Aggiornamento di marzo dal cantiere per la realizzazione del tratto milanese della VenTo, la ciclovia che collegherà Venezia a Torino passando per l’appunto da Milano.
Nel settembre del 2020 sono cominciati i lavori che sono proseguiti un po’ a rilento nella fase finale del primo tratto. Ora pare invece che i cantieri proseguano a gran ritmo.
Come si vede per l’arredo urbano sono stati re-impiegati i masselli del pavé e sampietrini, oltre a nuove aiuole che ospiteranno alberature in questi giorni in fase di piantumazione.
Il cantiere per il momento è distribuito lungo l’Alzaia Naviglio Pavese. Un primo tratto è stato completato o quasi e va dal cavalcavia ferroviario di viale Liguria e Tibaldi, sino al cavalcavia di via Schiavoni. Ora è stato portato avanti il secondo lotto che arriva sino all’altezza di via Don Rodrigo, nel Quartiere dei Promessi Sposi o Torretta, coprendo i distretti dei Navigli e quello di Chiesa Rossa.
Cominciamo all’altezza di via Boffalora e Alzaia Naviglio Pavese all’altezza della Binda. Qui la ciclovia sarà semplicemente dipinta e segnalata con cartelli.
La ciclabile all’altezza di via Don Rodrigo, dove si trova anche il ponticello pedonale all’altezza di via Neerea, inizia ad essere strutturale con cordoli, pavimentazione e soprattutto aiuole alberate.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Valter Repossi
Pista Ciclabile, VenTo, Alzaia Naviglio Pavese, viale Liguria, Viale Tibaldi, via Schiavoni, via Fra Cristoforo, Navigli, Naviglio Pavese, Chiesa Rossa
Questo é un progetto molto bello (non solo perché creare un nuovo punto di interesse ciclopedonale, ma anche per la qualità dei lavori)
Spero valorizzerà la zona tantissimo appena sarà concluso.
Abito in zona naviglio pavese. Vado a piedi tutti i giorni fino alla darsena circa 3 km. Lungo il marciapiede che va da cavalcavia schiavoni fino alla circonvallazione è uno schifo da almeno 2 anni. Vedere x credere. Pericolo per pedoni passeggini e carrozzelle invalidi. Siamo sequestrati. I pedoni, l’unica vera “transizione ecologica”, benessere e salutare, sono i più colpiti. Grazie COMUNE di Milano….
Finalmente degli alberi !!!!!
Ho dovuto arrivare a 57 anni per vedere finalmente degli alberi di fronte a quello brobrio di edificio di via Don Rodrigo
Sembra quasi che ricevere un albero piantato sia una concessione generosa, ma all’estero
E’ la regola progettare il verde
MASSIMA ATTENZIONE
Spero che i tombini messi al centro vengano sistemati perché sporgono di 3 cm buoni e in alcuni punti occupano la quasi interezza della pista, non permettendo il passaggio contemporaneo nei due sensi di marcia. Se non si presta abbastanza attenzione ci si fa male. Ovviamente gli eletti al comune non si accorgeranno mai di questa cosa dato che vanno a spasso per la città con le loro auto blu e non conoscono il verbo “pedalare”.
Peccato perché è un progetto bello.
Penso che manchi l’ultimo strato di asfalto, è per questo che sporgono tutti
Il primo a prestare attenzione, non dico “massima”, anche solo minima, dovrebbe essere proprio lei. E’ infatti evidente che i tombini sporgono perché manca ancora l’ultimo stato di pavimentazione così come è evidente che la pista non è ancora aperta al traffico.
Ma i marciapiedi non sono troppo stretti? Ci passa una carrozzina con accompagnatore? Dubito fortemente.
Si è dato ancora troppo spazio alle auto e a tutti quei parcheggi mentre i pedoni e i ciclisti ricevono il minimo standard indispensabile.
Questa città non cambierà mai.
Bella pista ciclabile ma inutilizzabile da tutta la gente che vive dall’altro lato del naviglio. Servono ponti ciclopedonali. Concordo con Gigi, gli eletti di questa città non sanno cosa vuole dire andare in bici, lo considerano solo un mezzo per andare a passeggio la domenica.
Concordo. I “progettisti” di piste ciabili in Italia sono andati in bici da piccoli, fkrse, e poi basta.
Poi fanno il loro progettino aprendo il manuale di progettazione delle strade aggiornato al 1960 e concludono che per i pedoni bastano 60 cm di marciapiede e per una pista ciclabile a doppio senso basta lo spazio minimo occupato da due manubri.
Eppure basterebbe chiamare il più incompetente dei progettisti di piste ciclabili olandesi per ottenere un progetto di gran lunga migliore e adatto ai tempi odierni.
In Olanda in una strada del genere non avrebbero fatto né marciapiedi né piste ciclabili. Sarebbe stato tutto sullo stesso livello, i (pochi) parcheggi per le auto sarebbero stati disegnati per terra e tutta la larghezza della strada sarebbe stata a precendenza ciclabile e pedonale. In altre parole bici e pedoni possono stare dove preferiscono e percorrere la strada in tutte le direzioni, le auto devono muoversi a senso unico e dare sempre la precedenza a ciclisti e pedoni, anche avanzando a 10 km/h se necessario.
Più o meno quello che avviene oggi in via Paolo Sarpi.
Esattamente.
Il tutto spendendo molto meno, senza scalini, bordi, rialzi, cordoli vari.. e dando a possibilità anche ai portatori di handicap o persone a ridotta mobilità di spostarsi più agevolmente.
In più con un effetto finale in geberale più gradevole.
e senza metterci tre anni per fare due km di ciclabile, da pazzi!