Milano | Porta Romana – Addio al “Grande platano di Giannasi” di piazza Buozzi

Purtroppo non c’è stata altra soluzione, il “Grande platano di Giannasi” ormai chiamato così da quasi tutti, in piazza Buozzi e Corso Lodi a Porta Romana, oggi è stato abbattuto. Infatti questa mattina sono cominciate le operazioni per il taglio del platano centenario ormai compromesso e divenuto pericoloso per i passanti e la viabilità della piazza.

Una riduzione della chioma, inizialmente considerata, non sarebbe bastata. Infatti le condizioni del platano di piazza Buozzi, oggetto di un’approfondita indagine, non avrebbero consentito il suo mantenimento e alcun tipo di intervento conservativo. Come ha dichiarato il consulente incaricato dall’Amministrazione comunale, che ha elencato le indagini svolte e i relativi esiti (perizie di aprile 2022, febbraio 2023 e marzo 2023) giungendo all’esito finale che ha sentenziato il fine vita della pianta, con rammarico dei residenti del quartiere e sopratutto di Dorando Ginnasi, lo storico proprietario del chiosco-polleria famoso in tutta la città e qui presente, all’ombra della pianta, dal 1967.

Insufficienti i risultati delle prove di trazione controllata. Forti anomalie evidenziate dalle prove tomografiche e confermate dalle prove densitometriche. Infezioni in corso e un’ampia necrosi nella parte orientale del fusto. Naturalmente la pianta sarà, appena possibile, sostituita da una nuova.

Qui di seguito alcune immagini del platano prima del taglio.

Referenze immagini: Google; Andrea Cherchi

Porta Romana, Alberi, Albero, Corso Lodi, Piazza Buozzi, Corso Lodi

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

10 commenti su “Milano | Porta Romana – Addio al “Grande platano di Giannasi” di piazza Buozzi”

  1. Chissa perchè questi “espertt” (agronomi?) sanno emettere sempre sentenze così dettagliate e ultra(pseudo)scientifiche, quando c’è da tagliare una pianta, ma quando la pianta va osservata e curata e le malattie da prevenire, dove sono? La “manutenzione” delle piante consiste sempre e solo nella loro potatura. così come piace al tagliaboschi di turno.

    Quest’ ultima estate torrida, ha fatto seccare moltissimi alberi, sarebbe bastato solo qualche autobotte con un po’ d’ acqua, ma questo contastava con la logica globalista della propaganda continua apocalittica sull’ effetto serra.

    Per favore, risparmiateci la solita frase del tipo “la pianta presto verrà sostituita”, perchè nessuno può sostituire un’ albero secolare, sarebbe come danneggiare un’ affresco del rinascimento e metterci una stampa a colori al suo posto.

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    • Sempre interessante leggere i commenti di Urbanfile. Si scoprono sempre nuove vette di analfabetismo funzionale ? il prossimo complotto che ci svelerai quale sarà?

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      • Semplice, ti rispondo che la dissonanza cognitiva tipica dei globalsti è sempre divertente, grazie! Non ci foste voi global-p come faremmo? Ora accendo l’ LCD orwell style che mi dirà la verità, quella che sai tu.

        Comunque, a parte chi mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi, l’ altro aspetto deprimente della questione è che mentre l’ albero non ci sarà più, il deprimente chiosco sì; la piazza in questione è un piccolo gioiello – interamente d’ epoca – da cui si dirama il bellissino asse viario Papi, Cadore, Bronzetti. Sarebbe troppo chiedere al comune e ai proprietari di agire insieme per rifare questa edificio e restituire la totale bellezza lla piazza?

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    • Quando la pianta viene osservata, curata e le malattie prevenute, la notizia non finisce sul giornale.

      Finisce sul giornale solo la notizia della morte di una pianta secolare, tra l’altro in osservazione da un anno senza che tu lo sapessi. Così è la vita, anche per le piante.

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    • Purtroppo gli studi di fitopatologia sono estremamente ristretti nella cura dei singoli esemplari semplicemente perchè curare singole piante è molto difficile e conviene semplicemente ripiantarle.

      Gli agronomi sono figure professionali capaci di valutare lo stato della pianta e curarla se possibile sopratutto se il danno non ha intaccato lo Xilema, composto da cellule morte che NON si rigerenano quindi non si può realmente curare.

      Da quello che ho capito è la situazione in questo caso, perdendo lo xilema la pianta non solo non può più mantenere la parte danneggiata, ma sopratutto perde gradualmente stabilità da quella parte rischiando di cadere e danneggiare strutture o addirittura uccidere persone

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