Milano | Loreto – Il garage “brutalista” di via Venini

Non molto tempo fa vi abbiamo parlato delle meraviglie architettoniche sparse attorno all’incrocio tra via Andrea Doria, via Montepulciano, via Venini e via Giovanni Pierluigi da Palestrina. Meraviglie realizzate prima della Seconda Guerra Mondiale nel classico stile razionalista e qualche nuovo edificio post bellico. Qui l’articolo menzionato.

Questa volta vi mostriamo una meraviglia particolare che troviamo collocata all’interno dell’isolato e sita sul retro dell’ormai famoso palazzo rosso di via Palestrina. Infatti al centro dell’isolato si trova un garage molto interessante, sopratutto per la sua ardita e particolare architettura: il Gran Garage Marziano.

L’edificio venne realizzato nel 1957/59 su progetto dell’architetto Paolo Antonio Chessa. Il garage è formato da un corpo principale disposto in parallelo al palazzo rosso di via Palestrina e da una seconda ala posta di fronte, che rimane sotto il palazzo di Via Montepulciano 11,12 e 15.

Si tratta di una costruzione “brutalista” dalla forma allungata (va da via Venini a via Montepulciano), una stecca simile ad un vaso, dove la parte inferiore risulta più stretta della parte superiore. Tre rampe portano ai tre livelli dell’edificio, uno inferiore e sotto il livello stradale, uno al livello strada a servizio del condominio di via Venini 14, e l’altro livello al piano superiore per altri garage. Il tutto tenuto insieme da pilastri e travi realizzati con una griglia a triangoli connessi appoggiati su un unico pilone.

Certo non è una struttura “bella” da vedere, anche se, devo dire, mi ha sempre affascinato. Cemento armato a vista e aspetto industriale. “Addolcito” da disegni a incisione geometrici che corrono lungo il cornicione superiore.

Qui di seguito le immagini dell’entrata da Via Montepulciano e il piano sotterraneo, dove si trovano i due “hangar” del parcheggio.

Mentre quello a seguire è l’ingresso da via Venini, dove si trovano le tre rampe d’accesso, una che scende nel sotterraneo, una che permette l’accesso al livello piano strada e l’altra che consente di salire al primo piano.

Da qui si può notare la struttura in cemento armato a triangoli.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Claudio Bregolato

Loreto, Viale Brianza, Via Andrea Doria, via Montepulciano, via Venini, via Giovanni Pierluigi da Palestrina, Razzionalismo

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | Loreto – Il garage “brutalista” di via Venini”

  1. Marguerite Yourcenar ha scritto che Chi ama il bello, finisce per trovarne ovunque… Più che brutalista io lo definirei brutto.
    Non avrei alcun rimorso ad abbatterlo.

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  2. Con tutta la buona volontà si fa davvero fatica ad annoverare ‘sto coso tra le meraviglie architettoniche, anche secondo gli standard già non eccelsi del brut(t)alismo.

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  3. Chissà perché quando c’è da abbattere una villa in stile liberty o neo-rinascimentale non ci sono mai problemi, ma quando c’è da parlare della merda brutalista “ah no! è un fulgido esempio di architettura”.
    Architetti, comune, Sovrintendenza dormono tutti e sono tutti compiacenti alla speculazione edilizia.

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  4. Io non capisco come si faccia ad esaltare questi orrori architettonici mentre vengono demolite senza pietà le ville neorinascimentali di inizio secolo.
    La Sovrintendenza e il Comune con la Commissione Paesaggio sono complici e collusi con la speculazione edilizia che è schifosa e aberrante.
    Questo edificio è da demolire e basta, talmente è brutto.

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  5. Molto interessante, un bell’intervento anche piuttosto discreto, passo spesso di lì e non lo avevo mai notato. Lo stile ha ormai perso il suo appeal, come ben si evince dagli altri commenti, ma ha espresso palazzi di grandissima personalità e raffinatezza, e anche questo piccolo inserto ha la sua grazia, oltre che la funzionalità che gli si richiede.
    In ogni caso i detrattori del cemento avranno presto soddisfazione grazie all’incuria tipica italiana, che fa regolarmente degradare ignobilmente queste strutture portandole a un fine vita precoce. Controesempio, ahimè più unico che raro, la splendida Torre Velasca

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