Milano | Castello – La meraviglia scomparsa del Villino Vonwiller

Una serie di foto dei primi del Novecento del Villino Vonwiller, sito all’angolo tra Piazza Castello, Via Gadio, Foro Bonaparte e via Antonio Beretta, il tutto all’ombra del Castello Sforzesco.

La famiglia Vonwiller era di origine del Cantone di San Gallo, in Svizzera e tra le fine del Settecento e i primi decenni del secolo successivo, come molte altre ricche famiglie svizzere, decisero di investire i loro ingenti capitali nella penisola italica, allora ancora divisa tra vari Stati pre unitari.

I Vonwiller inizialmente si diressero nelle campagne del salernitano, nel Regno delle Due Sicilie, dove impiantarono enormi cotonifici, assieme alle famiglie Wenner, Züblin e Meyer e con l’aiuto finanziario della ricchissima famiglia Gruber, da decenni residente a Genova.

Godendo di una sorta di monopolio o quasi in tutto il sud Italia, i Vonwiller accumularono enormi entrate che reinvestirono a Milano, dove si trasferirono presto a vivere. A guidare la famiglia era Nicolas Vonwiller, che utilizzò quell’enorme flusso di denaro dal sud per aprire una banca con la sede in via Cordusio 3, arricchendosi sempre più e aprendo altre attività anche in Lombardia.

Verso la fine degli anni Ottanta del XIX secolo, i Vonwiller diedero l’incarico all’architetto Michele Cajrati per progettare e costruire una villa degna della loro ricchezza. Venne comprato un grande lotto di terreno in una zona allora quasi periferica, ma che il nuovo Piano Regolatore destinava a un sicuro sviluppo residenziale di alto livello.

Il terreno si trovava sul lato nord orientale del Castello Sforzesco, allora ancora ridotto a misera caserma, con le torri diroccate e sede dei Vigili del Fuoco di Milano. Il lotto confinava sugli altri tre lati lungo le nuove vie Antonio Beretta e Gadio e la villa Fracastoro.

Cajrati si dovette ovviamente “confrontare” con la vicina ed enorme mole del Castello, che Luca Beltrami si stava preparando a restaurare integralmente; ma non solo, anche la prospiciente Piazza d’Armi, nuda e spoglia distesa di polverosa terra, sarebbe presto tornata a ospitare un grandioso parco pubblico, come ai tempi degli Sforza.

Alla fine del 1891 il progetto era terminato e pochi mesi dopo iniziarono gli scavi per le fondamenta; i lavori, velocissimi, permisero ai Vonwiller di entrare a vivere nella villa già sul finire del 1893, mentre i decoratori finivano le opere esterne minori e i giardinieri preparavano il piccolo parco interno.

Per gli interni non si badò a spese, chiamando i migliori artigiani del nord Italia e scegliendo i materiali più pregiati.

Gli esterni comprendevano due edifici, la villa vera e propria e l’edificio con le scuderie, le sellerie, le rimesse, la portineria, i magazzini e gli altri vani di servizio, il tutto con un accesso carraio da via Beretta.

La villa aveva un accesso carraio anche da via Gadio ed era realizzata in uno stile eclettico leggero e neo-rinascimentale, con un’alta torretta da cui si aveva un’eccezionale vista sul Castello, il centro di Milano e il futuro Parco Sempione. Il fabbricato di servizio, riccamente decorato esternamente, aveva invece forti richiami goticheggianti e una vaga somiglianza con la Bicocca degli Arcimboldi.

I lavori furono terminati nel 1895.

Qui di seguito alcune immagini della villa appena terminata, vista dal parco e da piazza Castello.

Le uniche immagini degli interni riccamente decorati sempre in stile eclettico-neo-rinascimentale

Grazioso l’edificio di servizio, delle scuderie e rimesse, anch’esso riccamente decorato con gli affreschi a graffito, oggi unico superstite del complesso, seppure privato delle decorazioni e degli affreschi.

Il villino venne ristrutturato completamente, probabilmente alla fine degli anni Cinquanta, con ampliamenti strutturali importanti che cancellarono ogni decoro e forma dell’originaria villa, eliminando la sublime torretta con loggia e semplificando colonne e balconi.

Purtroppo al contrario della Villa Marsaglia che si trovava sul lato opposto di piazza Castello, la quale ha lasciato il posto ad un bell’edificio moderno, “Casa al Parco”, costruita tra il 1947 e il 1953 in via Paleocapa angolo via Ricasoli, considerata come una delle più importanti opere di Ignazio Gardella, il Villino Vonwiller venne trasformato in un ibrido privo di grazia e significato. Unica consolazione è vedere il bell’edificio delle scuderie ancora presente com’era.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita, 

Fonti: Testo Francesco Liuzzi – Pagina Milano Scomparsa

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Castello – La meraviglia scomparsa del Villino Vonwiller”

  1. Esattamente quando abbiamo perso l’estro di fare le cose belle ?

    Povera Milano, spero solo qualcuno (con potere) si accorga delle brutture costruite negli ultimi anni e istituiscadelle linee guida architettoniche, come ogni paese degno.

    Potessero abbattere il duomo per un grattacielo non ci penserebbero un solo secondo.

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  2. conoscevo in parte la storia del villino.. uno dei tanti tristi racconti dell’edilizia storica milanese che proseguono ancora oggi: demolire, ampliare, sfruttare, depauperare ecc…

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  3. Anche il villino Hoepli era bellissimo….ed anche il villino del Caffe’ ristorante Savini… (tutti vicino al parco Sempione…)…tutti perduti per sempre.

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  4. Miopia, avidità e ignoranza hanno fatto disastri in ogni epoca, peccato!

    Ma quello che è peggio è che oggi come allora si continua a demolire ciò che invece andrebbe tutelato e protetto, rendendo le città del mondo sempre più simili, più brutte e globalizzate.

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  5. Buongiorno
    Non conoscevo questo pezzo di Storia della mia amata Milano.
    Complimenti a Liuzzi e Arsuffi per la meticolosa ricerca ricca di immagini e molto interessante
    Difficile commentare anche perché le città si evolvono nel tempo come la nostra Società
    Anche oggi vedasi le palme di piazza Duomo vengono fatti e disfatti disastri che ricadono su Milano
    Vogliamo parlare della Metro4 che da 8 anni ci allieta la vita ?……..
    Un cordiale saluto a tutti.

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