E’ stato approvato ufficialmente lo scorso Maggio il Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) per la riqualificazione dell’Area ex Westinghouse. Si tratta di un lembo di terreno particolarmente esteso e racchiuso tra Via Paolo Borsellino, C.so Vittorio Emanuele, Via Vittorio Ferrero, Via Nino Bixio. Il territorio, dopo anni di abbandono, degrado, polemiche, processi e rallentamenti burocratici, sembra aver finalmente imboccato la via della riqualificazione.
L’area è estremamente importante perché sorge in un contesto molto ricco e variegato. Nei dintorni, infatti, si trovano il Politecnico di Torino, il Tribunale, le Carceri Nuove, il centro sportivo Cit Turin, l’Energy Center; una zona, questa, che negli ultimi anni ha visto diversi esempi, riusciti, di riqualificazione architettonica e urbanistica. Nelle vicinanze, infatti, oltre all’intervento della Spina 2 – con anche la realizzazione dello scalo ferroviario di Torino Porta Susa, delle Officine Grandi Riparazioni (OGR) e del Grattacielo Intesa San Paolo – da anni si susseguono diversi cantieri di ampliamento del PoliTo: le nuove Aule R, ad esempio, o la futura Digital Revolution House (DRH) – attigua alla Ex-Westinghouse.
Quello che verrà realizzato nel nuovo lotto di terreno, come previsto dal Piano Esecutivo Convenzionato, ha carattere misto: ci saranno strutture ad interesse pubblico (75%) ed interesse privato sia di tipo ricettivo che commerciale (25%). Infatti, l’idea originale del rilancio dell’Ex-Westinghouse era di realizzare un Centro Congressi cittadino da 5.000 posti al quale la Città di Torino ha pensato di aggiungervi dei diritti edificatori per attività di tipo ASPI (Attività di Servizio alle Persone e alle Imprese) che porteranno a costruire nell’area anche un Hotel ed un Supermercato.
La Storia
Quello che sembra l’ultimo atto dell’area Ex-Westinghouse ha una storia che parte circa 15 anni fa, quando nella zona attuale – una volta sede delle Fabbrica Westinghouse (produttrice di freni) e Fabbrica Nebiolo (produttrice di macchine utensili il cui scheletro in calcestruzzo è ancora visibile) – il Comune di Torino decide di costruirci una Biblioteca Civica su progetto di Mario Bellini. Il progetto però non verrà mai approvato, probabilmente a causa del costo elevato dell’opera: 229 milioni di euro.
In seguito, diverse sono le proposte pervenute: la Fondazione CRT, ad esempio, propone di costruirvi un Centro Congressi da 10 milioni di euro. La proposta, però, non trova un seguito (nonostante una caparra di 5 milioni di euro versata al Comune per la concessione dell’area) e, anzi, arrivano delle controproposte, come quella dell’ATI tra Amteco SpA (Impresa di Costruzioni di Vercelli) e Maiora Group SpA (società immobiliare di Bari) che prevedono anche la realizzazione di un supermercato oltre che il centro congressi. Successivamente, a causa del fallimento della Maiora SpA, anche questo progetto viene accantonato.
In fine, nel 2020, la Esselunga SpA riprende l’idea progettuale precedente fino ad ottenere l’approvazione dell’attuale PEC che vede la realizzazione di due lotti e delle strutture fin’ora considerate: il centro congressi, l’hotel e il supermercato.
Il Progetto Urbanistico
Curato dallo Studio Rolla già nel 2012 su commissione della Città di Torino, e perfezionato nel 2021 per Esselunga SpA, il progetto prevede la realizzazione di due lotti, che copriranno una superficie complessiva di 40.000 m2 e interesseranno diverse aree e strutture esistenti. Oltre all’area ex-Westinghouse, si riqualificherà anche lo “scheletro” dell’ex Fabbrica Nebiolo, inglobando anche il lungo edificio dell’ex Caserma Lamarmora ed i Giardini Caserma Lamarmora.
L’interessamento di questi ultimi spazi di verde pubblico, che secondo il progetto verranno fortemente ridimensionati, ha generato non pochi malcontenti nella popolazione, con addirittura la creazione di un comitato anti-progetto.
Nel dettaglio, il lotto 1 interessa la parte commerciale (il supermercato), mentre il lotto 2 raggruppa l’hotel, il Centro Congressi e la Caserma Lamarmora
Il Centro Congressi
Fortemente voluto sin dall’inizio, il nuovo Centro Congressi ospiterà circa 5.000 posti e verrà realizzato sull’area vuota (attualmente parcheggio di PoliTo) che una volta era occupata dalla Fabbrica Westinghouse. Il progetto attuale prevede un nuovo fabbricato di circa 21.000 mq (anche se il PEC ne richiedeva un minimo di 16.500 mq), al cui interno, oltre all’area per eventi, ci saranno anche zone ristoro, spazi espositivi, un’autorimessa interrata e delle sale meeting.
L’Hotel
L’Hotel verrà costruito nell’area dell’ex Fabbrica Nebiolo, in parte ristrutturando e recuperando il vecchio edificio industriale (per circa 4.000 mq), in parte ampliandolo con nuove strutture (4.000 mq), per ottenere circa 8.000 mq di struttura ricettiva, con 180 camere e vari spazi comuni. L’hotel sarà direttamente collegato con il lungo fabbricato dell’Ex Caserma Lamarmora – che conta 2.666 mq di locali – per cui il progetto prevede il recupero e il mantenimento, anche se non è chiara la destinazione d’uso finale (il PEC originale di Studio Rolla prevedeva 1.266 mq da destinare ad uffici pubblici e 1.400 mq per “attività di vicinato” e ristorazione).
Al momento, in una parte dell’ex Caserma Lamarmora ha sede l’Associazione Culturale Comala, che si occupa di aggregazione giovanile e di attività collettive e, soprattutto, culturali come musica (con sale registrazione all’interno), teatro, arte, danza, cinema, etc. Il progetto precedente a quello approvato prevedeva l’allontanamento dell’Associazione dall’area, dovuto alla modifica della viabilità per il transito dei camion del Supermercato – opzione poi annullata per garantire la sopravvivenza dei locali usati da Comala.
Il Supermercato Esselunga
Anche se, numericamente parlando, non è l’intervento più grande, è quello che ha suscitato più critiche. Innanzi tutto perché è un’attività di tipo commerciale privato poco attinente con l’area pubblica che andrà ad occupare. Si tratta infatti di un fabbricato di nuova costruzione di circa 10.000 mq (il 20% di tutta l’area) con anche alcuni piani interrati per parcheggi, che ospiterà il 4° punto vendita Esselunga in Torino.
La critica maggiore è data dal fatto che sorgerà sull’attuale Parco dei Giardini Caserma Lamarmora – un’area verde pubblica di quasi 17.000 mq – la cui futura “cementificazione” ha causato la creazione di un comitato EsseNon – supportato dall’Associazione Comala e contrario alla realizzazione del supermercato nell’area indicata – e che, oltre a diverse manifestazioni di protesta, ha perfino occupato parte dei locali delle Caserme lo scorso Marzo.
Dopo abbandoni e polemiche, comunque, sembra che il percorso travagliato dell’area in questione sia in dirittura di arrivo, e che l’area andrà a soddisfare sia una domanda di tipo pubblico e collettivo – il Centro Congressi, di cui la città ne è sprovvista (anche se è in costruzione quello dell’Innovation Block, seppure più piccolo) – sia attività commerciali e private, quali il Supermercato e l’Hotel.
Per vedere l’intera opera realizzata, però, bisogna ancora aspettare qualche anno: i lavori dovrebbero partire entro la fine del 2024 (burocrazie e approvazioni permettendo) con una durata di 3 anni circa, per una possibile apertura al pubblico nel 2027. Non resta che aspettare i futuri sviluppi.
Committente: Città di Torino
Promotore: Esselunga SpA (Milano)
Progettazione (PEC): Studio Rolla (Torino)
Render e Immagini: Studio Rolla
Foto area: Francesco Gullace
Potevano fare molto meglio di così: per una volta sono d’accordo con un comitato del NON.
E queste Esselunga tutte uguali hanno anche un po’ rotto.
Sono super favorevole al progetto. Fantastico in tutto a mio parere. __OTTIMO. Darà tanto lavoro
Bene la riqualificazione delle aree in decadenza, ma costruire su un parco pubblico è inaccettabile: manca proprio la volontà di guardare con lucidità al futuro delle generazioni giovani, che vivranno loro malgrado un mondo più difficile e meno vivibile di quello attuale. Ma si sa, chi costruisce e progetta oggi ha probabilmente davanti a sé al massimo quarant’anni rimanenti e può permettersi di non guardare oltre a quell’orizzonte temporale, scegliendo oggi la via banale del fare come si è sempre fatto, anche di fronte a delle previsioni scientifiche che convergono ormai in modo univoco verso una sola preoccupante direzione. Ma queste persone non hanno figli o nipoti?
Ottimo progetto. La mia speranza in area pedonale : via Vigone e via San Paolo . È eccezionale e di sicuro valorizza il borgo san paolo.grazie per realizzare opera NECESSARIA
Darà lavoro a molte persone! Il borgo san Paolo, sarà più attivo. I giovani avranno più opportunità=ECCEZIONALE! Grazie
Grazie di approvarlo
Ci sono molte inesattezze in questo articolo. Il progetto è stato pubblicato a maggio, ma non è ancora stato approvato. Poi Esselunga era già il burattinaio che muoveva i fili per questo progetto dal 2012. C’era già da quando la Ream chiedeva al comune di aumentare il diritto di superficie fino a ricomprendere anche il parco. Aveva già la certezza dell’aggiudicazione del bando con anni di anticipo rispetto alla pubblicazione del bando stesso. Nessuno si chiede come mai arch. Rolla avesse già un progetto nel 2012 quando la pubblicazione della gara è di fine 2013?
Esselunga ha promosso la creazione di Amteco&Maiora perchè non poteva partecipare direttamente alla gara. Tutto con il benestare di Fassino.
Distruggere un parco nel 2023 è inacettabile, se poi il progetto nasce da accordi privati per gestire la cosa pubblica è ancora più grave.
Sono molti, troppi anni che questa zona è degradata a un livello indegno, sia dal punto di vista urbanistico – architettonico che sociale. Passare per via Borsellino nelle ore buie è inquietante, oltre che deprimente. Solo qualche mese ricordo che è stato effettuato uno stupro in quest’area. In Torino (per fortuna) il verde pubblico non manca, consideriamo quindi, molto pragmaticamente che a) il Comune non ha le risorse per riqualificare l’area; b) il terreno ormai è di proprietà privata. Ben venga quindi progetto! Che è l’unico realizzabile per riqualificare l’area. Si possono chiedere e ottenere migliorie in termini di nuove piante per un equilibrio ambientale, ma lasciare le cose come sono sarebbe un danno enorme per tutti coloro che abitano e/o frequentano la zona.
Bravissimo. Ben detto, qui è proprio un bel commento.
dai Stefano, diccelo che sei il nipote di Caprotti.
Costruire su un parco in questo momento storico con un gravissimo cambiamento climatico in corso è una follia. Distruggere un area verde che assorbe acqua per cementificarla e tagliare alberi non si può sentire . Alla prossima alluvione speriamo che i cittadini riflettano. Un’amministrazione che pensa solo ad incassare soldi ( oneri di urbanizzazione ) e stravolge il territorio non è degna di chiamarsi ‘di sinistra’. Vergognatevi