Milano | Porta Nuova – Asti Architetti vince il concorso per il nuovo spettacolare volto dell’Agenzia delle Entrate

Ecco Moscova Manin. Vi mostriamo in anteprima il progetto di Asti Architetti, vincitore del Concorso di idee per la riqualificazione del complesso edilizio situato a Milano in via della Moscova e via Manin a Porta Nuova.

Si tratta del Palazzo degli Uffici Finanziari o Agenzia delle Entrate, un edificio enorme che occupa i numeri civici 25, 27 e 29 di via Manin e Via della Moscova 2 a Porta Nuova: all’interno si trovano gli uffici dell’ Agenzia delle Entrate, del Catasto, dei N.A.S. e il Ministero Finanze-Scuola Centrale Tributaria, in totale vi lavorano circa 1000 persone.

Anzitutto la storia del luogo: siamo a Porta Nuova, in via Manin angolo via della Moscova. Qui si trovava, lungo l’antica strada per Monza (Viale Monza non esisteva ancora e da Loreto si andava verso Bergamo e il veneto) una fabbrica tessile sorta dove scorrevano diversi corsi d’acqua incanalati dalle maestranze milanesi, tra i quali la Roggia Balossa (che ancora oggi fornisce l’acqua al Parco Montanelli-Giaridni Pubblici).

La riforma monetaria dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, creò una rivoluzione anche nella fabbricazione delle monete con l’impiego di macchine a forza idraulica, cosa che obbligò la zecca di dotarsi di nuove strutture più moderne e la zecca si trasferì da Via del Bollo (luogo in cui si trovava dai tempi degli Sforza) in un nuovo edificio, proprio dove si trovava l’ex fabbrica tessile di Porta Nuova. La “Casa della Cavalchina” (nome antico di via Manin) si trovava esattamente dove c’è ora il Palazzo degli Uffici Finanziari. Il progetto di ristrutturazione dell’intero edificio fu curato dal Piermarini nel 1777.

Nel 1809, in epoca napoleonica, il Ministero delle Finanze assunse per l’uso della zecca i locali di una fabbrica di cotone di Federico Schmutz in Contrada di Santa Teresa ( Via Moscova ) nei pressi dell’ edificio precedente allargandone le funzioni. In questa zecca altamente tecnologica e specializzata per l’epoca lavoravano maestranze preparatissime venute a Milano appositamente dall’Austria.

Più di un secolo dopo, gli edifici decadenti della zecca iniziarono ad essere occupati dagli uffici statali, ma subito si rese necessaria la costruzione di un nuovo e più capiente edificio per la grande Milano (solo 10 anni prima la città aveva annesso gli 11 comuni limitrofi).

Così la costruzione del Palazzo degli Uffici Finanziari fu iniziata nel 1932 e terminata nel 1936, per raggruppare i numerosi uffici che in quegli anni si occupavano di imposte e tasse e che avevano le loro sedi sparse per la città. Il piano della costruzione fu elaborato dal Genio Civile con il coordinamento dell’architetto Eugenio Marelli.

Il palazzo si caratterizza per il monumentale ingresso in travertino bianco di via Manin 25 sormontato al centro da una torretta che vuole evocare i campanili dell’età comunale e a contorno sono collocate quattro statue realizzate da Dante Parini che simboleggiano: la Finanza, il Lavoro, lo Stato e la Legge (due figure femminili e due maschili).

All’interno, l’ingresso recava due busti, uno di Mussolini e uno del Re, che furono rimossi dallo Stato dopo la II Guerra Mondiale, così come pure i fasci littori che ornavano i lati dello scalone e anche le pareti esterne (si vedono ancora i segni in facciata).

Nel piccolo cortile centrale vi era la suggestiva “Loggia delle Fortuna”: un grande bovindo affacciato sul cortile ospitava la commissione che, fino agli anni ’90, al sabato presiedeva all’estrazione dei numeri del Lotto. 

Nelle due ali laterali del grande palazzo si trovano al piano terra, rispettivamente due ampi saloni, dalle caratteristiche cupole in vetro e cemento dove si trovano gli sportelli solitamente aperti al pubblico.

Con il disimpegno da parte dell’Agenzia delle Entrate e degli altri enti statali che occupano l’immobile, Investire Sgr si è trovata con l’occasione unica di poter riqualificare finalmente quest’immobile e restituirgli nuova linfa. E lo ha fatto attraverso un concorso di idee, vinto appunto da Asti Architetti.

IL PROGETTO DI ASTI ARCHITETTI

Il progetto scelto è dello studio Asti Architetti di Paolo Asti e prevede due scenari lievemente differenti ancora da delineare:

Lo scenario A – Prevede la conversione di parte dell’edificio in uffici (via della Moscova), Hotel nella parte centrale (parte d’angolo) e nuovamente uffici con una parte retail nella porzione lungo via Manin (angolo via Ugo Tarchetti).

Lo scenario B – Prevede la suddivisione degli stessi spazi come nel primo scenario, ma al posto degli uffici nella parte di via Manin angolo Tronchetti, la conversione in residenziale (schema qui di seguito).

L’edificio è tutelato dalla Sovrintendenza essendo, oltre che essere un edificio di pregio vecchio di 87 anni, è anche collocato all’interno dei Nuclei di Antica Formazione (NAF) del Comune di Milano, per cui sono ammissibili gli interventi definiti all’art. 19.2.c delle N.d.A del P.d.R, in particolare interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia con mantenimento della sagoma, del sedime e della facciata prospettante lo spazio pubblico. 

Perciò sarà preservato e restaurato con la sola trasformazione degli spazi interni, dove necessario e la trasformazione dell’ultimo piano in abitabile, grazie al bonus volumetrico, che, nel rispetto dell’edificio esistente, avrà una nuova copertura simile all’intervento dello studio Asti Architetti effettuato nel palazzo di via della Moscova 33.

Riqualificazione anche dei cortili con trasformazione delle attuali coperture in giardini pensili. Facciate interne riviste nel settore proposto come uffici (via della Moscova), che saranno totalmente a vetrata continua.

Tema di notevole importanza è quello relativo al coronamento dell’edificio. Ad oggi le coperture del palazzo sono principalmente falde inclinate, non di particolare pregio, anche a causa della presenza diffusa della componente impiantistica che vi trova dimora. Fatta eccezione per la porzione ad angolo tra via Manin e via della Moscova, la proposta progettuale prevede la rimozione delle coperture esistenti per far posto a due nuovi piani, completamente vetrati e arretrati rispetto al perimetro del complesso, consentendo anche la creazione di piccoli o ampi terrazzi. 

L’hotel che prenderà la parte centrale dell’immobile, avrà la corte dove attualmente si trova la “Loggia delle Fortuna” (che sarà preservata)

Il corpo ad angolo tra via della Moscova e via Manin diventa il nuovo ingresso monumentale dell’hotel. Lo spazio retrostante, che nello stato di fatto è il cortile interno adibito a parcheggio, viene trasformato mediante l’inserimento di una copertura vetrata tra il piano secondo e il piano terzo. Lo spazio sottostante la nuova copertura vetrata viene trasformata nella lobby principale dell’hotel mantenendo la “Loggia delle Fortuna” che sarà preservata. All’interno troverà anche spazio un’aiuola alberata. Terrazze panoramiche saranno ricavate sia nella nuova soletta della hall d’ingresso, ma anche sul tetto ai lati delle statue e della loggia.

I fronti interni della corte più a nord (lungo la via Manin) vengono ridisegnati con aperture regolari, di dimensioni maggiori rispetto a quelle esistenti, in modo da massimizzare gli affacci e gli apporti interni di luce solare. Il ritmo delle nuove aperture viene scandito dalle proporzioni delle tre nuove corti interne che vengono a crearsi mediante l’introduzione dei due volumi sospesi che collegano le due ali dell’edificio. 

Le tre nuove corti sono tenute in tensione dal giardino che si sviluppa tra il piano secondo e il piano terzo sopra le coperture in cemento armato che fungono attualmente come solaio vetrato alle sottostanti saloni aperti al pubblico.

Il settore lungo via Manin e via Tronchetti, vede in entrambi gli scenari, la possibilità di lasciare i primi due livelli al retail per negozi, ristoranti e altro ancora.

L’approccio progettuale al basamento, con particolare riferimento alla via Manin, è stato quello di operare mediante l’innesto puntuale di tre volumi. Questi ultimi se da un lato costituiscono un accesso diretto all’interno dell’edificio, mediante rampe e scale, dall’altro diventano un mezzo di interazione tra l’esterno, per cui la via Manin e il contesto circostante, e le funzioni che troveranno spazio all’interno. In questo caso, in continuità con l’ipotesi di allocare due ristoranti e un negozio, i volumi vengono personalizzati dal potenziale conduttore mediante finiture, illuminazione, loghi o slogan, arredo esterno. 

E’ previsto anche un cambio di utilizzo del suolo pubblico che sarà in parte pedonalizzato e in parte sarà consentito il transito a 30km all’ora. Via i parcheggi, pavimentazione in pietra e nuove alberature.

Insomma, una rinascita per un edificio attualmente “stanco” e poco valorizzato in ogni suo aspetto. Come sempre lo Studio Asti Architetti è riuscito a ridare vita, con grande rispetto per il passato, a questo interessante palazzo degli anni Trenta valorizzandolo pur mantenendone il fascino dell’epoca. Vedremo se poi chi andrà a realizzare il progetto vero e proprio (che potrebbe essere un soggetto diverso) riuscirà a mantenerne le ottime premesse. Per i lavori, non ci sono ancora date certe. Tutto dipende anche da quanto tempo occorrerà affinché gli uffici statali si spostino. Di sicuro non sarà a breve.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Filomena Schiattone; Roberto Morelli; Asti Architetti

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

22 commenti su “Milano | Porta Nuova – Asti Architetti vince il concorso per il nuovo spettacolare volto dell’Agenzia delle Entrate”

  1. Mi sembra di capire, che anche qui spariscano 2 vie e relativi parcheggi, in nome di una pedonalizzazione senza senso, però c’e’ l’effetto wow!! continuiamo cosi’, una città cartolina.
    P.S Notare che chiaramente e’ prevista anche la parte..”residenzialità” immagino a prezzi calmierati …

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  2. Sembra Parigi !
    Bellissimo era ora che si accorgessero di questo bellissimo palazzo.

    Quest’estate l’ho anche fotografato dal parco di porta Venezia e mi chiedevo come mai fosse così abbandonato perché questa è impressione dall’esterno .

    Ed eccoci qui con tutta la mia sorpresa.

    Bravissimo Asti non ci deludi mai !

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  3. Sono cosciente che sia sono un rendering/ suggestione ma leggo su la facciata;
    Hotel St.Regis.

    Sarebbe un sogno portare a Milano un colosso di questo calibro.

    Non c’è niente di meglio al mondo del servizio del St.Regis, insomma sanno come farti sognare ! ??

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  4. Tutto bellissimo, soprattutto questo:

    “E’ previsto anche un cambio di utilizzo del suolo pubblico che sarà in parte pedonalizzato e in parte sarà consentito il transito a 30km all’ora. Via i parcheggi, pavimentazione in pietra e nuove alberature”

    Spero si faccia davvero, lì le auto corrono alla grande visto che la via è esageratamente e inutilmente larga.

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  5. progetto molto bello, non vorrei essere troppo old style però di dovrebbero inserire dei parcheggi interrati pertinenziali da qualche parte…. ok gli uffici di nuova concezione non ne hanno bisogno ma sia eventuali residenze che l’hotel sicuro ne hanno bisogno

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  6. La proprietà ora è statale? Del ministero delle finanze? Viene venduto?
    Ennesimo pezzo di Milano pubblico che va ad un privato? A chi?

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  7. Col pretesto della riqualificazione, un altro bene pubblico venduto a privati. Immagino che il bellissimo salone sarà parte dell’hotel. A Milano la bellezza non è per tutti.

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    • concordo, tassello di una riflessione più ampia: spazi per servizi pubblici (seppure gestiti male) che diventano spazi per servizi privati esclusivi/escludenti?

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  8. l’immobile, che era demaniale, e’ stato venduto dallo Stato a SGR investire (gestione Generali) nel 2000 dal Governo con legge del 99, allora Governi Prodi-Dalema-Amato. Ceduto a valore effettivo molto ridotto, allora per incamerare fondi per “entrare in Europa”. Lo Stato l’ha utizzato sino ad ora in affitto, un affare… (…)

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  9. Vendere sicuramente non è mai un bene!

    Specialmente se si parla di pezzi di pregio come questi, ma concretamente lo stato come mantiene questi edifici bellissimi italiani? Male, molto male e lo sappiamo tutti.

    Quindi poi noi, le città e il bene di tutti ben vengono gli investitori.

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  10. Una città che si sente “trofia” di cosa ? Non si fa altro che alberghi extralusso, ma delle necessità VERE della città, soprattutto quella storica che sta andando a pezzi….?!

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  11. Strano che tra i vari contributori polemici nessuno abbia fatto osservazioni sull’origine dell’edificio nel ventennio fascista.
    In ogni caso, è apprezzabile (nessuno lo ha notato mi sembra) che dai render sia sparito, nella facciata ad angolo, l’anno XIII (dell’era fascista) come anche l’anno 1935 di fianco.
    Se, dopo questa annotazione, qualcuno dovesse preoccuparsi, raccomando il video in cui Pier Paolo Pasolini commentava l’architettura di Sabaudia, https://m.youtube.com/watch?v=e6ki-p1eW2o. , molto pertinente anche per questo edificio, anche se di altro genere.

    @Uf: a quando un articolo sulla “meraviglia” di Via Senato 28, liberato da poco dai ponteggi?

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  12. Se guardassi alla natura degli edifici più importanti, tutti o quasi vengono da poteri “eccessivi”, es. Piramidi costruite da schiavi frustati, Colosseo in cui massacravano persone e animali è il luogo più famoso e visitato, non sono fascista né comunista, parlando di architettura e gusto estetico mi limito a dire che è un gran bell’edificio che merita un uso migliore, chissà quante persone negli ultimi anni là dentro avranno subito ingiustizie e sofferenza da un’agenzia a dir poco indecorosa

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