Milano | Carrobbio – Palazzo Stampa di Soncino: restaurata solo la torre cinquecentesca

Come spesso ci capita di dire, Milano ha un sacco di edifici architettonicamente e storicamente importanti a che non riesce proprio a gestire, preservare e sopratutto tutelare, chiese comprese. Non riusciamo mai o quasi, a capirne i motivi. Uno di questi è Palazzo Stampa di Soncino al Carrobbio.

Al Carrobbio, in fondo a via Torino, sulla sinistra si trova uno dei palazzi storici più grandi e importanti della città, Palazzo Stampa di Soncino, di proprietà privata (fondazioni e altri ancora), che versa da anni in uno stato di degrado allucinante, quando potrebbe essere restaurato e riportato all’antico splendore. Cosa avvenuta recentemente solo alla stupenda torre civica, dopo un restauro resosi necessario a prevenzione di crolli disastrosi.

Palazzo Stampa di Soncino è un vasto edificio, frutto di continue superfetazioni e addizioni compiute a partire dal 1500 in poi. Si trova in via Torino all’angolo con via Soncino e il Vicolo Santa Maria Valle. Si sviluppa su quattro cortili, il primo dei quali è a portici con archi a tutto sesto su sottili colonne tuscaniche; al secondo piano una serie continua di serliane su due lati funge da affaccio ad una loggia.

Il palazzo è il risultato di una serie di strutture medievali, progressivamente acquistate dalla famiglia Stampa alla fine del Quattrocento.

L’origine medievale di alcune parti del complesso è ancora evidente; nel vicolo Santa Maria Valle infatti è possibile constatare come l’angolo sud-orientale del palazzo, corrispondente al civico 6, si elevi di diversi metri al di sopra delle strutture adiacenti: tale parte del palazzo infatti ingloba i resti di una casa torre medievale.

Tale nucleo subì una radicale riorganizzazione e razionalizzazione nella prima metà del Cinquecento ad opera di Cristoforo Lombardo detto il Lombardino, su impulso di Massimiliano Stampa. Quest’ultimo, uno tra i più significativi esponenti del partito filo-imperiale a Milano, intese edificare una dimora volta ad esaltare il prestigio familiare e la fedeltà all’imperatore Carlo V d’Asburgo.

Palazzo Stampa si affacciava sulla corsia di San Giorgio (attuale via Torino). Questa strada fu tra quelle percorse dal corteo imperiale in occasione dell’entrata in Milano di Carlo V d’Asburgo nel 1541, parte della direttrice che da San Lorenzo conduceva al Duomo.

Il Lombardino concepì una struttura caratterizzata dalla presenza di un cortile d’onore aperto sul lato occidentale del fabbricato principale. Tale fabbricato era inoltre caratterizzato dalla presenza di una torre monumentale, recante sulla sua sommità una serie di elementi che sintetizzano il blasone personale di Carlo V, caratterizzato dalle colonne d’Ercole, attraversate da un cartiglio con il motto “Plus ultra”, che sostengono un globo sul quale è posta l’aquila bicipite. Più in basso rispetto a tali elementi iconografici, sulla terrazza della torre, troviamo delle pigne in marmo. La torre presenta inoltre sul lato frontale che si affaccia su via Soncino l’arma degli Stampa, con l’aquila e il mastio merlato.

Frontalmente rispetto all’edificio si apriva un ampio giardino; l’aspetto attuale dell’edificio è il prodotto dei successivi smembramenti ottocenteschi nonché dell’apertura della via Soncino (risalente al 1878-80), che ridusse considerevolmente l’estensione di tale giardino (nel quale nel XVI secolo era stata eretta una esedra a due piani, i cui resti sono ancora visibili nel cortile al n. 3 di via Soncino).

L’attuale facciata del palazzo risale al XIX secolo ed è opera di Luigi Franchi. La torre del palazzo venne quasi sicuramente completata nel 1548, in concomitanza con l’entrata trionfale a Milano del principe Filippo d’Asburgo, che si snodò lungo il medesimo percorso seguito da Carlo V.

La torre di palazzo Stampa di Soncino viene descritta da Serviliano Latuada nella sua Descrizione di Milano ornata con molti disegni in rame delle fabbriche più cospicue che si trovano in questa metropoli. Essa compare anche nelle incisioni su rame di Antoine du Pérac Lafréry (contenute nel suo “Pianta prospettica di Milano” del 1573); nelle incisioni contenute nell’opera di Marco Antonio Barateri “La Gran Città di Milano” del 1629; nelle incisioni su rame di Giovanni Francesco Lampugnani (in Veduta prospettica di Milano del 1640).

Giorgio Vasari delinea inoltre tale struttura nell’affresco, risalente al 1560 a realizzato in collaborazione con Giovanni Stradano, Assedio e presa di Milano presente nella sala di Leone X di palazzo Vecchio a Firenze. Alla morte, avvenuta il 27 Maggio 1876, di Massimiliano IX Giovanni Stampa, XIII marchese di Soncino, il palazzo passa al nipote ed erede designato Camillo Casati (Muggiò 2 Novembre 1877- Roma 18 Settembre 1946).

Il palazzo è sotto vincolo della Sovrintendenza dal 21 aprile 1911 (Decreto 21 aprile 1911, legge 20-6-1909).

Noi di Urbanfile, e non solo, nel 2014 ci eravamo illusi di vederlo riqualificato e restaurato visto il montaggio delle impalcature, ed invece alla fine furono riparate solo gronde e poco altro. Al Link gli articoli dedicati a questo palazzo e il suo perenne stato di degrado, nonostante si trovi in pieno centro e nella zona più monumentale della città.

Dallo scorso anno la torre è stata impacchettata e sottoposta ad un intervento di restauro che si è concluso nei giorni scorsi.

Nel frattempo le pareti del palazzo sono prese di mira, come la vicina Basilica di San Lorenzo e le sue colonne, dai ragazzini delle vicine scuole, che lo usano come lavagna per i loro stupidi nomi e nick.

Per fortuna, almeno la torre è tornata come nuova. Rivelando le sue geometrie e sopratutto le due colonne che sormontano la struttura, che come. abbiamo visto, simboleggiano le colonne d’Ercole.

Noi di Urbanfile , speriamo sempre in un restauro dell’intero immobile, ma come ormai ci siamo abituati, non avverrà certamente a breve.

Nel 2022 In Situ ha eseguito una campagna di indagini per verificare lo stato di conservazione del sopralzo monumentale del Palazzo Stampa di Soncino a Milano al fine di un successivo progetto di recupero strutturale. Il manufatto è stato suddiviso in tre aree di indagine:

  • la parte superiore, caratterizzata dal podio con il globo e l’aquila bicipite, realizzata in onore dell’imperatore Carlo V. Su questa è stata svolta un’accurata ispezione visiva e strumentale (endoscopica, spessimetrica a ultrasuoni, potenziale di corrosione) per la verifica degli spessori residui degli elementi metallici, dell’umidità residua e dello stato fessurativo delle parti murarie.
  • La parte centrale, costituita dalla coppia di colonne lapidee. Oltre un’accurata ispezione visiva, le indagini strumentali eseguite (termografica, ultrasonica e georadar ad alta frequenza) hanno permesso di tracciare lo sviluppo delle lesioni superficiali anche all’interno delle colonne, oltre che identificare la presenza e le dimensioni delle connessioni metalliche, non visibili, tra colonne stesse e basamento.
  • La parte inferiore, rappresentata dal basamento, costituita da un unico monolite lapideo. Anche qui, oltre alla valutazione preliminare dello stato di degrado mediante ispezione visiva, sono state effettuate ulteriori analisi strumentali (termografia e radio detection) grazie alle quali è stato possibile valutare l’adesione residua dell’intonachino di rivestimento e lo stato di conservazione delle “bretelle” (elementi metallici) di ancoraggio tra il basamento e l’interno della copertura della torre.

Considerata l’eterogeneità e la complessità delle indagini all’interno di un contesto delicato come quello descritto, In Situ ha prediletto un approccio da azienda-partner della committenza, piuttosto che azienda-fornitore. Ha infatti collaborato attivamente dalla programmazione iniziale della campagna di prove, fino alla progettazione e consolidamento strutturale nelle fasi successive.

Di seguito alcune immagine interessanti durante la realizzazione del restauro (dalla rivista “Archeomatica”).

Qui di seguito le foto della torre dopo la rimozione delle impalcature.

Mentre a seguire alcune immagini inusuali e d’effetto che vi proponiamo, dove si vede la bellissima torre nel suo splendore e dall’alto, con panoramica sui tetti di Milano, le cupole (da sx a dx: San Sebastiano, San Giorgio e il suo slanciato campanile -il quale nel luglio 2023, durante la tempesta dell’anno, ha perso la croce-, il Duomo col tiburio in restauro, la nostra bella torre, Sant’Alessandro con sullo sfondo il grattacielo Martini di piazza Diaz e la Torre Velaca).

Come si può notare, per ragioni di sicurezza e statiche le due colonne sono state ancorate da una struttura in acciaio e tiranti per garantirne la stabilità.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Archeomatica; In Situ

Informazioni: Archeomatica; In Situ

Via Torino, Centro Storico, Carrobbio, Via Stampa, Palazzo Stampa di Soncino, Degrado, Restauro

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Carrobbio – Palazzo Stampa di Soncino: restaurata solo la torre cinquecentesca”

  1. Ero un asino di 15 anni e mio padre mi mandò all’Unione professori per farmi fare delle ripetizioni all’interno di questo palazzo che per me fu una scoperta incredibile!

    Scaloni monumentali un cortile di straordinaria bellezza saloni enormi e altissimi il tutto in uno stato di degrado e fatiscenza che faceva stringere il cuore.

    la grandezza e la bellezza di Milano lsi intuiva dalla potenza di questo edificio.

    Il restauro della Torre restituisce ora dignità allo Skyline storico della città per cui dobbiamo già esserne molto fieri ed, è un segnale che l’edificio potrebbe ritornare allo splendore che fu con una visione per un utilizzo consono alla dignita’ dei luoghi ed alla bellezza ed integrita’

    La scelta del colore dell’intonaco leggermente controtendenza rispetto ai Bianchi Crema o giallo Milano è decisamente interessante

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  2. Tra l’altro essendo ubicato in una zona così strategica e affollata di Milano, si potrebbe in parte finanziare con la pubblicità, che dire speriamo che il restauro si possa sbloccare in tempi brevi.

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  3. Nella ricostruzione storica non viene riportata la fase finale, forse più interessante. L’ ultimo discendente della casata, Camillo Casati di Soncino, è famoso infatti per avere ucciso la moglie e il suo giovane amante che lui stesso le aveva procurato. La portinaia dello stabile dove abitavano era poi la signora Moretti, madre di Mario Moretti futuro capo delle Brigate Rosse. La successione ereditaria dopo l’omicidio infine fu curata dall’ avvocato Cesare Previti, che vendette a condizioni molto favorevoli la proprietà di Arcore a Silvio Berlusconi, diventandone così un importante consulente. Sono aspetti che forse valeva la pena ricordare (anche per comprendere come mai la proprietà sia così stranamente assente)

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  4. Forse non sapete che il Palazzo è di proprietà della stessa famiglia da metà 800,arrivato per via ereditaria tramite il Marchese Massimiliano Stampa,quindi nessuna fondazione o altri detengono la proprietà come da voi erroneamente scritto! Per quanto riguarda i restauri,essendo l’immobile proprietà privata,la proprietà stessa pianifica i restauri,tra l’altro costosissimi,è del tutto evidente che ci scrive forse non ha idea dei costi di manutenzione di un palazzo storico.Prima di scrivere direi che sarebbe il caso di conoscere,si eviterebbero così delle smentite che in questo caso sono d’obbligo.

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