Continuano i lavori di restauro al Duomo, la Cattedrale di Milano, sia con lavori eseguiti all’interno ai soffitti, alle colonne e alle statue, che all’esterno includendo diverse guglie, merlature e naturalmente il tiburio. Come ormai ben noto, il cantiere della cattedrale sembra essere senza fine, tanto che è da lungo tempo anche un modo di dire comune tra i milanesi… “sembra la fabbrica del Duomo”, per indicare un lavoro apparentemente infinito.
Fondamentalmente, dopo il completamento di questo enorme tempio cristiano (la terza cattedrale più grande al mondo), nell’Ottocento è iniziato anche il suo restauro, anche perché dopo cinque secoli di esistenza, cominciava ad avere problemi di manutenzione nelle parti più antiche.
Il primo esempio dell’attuale concezione moderna del restauro è stato il consolidamento della Guglia Maggiore, che l’architetto della Fabbrica, Pietro Pestagalli (nel 1840), aveva proposto di demolire e ricostruire secondo un suo nuovo progetto più adatto allo stile della cattedrale, ma fortunatamente questo progetto è stato scartato. La soluzione proposta da Ambrogio Nava, consulente della Fabbrica, è stata invece un intervento che ha ripristinato la stabilità strutturale della guglia senza alterarne la forma. Da allora, i lavori sulle parti costruite ma deteriorate sono continuati nel tentativo di preservare le strutture esistenti, ed è per questo che il Duomo sembra sempre essere in fase di costruzione.
Naturalmente, questa filosofia conservativa del restauro, che prevede la sostituzione delle parti danneggiate, ha comportato diverse problematiche rispetto ai criteri di intervento che nel tempo sono stati definiti in modo diverso. Alla fine, si sono dovuti introdurre nuovi elementi che sostituivano quelli originali.
Le fasi operative del restauro oggi comprendono la pulizia, il consolidamento dei vari materiali, la sostituzione delle parti degradate e la protezione.
Da anni ormai il tiburio è impacchettato, esattamente dal 2012. La guglia della madonnina è stata liberata ormai nel 2015, ma il tiburio è ancora in gran parte coperto da impalcature, così come alcune parti del tetto e delle guglie sul lato meridionale della Cattedrale. Stessa situazione riguarda ancora il lato nord del transetto, dove sono attualmente in corso i lavori di restauro dei due pilastri d’angolo.
Il tiburio è un elemento architettonico di fondamentale importanza: un poliedro, in questo caso un ottagono, che al suo interno contiene una cupola, o una volta a spicchi, lungo la quale si distribuisce il peso della pesante e massiccia copertura in marmo di Candoglia che corona il Duomo di Milano.
Ma il Tiburio non è solo la chiave di volta a livello strutturale della Cattedrale: ha anche un intrinseco valore simbolico e spirituale.
Come attestano già i primi documenti sulla sua costruzione, il Tiburio è il punto che unisce la terra e il cielo, la mano umana che lavora la pietra e lo spirito divino.
In questa lettura, ogni elemento decorativo del Tiburio fa parte di una narrazione più complessa e generale: una coralità di statue, che accolgono Dio e che raccontano storie della loro straordinaria devozione, fede e preghiera
I lavori di restauro del Tiburio, che proseguono ormai da sei anni grazie al supporto di Piacenti spa, stanno portando alla luce tanti interessanti dettagli e attributi che ci aiuteranno a leggere l’iconografia delle statue che popolano le pareti del Tiburio e che sono andati perduti nel corso dei secoli. Come fanno sapere dalla Veneranda Fabbrica del Duomo.
Noi di Urbanfile speravamo tanto di vedere finalmente questa parte del Duomo libera da ponteggi, ma ancora non c’è una data che indichi la rimozione del cantiere. A questo link il nostro articolo del 2020 che ci ha visti salire sino ai piedi della Madonnina.
Ultimamente c’è una novità che vede la lunga “mascheratura” del cantiere della Veneranda Fabbrica del Duomo, dove da oltre un secolo si conservano e lavorano i pezzi di “ricambio” del cantiere infinito. Una struttura (che non comprendiamo perché “temporanea”) fatta di tubolari metallici per consentire sia le operazioni di cantiere che, da oltre un decennio, anche la sistemazione di toilette e in precedenza anche la biglietteria per accedere alla cattedrale.
Ogni tot anni questo manufatto dev’essere rifatto e riparato. Naturalmente cambiandone anche l’aspetto, come possiamo vedere in una foto del 2012 e in una del 2015.
Da un mese circa sono in corso le opere per sistemare e riqualificare la struttura e da qualche giorno possiamo già vedere come sarà ricoperta e nascosta.
Come si può vedere, le pareti saranno ricoperte da gigantografie che riproducono i marmi del Duomo (un po’ tendenti al cyan a dire il vero). Comunque l’effetto dovrebbe essere più gradevole che le precedenti soluzioni.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Googlemap
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Ma possibile che non ci sia modo di eliminare definitivamente il catafalco laterale?
È un pugno in un occhio, che rovina la purezza estetica del monumento e non credo al mondo esista l’equivalente di questo capannone così addossato ad una cattedrale.
Anche questo tentativo mimetico fa tristezza..
Concordo!
Ma è uno schifo che un cantiere duri così tanto.
Sicuramente ci sarà qualcuno che ci guadagna.
Dovrebbero essere fucilati tutti così si vedrebbe come finirebbero alla svelta!
Secondo me, Questo catafalco Latarerale che corre lungo il perimetro dx della Cattadrale dovrebbe essere Interrato . Oramai saranno piu’ di cinquanta anni che esiste.
Qualcuno davvero pensa che una struttura fragile e bisognosa di manutenzione continua non richieda la presenza di un luogo fisico deputato allo stoccaggio dei materiali e alle lavorazioni?
Dove dovrebbero lavorare gli uomini e le donne che si occupano del Duomo? Dentro Palazzo Reale? Nell’Arcivescivado? In qualche luogo remoto che richiederebbe il continuo spostamento di materiali da e verso la cattedrale?
Risposta esatta.
Oppure si potrebbe valutare di creare un deposito in qualche area della metropolitana o espandendo il piano della metro permettendo un collegamento non invasivo e sufficiente sottoterra.
Ma ti sembra sensato che resti per vita natural durante un capannone addossato al Duomo?
A me no.
Se non ricordo male almeno un decennio orsono c’era un progetto ben fatto per interrare il cantiere/deposito esattamente in corrispondenza dell’attuale struttura (che per inciso è su una superficie di proprietà della Veneranda Fabbrica). Ma non so dire chi tra i tre decisori – Comune, Fabbrica o Soprintendenza – mandò tutto all’aria.
Ma mi volete forse dire che le precedenti “strutture”” con inserito cesso pubblico a tre metri dalla facciata, erano nient’ altro che una vergogna? Ma chi l’ avrebbe mai detto… pensate a quanti turisti di tutto il mondo restano le bellissime fotografie del nostro Duomo in quelle condizioni! Già, altrimenti perchè prodigarsi tanto per realizzare un nuovo catafalco però in versione “camouflage?”
Sempre una vergogna resta; si facciano un viaggio in Europa, a visitare le altre cattedrali e poi ci dicano perchè solo il Duomo è perennemente insultato nella sua bellezza.