermi in contatto per parlare un po’, ho dei dubbi sul mio stipendio

      Rispondi
  2. Questo grattacielo lo stanno trasformando sempre più in un vero orrore. Ma perché lo conciano così? Perché non c’è più nulla del progetto originario?
    Non so se qualcuno mi sappia chiarire se la ‘responsabilità’ sia di Unipol oppure dello studio di architettura che aveva al tempo varato un progetto e relativo rendering di fatto irrealizzabili.

    Rispondi
    • Ciao, sono architetto e lavoro in uno studio di architettura. In base alla mia esperienza cercherò di fornirti una risposta.

      Il problema nasce nel momento in cui vari siti e riviste divulgano progetti ancora in fase definitiva, se non addirittura preliminare. Le fasi di sviluppo di un progetto sono 3: preliminare, definitivo, esecutivo. Una volta approvato il progetto esecutivo, quando si va in cantiere si vedono eventuali problemi che saltano fuori e si correggono con la fase costruttiva di progetto (ovviamente si tratta di piccole problematiche, del tipo “sposta un corrugato o una partizione interna”). Dal progetto preliminare al progetto esecutivo ci sono dei cambiamenti immensi, abissali, una mutazione continua. Ciò che siamo abituati a vedere sui blog e sulle riviste online di architettura sono spesso dei render che scappano in fase DEFINITIVA, spesso da parte della committenza. Detto ciò, all’inizio della fase esecutiva la committenza inizia col dire che è tutto super figo, ma che lo vogliono alla metà del prezzo. Ed ecco che iniziano così i tagli di budget, taglia di qua, taglia di la, e si arriva ad adottare delle soluzioni che sono delle pezze al concept originario di progetto. E’ per questo che spesso vedi saltare molte cose: la committenza richiede quasi sempre una Ferrari al prezzo di una Fiat. Gli unici clienti disposti a spendere veramente sono i privati che guadagnano bene e non badano a spese. Poi ovviamente ci sono anche gli errori dei progettisti, non lo metto in dubbio, ma difficilmente un architetto o uno studio divulgano render di un progetto che sanno bene non funzionare, ne va della loro immagine e credibilità. Ecco che si arriva a casistiche simili a quella della torre unipol: esce fuori un progetto che ancora non è ufficiale, nel mentre cambia mille volte e nel 95% dei casi per mano della committenza che deve guadagnarci sopra. Ogni progetto di architettura che vedi in giro deve monetizzare, deve fare ritorno per lo studio (e difficilmente ci si riesce), ma soprattutto per i clienti. E’ un prodotto, e spesso per fare in modo che sia redditizio si tagliano i fondi. Non sai quante volte tiriamo fuori delle soluzioni che poi vengono brutalmente mozzate perché “eh ma costa troppo”, e quindi… una scarpa e una ciabatta!

      Il discorso è molto più lungo e complesso, ci sono altre cause, ma questa credo sia la principale.

      Rispondi
      • Cerco di riassumere.

        Strada facendo, prima del progetto definitivo si fanno tanti cambi e compromessi (talvolta al al ribasso) per motivi economici o tecnici.

        La domanda è:
        Ma in Commissione Paesaggio per l’approvazione quale progetto ci va? Quello bello o il compromesso?

        Rispondi
      • Tanto per cominciare, grazie del discorso sereno e pacato.

        Quello che tu hai descritto su grande scala è più o meno quello che molti di noi hanno sperimentato -molto in piccolo- ristrutturando casa: progetti bellissimi che poi siamo stati costretti a rivedere per mancanza di fondi illimitati.

        Succederà sempre (a meno di non essere Bill Gates che si fa la casa nzb o di non avere i soldi di Google per costruire nuovi HQ).

        Ho il sospetto che, in questo caso, le griglie non siano una scelta dell’ultimo minuto ma un’esigenza progettuale fin dall’inizio (un discorso a parte vale per il rivestimento in legno: inizialmente previsto, poi testato, poi cassato, non si sa se per ragioni estetiche o economiche) e che i render siano stati volutamente distribuiti omettendo il particolare (è un sospetto, lo ribadisco).

        Partiamo quindi dal duplice presupposto che le griglie sono necessarie e che costi troppo sostituirle con qualcosa di diverso, tu -da architetto- ne copriresti una con un’insegna a caratteri blu, oppure lasceresti entrambe le fasce intonse, rispettando “il ritmo” pensato (o aggiustato) da Cucinella (un po’ come fatto da isozaki a citylife)?

        E in generale, la città guadagna qualcosa dal punto di vista estetico quando una compagnia, espone un’insegna alta tre metri e lunga venti?

        Da consumatore, non ho mai comprato qualcosa perché ne ho vista una. E non ho mai sviluppato opinioni positive su una società sulla base del logo su un palazzo.

        Come sarebbe stato il grattacielo Pirelli con un’insegna? Ci avrebbe guadagnato qualcosa di più la società? Ci avremmo perso tutti qualcosa come collettività?

        Rispondi

Lascia un commento