Milano | Lampugnano – L’occasione persa per il Palasharp

L’ex Palasharp di Lampugnano è definitivamente fuori dalle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Così a Milano sono già due le strutture che non prenderanno il treno dell’evento tanto osannato delle Olimpiadi: la nuova tranvia Repetti-Rogoredo, che doveva passare dal Palaitalia di Santa GIulia, e la ristrutturazione del Palasharp di via Sant’Elia.

L’edificio di Lampugnano doveva ospitare le gare di hockey femminile di Milano-Cortina 2026, al suo posto saranno invece i padiglioni 22 e 24 di Rho Fiera, già scelti come sede alternativa per il pattinaggio di velocità, dopo la rinuncia di Baselga di Piné.

E’ assurdo che in Italia e a Milano, non si sia colta l’occasione per dotare la città di nuove strutture a servizio della comunità, e sopratutto di ristrutturare quest’edificio ormai in decadimento dal 2011, utilizzato per eventi sportivi e spettacoli per anni.

“La nostra città si conferma sede delle gare di hockey maschile e femminile delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali” ha detto l’assessora allo Sport, Martina Riva. “Prenderà di fatto vita un nuovo polo olimpico a Rho Fiera: una soluzione ottimale in termini di efficienza, che ci permette anche di superare le criticità legate all’esponenziale e inaspettato aumento dei costi dell’ex Palasharp, ben il 155% in più, dovuto al rincaro dei materiali causato dalla guerra e dalle note vicende internazionali. Insieme a Regione Lombardia, Fondazione Milano Cortina 2026 e Fiera, abbiamo quindi trovato con tempestività una soluzione valida che ci consentirà di garantire al Cio e agli atleti una sede di gara adeguata, nei giusti tempi, nella nostra città. E questa è una vittoria per Milano”. I costi per la ristrutturazione, stando ai calcoli del Comune, sarebbero passati da 18 a 46 milioni di euro. Ma la struttura, in teoria, dovrebbe restare nell’orbita olimpica: l’ipotesi è che diventi una specie di centro di raccolta per i volontari.

Purtroppo la città di Milano pecca da sempre in strutture sportive e come si è dimostrato a Milano tutto o quasi deve essere costruito. Il Governo sta cercando di mantenere nel capoluogo lombardo tutte le gare previste da programma. Ma la cosa non sembra facile. Tanto che qualche giorno fa era stata diffusa, poi smentita, la possibilità di spostare alcuni eventi in Svizzera, assurdità da fake news (ma quasi un monito ai nostri politici), preceduta mesi fa anche da quella di portare alcuni eventi a Torino, già dotata di impianto adatto.

Così, la soluzione dei padiglioni convertiti sarà temporanea, e una volta ultimati i giochi saranno smantellati, mentre il povero e ormai decrepito Palasharp, rimarrà a ricordo dell’ennesimo flop.

Ricordiamo che il Palasharp è una tesostruttura, in teoria temporanea, allestita in pochi mesi nel 1986 dalla famiglia Togni, dopo il crollo del Palasport di San Siro a causa dell’eccezionale nevicata del 1985. Quello stesso anno, il Palasport avrebbe dovuto ospitare alcuni concerti importanti, come le prime esibizioni di U2 e Sting solista in Italia; le date dovettero essere spostate nel rudimentale Palatenda di Lampugnano, che era in grado di ospitare a malapena metà dei possessori dei biglietti.

Il nome attuale è l’ultimo risultato di una serie di sponsorizzazioni: il primo fu lo stilista Nicola Trussardi, da cui il nome di PalaTrussardi, al quale seguirono le denominazioni PalaVobisPalaTuckerMazda Palace e infine PalaSharp

Immagini: Massimo Alberico, Google

Lampugnano, Palasharp, via Sant’Elia, Milano Hockey Arena, Monte Stella,

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32 commenti su “Milano | Lampugnano – L’occasione persa per il Palasharp”

    • Metà delle strutture che avevano fatto per le olimpiadi di Londra sono state smontate…
      Per cui le strutture temporane a expo hanno senso… il palashrap è un tendone! È da smantellare.

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    • Giustissimo. La storia del Palasharp non è raccontata bene. Si tratta di un edificio abusivo, che è rimasto aperto per anni facendo guadagni stratosferici mentre le cause andavano avanti. Alla fine, la sentenza è stata: l’ area diventa comunale e l’opera va demolita. Ma il Comune di Sala è riuscito nella genialata di – anziché demolire l’orrore – di affidarlo di fatto agli stessi gestori originari per farci le Olimpiadi, a fronte di un progetto disegnato sulla carta del macellaio (ovvero, un foglio su cui erano stati scritti frettolosamente dei numeri, per non parlare dei calcoli sui parcheggi, del tutto inesistenti). Adesso si scopre che quei numeri erano sbagliati (e ti pareva!). Be’, il tempo è gentiluomo, adesso procediamo con la demolizione, please

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  1. Sinceramente, dopo questo ultimo articolo, non leggerò più nulla da Urbanfile che non c’entra nulla ma propone ogni giorno il peggio di questa giunta. Votata per due volte!!! Se avessi soldi e lavoro me ne sarei già andato da un pezzo.

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  2. Il Palasharp doveva essere temporaneo ed è rimasto in piedi fin troppo a lungo.
    Forse da una parte è meglio se non lo ristrutturano perché andrebbe demolito del tutto

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  3. Polemiche a parte. È un fatto vero che tra pandemua, cisti energetici e crisi delle materie prime, i costi aono aumentati x tutti. Un oreventivo di spess fatto nel 2019 non ha più senso oggi.

    Bene trovare alternative senza intestardirsi. Inoltre il vincolo 2026 e i vincoli di spazi e capienza del bCIO sono un ulteriore fattore di rischio e costi.

    Domanda, che significa che pensano di usarlo x i volontoari? Ci faranno comunque dei lavori? Se ci sono risorse mrglio sistemare la staxikne di metro e bus e usare il palalidi x i volontari.

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  4. La seconda città d’Italia che non riesce a costruire un nuovo palazzetto per sport e concerti… Tra l’altro i rendering del nuovo ex PalaSharp erano stupendi…quasi un’opera d’arte. E invece rimarrà l’ennesimo mostro in bella vista ..

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    • Esatto… ricorsi tra l’altro non di certo disinteressati, visto che sono arrivati dai diretti competitor, da chi temeva e teme che nuove strutture di questo tipo a Milano gli portino via clienti e fatturato…

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      • Eh si, chi avrebbe mai detto che ci sarebbe stato un ricorso e che i costi potevano aumentare…
        Del resto il budget di 1.6 miliardi era risicato e una cosa marginale come il palazzetto dello sport per l’Hockey femminile ci stava che fosse sacrificato.

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