La M4, la nuova metropolitana Blu, sta per diventare completamente di gestione pubblica, poiché la giunta di Palazzo Marino, grazie all’Assessore al Bilancio Emmanuel Conte, si appresta ad approvare l’acquisizione delle quote della linea blu attualmente detenute da soggetti privati. Questa operazione, che rappresenterebbe un caso unico in Europa, prevede che la controllata del Comune, Atm, acquisti tali quote al costo di circa 225 milioni di euro.
Attualmente, la struttura azionaria di M4 vede il Comune come azionista principale, detentore del 66,6% delle azioni. Le restanti quote sono distribuite tra vari investitori privati, con Webuild e Partecipazione Italia al 9,6%, Hitachi Rail all’11,2%, Mer Mec allo 0,2%, Sirti allo 0,1%, AnsaldoBreda allo 0,1%, e Atm con il 2,3%.
Alla base di questa mossa insolita vi è l’intenzione del Comune di accelerare i tempi stabiliti dagli accordi parasociali, che prevedono l’acquisizione del pacchetto di quote private dopo il completamento del collaudo dell’intera linea metropolitana. Questa decisione è motivata da due principali ragioni. In primo luogo, c’è il desiderio di ampliare il coinvolgimento pubblico nella gestione di un servizio essenziale per la città, ovvero il trasporto pubblico locale. Con l’acquisizione del 31% di quote private da parte di Atm, il Comune avrebbe il controllo totale, ad eccezione della M5, anch’essa con quote detenute da privati. In secondo luogo, vi è un vantaggio economico, in quanto ciò consentirebbe al Comune di rinegoziare il debito residuo con le banche, sfruttando il miglior rating del Comune rispetto agli investitori privati.
In questo modo solo M5 resta un’infrastruttura urbana di trasporto pubblico non integralmente di proprietà pubblica; chissà se in futuro il Comune di Milano penserà a fare la stessa cosa che si accinge a fare per M4?
Come ha spiegato l’Assessore Pierfrancesco Maran sui social:
L’operazione è certamente estremamente positiva dal punto di vista finanziario (consente di ricontrattare il debito della società da condizioni più vantaggiose e produrrà risparmi nel canone per il Comune), ma il punto principale è politico e riguarda la proprietà di reti infrastrutturali “monopoliste”.
Le metropolitane, così come la ferrovia e le autostrade, sono chiaramente dei monopoli, non duplicabili. Il possesso della rete dovrebbe essere sempre pubblico (e l’esperienza delle autostrade dovrebbe ricordarcelo). La concorrenza si deve poter esercitare con gare relative al servizio che viene effettuato su quelle reti, non sul possesso delle reti stesse.
A inizio mandato c’era addirittura l’ipotesi di dismettere la quota pubblica, una logica volta a ottenere guadagni nel breve termine (in una situazione di debolezza economica del sistema pubblico) ma che non solo genera condizioni di scarso controllo sulle reti ma che a lungo andare può produrre costi maggiori per la collettività.
Fortunatamente siamo riusciti a produrre una proposta (e un conseguente piano economico) che ci consente di prendere l’altra strada, cioè quella di accrescere le reti pubbliche. Di questo sono davvero grato al mio collega assessore al bilancio Emmanuel Conte, al Sindaco Sala, all’Atm e a tutti coloro che hanno lavorato per ottenere un risultato così importante, che ora necessita del voto positivo del Consiglio comunale per essere portato a buon fine.
Credo fermamente nella concorrenza e nelle gare che consentono di migliorare servizi, ma altrettanto fermamente penso che il possesso delle infrastrutture a monopolio naturale debba essere pubblico e son molto felice che il Comune di Milano abbia agito in questa direzione.
Notizia certamente interessante. Chissà se la cosa avrà ripercussioni ‘immediate’. Per esempio mettendo mano agli interscambi di M4 con le altre metropolitane, che non è (e non sarà) ottimale, come più volte ribadito su questo blog. LINK
Ovviamente la cosa non avverrebbe prima dell’apertura completa di M4 che avverrà (salvo ritardi) il prossimo anno, ci vorranno comunque anni. Però potrebbe essere una delle possibili conseguenze.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Marco Montella; ATM
Fonti: ATM
ATM, Trasporti, Mobilità, Metropolitana,M4, Metrò, Linate, Repetti, Forlanini FS, Argonne, Susa, Dateo, Underground, Subway, Webuild
Bene… questo significa che vedremo un giorno l’eliminazione dei tornelli ai cambi linea a San Babila e San Ambrogio? Lo so già, non li vedremo… io sogno lo stesso
Francamente, con il biglietto elettronico che ti fa uscire e rientrare quanto ti pare mi sembra un falso problema.
Il vero scandalo è il mancato interscambio tra Sforza M4 e Crocetta M3 passando sotto ai terreni del Policlinico, di gran lunga la soluzione più logica.
Per fortuna che almeno a Milano siamo in buone mani. Ricordo ancora il buco di bilancio degli investimenti in derivati della giunta Moratti.
È assolutamente corretto che il pubblico, e non i privati, abbiano il controllo sulle reti. Perché il privato ha tutto l’interesse ad alzare i canoni e non fare manutenzione (es. Autostrade).
Lungi da me difendere la Còfana, ma c’è da dire che all’epoca TUTTI investivano in derivati e per un bel po’ era sembrata una buona idea.
Più che gli amministratori che si sono fatti abbindolare, quelli da appendere per i cabasisi sarebbero i truffatori delle grandi finanziarie multinazionali.
siamo in buone mani è un po’ un parola grossa….
In un mondo normale prima di fissare il prezzo di una partecipazione si dovrebbero misurare i risultati di quell’azienda – la M4. Qui si compra un anno prima che l’azienda inizi a funzionare interamente. Mah.